Fiumicino – All’incrocio tra via Valderoa e via Moccia, a Isola sacra, Fiumicino, uno dei luoghi più pericolosi della città, dopo due mesi il semaforo non è ancora entrato in funzione.

 

 

A segnalare la situazione è Roberto Cini, presidente del circolo Pd Aldo Moro.

 

“Uno degli incroci più pericolosi di Isola Sacra non è stato messo in sicurezza. Basta soffermarsi anche solo per alcuni minuti per rendersi conto dell’alto rischio che corrono gli automobilisti costretti a immettersi nella carreggiata con la visuale impedita dai recinti a raso”, spiega Cini. E aggiunge che tuttavia, dopo le sue segnalazioni, si stanno realizzando i marciapiedi lungo i quattro angoli.

 

 “Ormai i residenti, consci del pericolo, usano la massima attenzione ma il problema si pone soprattutto per gli automobilisti non della zona, che spesso vengono dirottati nelle strade interne dell’Isola Sacra, con una tortuosa nuova viabilità entrata in regime circa un anno fa. Recentemente un articolato nell’effettuare la manovra di svolta ha sfiorato con la coda un passante andando ad impattare su un recinto e incrinando un muro”, prosegue Cini.

 

 

“Una tragedia evitata solo per la prontezza di riflessi del malcapitato che per un soffio a rischiato di essere spiaccicato addosso al muro. Ma se al suo posto fosse capitata una persona anziana o magari una mamma con la carrozzina? Non sappiamo perché il semaforo installato  due mesi fa ancora non sia messo in funzione. Se  si tratti di motivi tecnici o problemi di risorse, ma riteniamo indispensabile la sua immediata attivazione, almeno per attenuare il pericolo ed evitare nuovi incidenti”.

 

 

“Resta il fatto che per mettere in sicurezza anche i pedoni la soluzione è quella di prevedere sulle due arterie parallele via Valderoa e via Monte Solarolo l’istituzione di sensi unici contrapposti, la realizzazione di marciapiedi su ambo i lati nonché la predisposizione di dossi per rallentare la marcia dei veicoli in transito sulle due strade che risultano, sempre a seguito della nuova viabilità, sempre più trafficate. Non è più possibile che i cittadini rischino la vita”, conclude.