Fiumicino – Inizialmente indagata per omicidio volontario, i magistrati avrebbero infine stabilito, ricostruendo attentamente la dinamica dell’accaduto, che la reazione della barista di 39 anni che lo scorso 13 febbraio ha accoltellato a morte il rapinatore che aveva fatto irruzione al bar Coffee break di via Hermada, a Isola sacra, dove lei lavorava, è stata per legittima difesa. In quella drammatica circostanza la donna, di nazionalità rumena, reagì al tentativo di rapina messo a segno da Manuel Musso, un giovane con precedenti penali di Fiumicino che proprio quel giorno compiva 29 anni, insieme al complice, Christian Ferreri, 30 anni, di Ostia, sferrando dei fendenti con un coltello che si trovava sul bancone a Musso. Poco dopo il 29enne, che era scappato insieme a Ferreri a bordo di un Fiat Fiorino, si accasciò dietro una siepe dopo un tentativo di fuga a piedi probabilmente a causa delle ferite mortali riportate. Nel corso della rapina, che ‘fruttò’ circa 300 euro, i rapinatori esplosero dei colpi, quattro o cinque, con una pistola recuperata sotto il cadavere di Musso. E, prima ancora, ci fu una colluttazione dopo che uno dei rapinatori, forse Musso, atterrò la donna, facendola sbattere con violenza sul pavimento. Sarebbe stato allora che la 39enne si sarebbe difesa afferrando il coltello e colpendo il malvivente. La donna è tornata al lavoro nel bar teatro di quel terribile episodio. E’ possibile che si vada verso una richiesta di proscioglimento da parte del magistrato. Sul luogo di quella rapina sfociata in tragedia la polizia di Fiumicino. Per quanto riguarda il rapinatore sopravvissuto, si è in attesa della risposta per la richiesta di convalida del fermo. Ferreri deve rispondere, in base a quanto appurato dagli agenti diretti dal primo dirigente, dottor Fabio Abis, del reato di rapina aggravata, lesioni volontarie, concorso in tentato omicidio della donna, porto illegale d’armi e ricettazione sia dell’arma che della targa e del mezzo usato per compiere la rapina.



Da domani le notti di Fiumicino saranno più sorvegliate. Insieme con le scarse pattuglie di polizia e carabinieri, scendono sulle strade anche le ronde delle associazioni di cittadini esasperati e rabbiosi: l’organizzazione delle ronde nasce anche come forma di solidarietà alla vicenda umana della barista. I partecipanti garantiscono che tra le squadre non ci saranno armi o oggetti. Le passeggiate notturne si concluderanno fra due settimane con una fiaccolata proprio in favore della legalità per tenere alta l'attenzione dell'istitutzioni.