Contraffazione: le Fiamme gialle smantellano un'organizzazione specializzata nella fabbricazione scarpe Hogan
Fiumicino – Guadagni da capogiro per una banda, organizzata in diverse imprese specializzate nelle varie fasi produttive delle scarpe contraffatte, che operava tra le province di Napoli e Caserta. A porre fine agli illeciti business dell’organizzazione le Fiamme gialle del II Gruppo di Fiumicino. Sequestrate oltre 3mila calzature “tarocche” e denunciate 13 persone.
Dopo aver intercettato, per la strada, i corrieri che trasportavano le scarpe con il marchio Hogan dalla Campania al Lazio, i finanzieri agli ordini del colonnello Francesco Frattini hanno ripercorso la filiera distributiva individuando tutti i componenti del gruppo, ognuno dei quali aveva compiti specifici nei segmenti tipici del processo produttivo: dalla produzione di suole, plantari e tomaie alla stamperia dei marchi contraffatti, dalle trancerie per il taglio delle pelli al laboratorio dove venivano assemblati i prodotti intermedi. L’organizzazione disponeva, infine, di un deposito di stoccaggio dove venivano concentrati i prodotti finiti per la successiva distribuzione in tutta Italia.
Ingegnose e quasi maniacali le cautele adottate per evitare i controlli delle forze di polizia. Tutti i siti erano dotati di moderni apparati di videosorveglianza per interrompere la produzione in caso di controllo, mentre gli impianti e i macchinari più costosi potevano essere occultati grazie a stratagemmi propri dei boss della criminalità organizzata. Durante le perquisizioni sono stati individuati costosi e sofisticati macchinari dietro una parete scorrevole.
Al termine dell’operazione, sono stati sequestrati 8 siti di produzione e stoccaggio, quasi 54.000 pezzi - tra suole, plantari e tomaie – e circa 3.000 paia di scarpe contraffatte, oltre a 65 macchinari ed attrezzature e circa 600 stampi e forme di scarpe in resina.
Tredici le persone denunciate per associazione a delinquere finalizzata alla contraffazione e ricettazione. L’illecita attività, grazie anche ai ridotti costi di produzione a causa dell’impiego di manodopera in nero, garantiva alla banda guadagni da capogiro.
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