Fiumicino, sequestro Andrea Calevo: estradato dall'Albania riceercato 20enne
Fiumicino - E' arrivato poco dopo le 13 di oggi all'aeroporto di Fiumicino Emilijano Shota, 20 anni, ritenuto uno degli autori materiali del sequestro di persona dell'imprenditore spezzino Andrea Calevo, avvenuto la sera del 16 dicembre 2012. Il giovane, che durante il viaggio verso l'Italia è stato scortato da agenti dell'Interpol, era fuggito assieme a un complice, tuttora ricercato, il 19 dicembre, subito dopo il sequestro dell'imprenditore, imbarcandosi dall'aeroporto di Pisa su un volo diretto a Tirana, in Albania. Dopo alcuni mesi di latitanza, le indagini del gruppo di lavoro interforze appositamente costituito per il sequestro, composto dal servizio centrale operativo, dalle squadre mobili di Genova e La Spezia per la polizia di Stato, e Ros, sezione anticrimine di Genova e comando provinciale di La Spezia per l'arma dei Carabinieri, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia presso il tribunale di Genova, hanno permesso di rintracciare e arrestare, lo scorso 26 giugno, Emiljano Shota, che aveva trovato rifugio e appoggio presso parenti e amici a Kruje, sua città natale.
Dopo la notifica della misura cautelare in carcere pendente nei suoi confronti, il 20enne sarà condotto presso la casa circondariale di Roma-Rebibbia in attesa dell'interrogatorio dell'autorità giudiziaria genovese. La sera del 16 dicembre Shota, insieme ad altri complici, rapì Andrea Calevo all'interno della sua villa. A capo del gruppo criminale c'era il 71enne Pier Luigi Destri. Il 31 dicembre poliziotti e carabinieri con un'azione lampo, fecero irruzione in alcuni locali di Destri e liberarono l'imprenditore spezzino. Destri, il nipote Davide Bandoni e due cittadini albanesi, Fabion Vila e Simon Halilaj, furono sottoposti a fermo. Il 2 luglio scorso sono stati sottoposti a sequestro preventivo e conservativo i beni in disponibilità di tutti gli indagati, compreso un appartamento della famiglia Destri, ritenuto fittiziamente intestato al padre di Shota, che in passato aveva lavorato proprio alle dipendenze del capo della banda con le mansioni di operaio edile.
(LaPresse)
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