Fiumicino, sit-in per l’apertura dell’aeroporto di Comiso
Fiumicino - Sit-in questa mattina all’aeroporto di Fiumicino per protestare contro la mancata apertura dello scalo di Comiso, in provincia di Ragusa. Ad organizzare l’iniziativa, alla quale hanno partecipato un centinaio persone provenienti per lo più dalla Sicilia, il parlamentare regionale Pd Pippo Digiacomo, che nel mese di aprile aveva anche fatto uno sciopero della fame.
Il presidio, che Digiacomo aveva definito sin dagli inizi del mese di giugno “un’occupazione”, si è svolto davanti all’ingresso del terminal 1, al piano partenze. “Aeroporto di Comiso chiuso, vergogna nazionale” è stato lo slogan della manifestazione, impresso sui volantini e sulle foto dell’aeroporto siciliano distribuiti ai passeggeri e anche sulle t-shirt. I manifestanti hanno anche appeso degli striscioni.
La Sicilia sud-orientale si è mobilitata per sollecitare l’apertura di un’infrastruttura completata e “inaugurata” nel 2007 dall’allora vice premier Massimo D’Alema, dopo gli interventi di riconversione del precedente scalo militare durati tre anni e costati circa 45 milioni di euro tra fondi europei e quelli messi a disposizione del Cipe.
L’aeroporto, che dovrebbe chiamarsi La Torre-Magliocco (per Pio La Torre che vent’anni fa si battè contro l’installazione dei missili nucleari proprio a Comiso, ndr) anche se il nome è ancora incerto, rappresenterebbe l’unica grande opera portata a termine nel sud Italia. Sembrerebbe che sia ancora chiuso per uno scontro tra la Regione Sicilia, che ha già versato 4,5 milioni di euro in fase di start up, l’Enac e l’Enav: nessuno avrebbe intenzione di pagare i controllori di volo.
I costi non li vorrebbe affrontare nemmeno la Intersac, la società privata che ha vinto la gara d’appalto per il nuovo scalo, composta dalla Sac, che gestisce il Fontanarossa di Catania, e dal gruppo editoriale Ciancio-Sanfilippo. I privati hanno già versato 18 milioni di euro al momento dell'aggiudicazione della gara e altri 3,2 milioni di euro per l’occupazione del suolo per i prossimi 40 anni.
Il business plan, redatto anche con la consulenza di Ernst & Young, prevede, già dopo due anni di esercizio, oltre 1 milione di passeggeri e un utile di bilancio. Ci ha già messo gli occhi Ryan air, la compagnia low cost irlandese che secondo l’analisi di Ernst & Young vedrebbe 3 milioni di passeggeri in tre anni. E senza danneggiare l’aeroporto di Catania che è già saturo e con cui farebbe sistema. Il pil della provincia di Ragusa, dopo tre anni, crescerebbe di 1 miliardo di euro. Ma è tutto fermo e bloccato. Da qui le interrogazioni e la mobilitazione di Digiacomo, alla quale hanno aderito anche i senatori Pd Giuseppe Lumia e Rosario Crocetta.
“La mancata apertura è un sacrilegio che non possiamo accettare: per questo oggi stiamo protestando a Fiumicino per richiamare l'attenzione del governo nazionale e dei soggetti cui compete l’apertura dello scalo”, ha detto Lumia: “è vergognoso che dopo tanti milioni di euro spesi e l'impegno profuso per rendere l'aeroporto operativo, un’infrastruttura di quella portata e con quelle potenzialità sia inutilizzata. L’aeroporto di Comiso è una risorsa strategica per lo sviluppo del turismo e dell'agricoltura della Sicilia orientale e non permetteremo che questa opportunità venga buttata al vento. Quest’opera potrebbe portare sviluppo al territorio, basta che Enac ed Enav firmino per fornire i servizi. Ma inevitabilmente”, conclude, “romperebbe certi equilibri ed interessi, anche di natura mafiosa”.
Digiacomo, ex sindaco di Comiso, ha presentato esposti e denunce. Anche la magistratura vuole approfondire. In corso ci sono due indagini: una della Procura della Repubblica di Ragusa per accertare eventuali responsabilità penali nel ritardo dell’apertura l’altra da parte della Procura della Corte dei conti di Palermo che vuole chiarezza sui 45 milioni spesi.
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