Fiumicino, sabato riapre Portus: visite tre giorni alla settimana
In programma visite guidate e laboratori per i più piccoli e le loro famiglie, per ‘viaggiare’ giocando e divertendosi nell'antica Roma, ma anche per trascorrere una piacevole giornata di relax tra i tesori del porto. Per i bambini dai 6 ai 13 anni ampio spazio alla creatività grazie ai tanti laboratori didattici in programma. Da segnalare, tra gli altri, “Piccoli archeologi crescono”, “Prepariamo la granita dell’Antica Roma”, “Il mondo delle api e degli insetti” e “Dipingo come Apollodoro” sulla tecnica dell’affresco.
I tesori del Porto saranno disponibili anche ai passeggeri del Leonardo da Vinci. Nei giorni di apertura, infatti, sarà operativa al Terminal 3, livello Partenze, una navetta gratuita per raggiungere il Parco archeologico in pochi minuti direttamente dall’aeroporto. Il servizio è stato progettato anche a beneficio dei passeggeri in transito al Leonardo da Vinci che vogliano sfruttare il tempo tra il volo di arrivo e quello di partenza, visitando gratuitamente un sito di grande valore storico e culturale. All’interno dello scalo, infine, è stato allestito un apposito corner informativo per illustrare ai passeggeri le particolarità del sito archeologico.
Tutti i materiali dell'iniziativa, comprese le indicazioni per partecipare alle attività gratuite, sono disponibili sui siti www.navigareilterritorio.it e su www.adr.it. I laboratori e le attività didattiche sono a numero chiuso: è consigliabile quindi la prenotazione. Per conoscere le tematiche e gli orari e per effettuare una prenotazione è necessario contattare il centralino della Fondazione Benetton al +39.0422.5121 o inviare una mail a prenotazioni@navigareilterritorio.it.
IL PORTO IMPERIALE DI CLAUDIO E TRAIANO - Considerato una della più importanti opere di ingegneria civile del mondo antico, con la sua celebre forma esagonale, il Porto di Traiano permetteva l’attracco contemporaneo di circa duecento navi. Nel ii secolo d.C., Roma raggiungeva il milione e mezzo di abitanti, era capitale di un impero multietnico, centro politico e motore di un mercato che si estendeva dalle coste atlantiche dell’Europa alla penisola arabica.
La forte crescita demografica e i conseguenti problemi di approvvigionamento indussero l’imperatore Claudio a far costruire, a partire dal 42 d.C., un nuovo scalo marittimo a nord di Ostia, nell’attuale Fiumicino. Il grande porto, ampio quasi 200 ettari, si mostrò però poco sicuro. L’imperatore Traiano, per risolvere questa situazione, tra il 112 e il 114 d. C., lo fece riprogettare dal famoso architetto Apollodoro di Damasco che propose di scavare interamente sulla terraferma un nuovo bacino di 32 ettari creando così uno dei più grandi porti di tutto l’impero. Il porto, perfettamente conservato, si inserisce oggi all’interno di un parco archeologico e naturalistico che consente di affiancare, alla visita dei resti storici, anche l’osservazione di avifauna e di molteplici varietà naturalistiche.
Dal porto al parco. Il paesaggio attuale del porto di Traiano Il Parco Archeologico è un paesaggio di grandissimo valore culturale e naturale, in cui i resti dell’antico porto si legano al patrimonio arboreo e agli specchi d’acqua, in una unità armonica resa suggestiva dalle tracce del tempo e dall’ambiente creato con la bonifica delle paludi nei primi decenni del 1900. Il parco sorge sul terreno di sedimentazione depositatosi in circa duemila anni che, all’inizio dell’età moderna (XV secolo), era ormai completamente insabbiato e trasformato in palude. Nel 1924 Giovanni Torlonia, con l'intento di trasformare il sito in tenuta agricola modello, bonificò l’area. Le specie impiegate sono quelle tipiche italiane.
Le uniche linee estetiche e geometriche riconoscibili sono quelle dei filari di alberi: platano, cipresso, pino leccio, eucalipto, lungo ì viali e intorno alla Darsena. Il criterio adottato dallo Stato per l'intervento di riqualificazione dell’area come Parco Archeologico Naturalistico (1997-1998) è stato quello di consentire la lettura dell'antico porto nel rispetto e nella valorizzazione dell'importante patrimonio vegetazione, favorendo l’evoluzione naturale del paesaggio. Nelle aree dove prima c’era il mare è stata scelta una vegetazione bassa a prato per consentire la spazialità dello sguardo e l'idea delle acque nel bacino portuale. Un accorgimento simile, ma con applicazione quasi opposta, è stato adottato nell'antica Darsena dove è stata mantenuta la vegetazione palustre composta da canne che, ondeggiando al vento, potessero ricordare il movimento e il rumore del mare. Un indicatore importante è costituito nell’area dalle specie di licheni. Bioindicatori della qualità dell'aria, sia con la loro presenza e, ancor più, con la loro assenza, sono specie in grado di fornire informazioni importanti di un parco che costituisce un polmone verde all’interno di un territorio molto antropizzato.
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