Fiumicino, sit in contro il centro accoglienza: 150 persone in strada
IL SOSTEGNO - “Appoggiamo concretamente una iniziativa giusta e pacifica da parte di molti cittadini che in maniera spontanea e assolutamente educata hanno deciso questo pomeriggio di far sentire la loro voce”, hanno spiegato i consiglieri dell’opposizione, che aggiungono: “dispiace non aver visto al contrario nessun consigliere di maggioranza e delle istituzioni locali che, al di là di qualche dichiarazione stampa, ha preferito restarsene sotto l’ombrellone. Ribadiamo per la centesima volta che un anno fa, quando si iniziò a parlare di un centro di accoglienza, presentammo una proposta unitaria per far uscire Fiumicino da questo tipo di situazione, ma che questa fu bocciata dal sindaco e dalla maggioranza. E adesso, a giochi fatti, recitano la parte”.
IL SINDACO – Questa mattina, quando si è diffusa la notizia che in via Bombonati sarebbero stati ospitati 50 immigrati, il sindaco di Fiumicino Esterino Montino in una nota ha dichiarato: "Ufficialmente il Comune non è stato coinvolto, non è pervenuta all'Amministrazione comunale nessuna comunicazione circa il centro. Solamente da qualche giorno voci insistenti confermavano la prossima apertura, decisa autonomamente dalla Prefettura nonostante il Comune circa un anno fa alla richiesta da parte del Prefetto di indicare come Comune un luogo per l'istituzione del centro di accoglienza, il Sindaco di suo pugno avesse comunicato che ciò non era possibile visto che ci sono sul nostro territorio altri centri che si aggiungono all'accoglienza di minori non accompagnati che arrivano dall'aeroporto”. Insomma, il primo cittadino non era a conoscenza di alcuna comunicazione ufficiale.
LA REPLICA – La comunicazione del sindaco, tuttavia, ha suscitato la replica dei consiglieri Gonnelli, Poggio e De Vecchis: “Il sindaco Montino dovrebbe fare il piacere di risparmiarci almeno la scenata e la finta opposizione per l’arrivo degli immigrati a Isola Sacra in quanto è perfettamente a conoscenza della realizzazione di una struttura per l’accoglienza nel nostro Comune da oltre un anno e non si è mai opposto con i fatti. Ne è la prova l’ordine del giorno, presentato a marzo 2015 dall’opposizione, in cui chiedevamo un netto ‘no’ del primo cittadino alla costruzione di tali strutture nel nostro territorio. Ma il documento”, spiegano, “è stato bocciato da Montino e dalla maggioranza che in quell’occasione sottolineò come strutture del genere fossero al contrario utili e aiutassero a combattere la crisi economica”.
I PROBLEMI – Secondo l’opposizione, “il comune di Fiumicino, già alla prese con una crisi occupazionale e sociale durissima ed una contrazione delle risorse economiche in tutti i settori, soprattutto nel sociale, non può sobbarcarsi un altro milione e mezzo di euro oltre ai 692mila che ogni anno vengono spesi per i richiedenti asilo: questo significherebbe azzerare qualsiasi contributo per le famiglie in difficoltà”. “Le nostre casse non possono sostenere un tale peso economico del quale farebbero le spese i sostegni alle famiglie in difficoltà, un’ipotesi che creerebbe tensioni sociali difficilmente sostenibili. Per questo”, sottolineano i consiglieri di centrodestra, “faremo tutto ciò che è in nostro potere per far cambiare idea alle istituzioni, ma chiediamo di non rovinare questa protesta pacifica con gesti inconsulti oggi o nei prossimi giorni: le famiglie non meritano questo".
IL PRESIDENTE MICHELA CALIFANO – Il presidente del consiglio comunale, Michela Califano, a Ostia Tv ha tenuto a precisare di essere “sorpresa e frastornata dalla notizia che l’Amministrazione comunale ha appreso dalla stampa in quanto fino a venerdì, due giorni fa, dalla Prefettura non era giunta alcuna comunicazione”. Anzi, il presidente Califano chiarisce che “un anno fa, all’epoca del primo bando, poi vinto da un’associazione, inviò una lettera al prefetto Gabrielli nella quale venivano motivate le ragioni in base alle quali il comune non intendeva, per ovvie ragioni, ospitare altri centri avendo già un centinaio di profughi e rifugiati politici”. “Siamo un comune di frontiera anche in virtù della presenza dell’aeroporto, siamo certamente aperti a politiche di inclusione ma non c’erano condizioni tali per altre strutture”, spiega Michela Califano, “ci sono stati dei colloqui informali mentre, da parte nostra, non abbiamo partecipato ai bandi. E adesso, visto che per legge la prefettura non è tenuta ad informarci se non 24 ore prima, è possibile che domattina arriveranno 20 o 30 persone”.
“La struttura può accoglierne 50, vedremo quante saranno. A questo punto, però, pur non condividendo i metodi della prefettura, non condivido nemmeno il metodo becero di strumentalizzare la vicenda da parte di alcuni politici che stanno cavalcando la situazione fomentando un clima di tensione e di odio che, come abbiamo purtroppo avuto modo di constatare in questi giorni, a Fermo è sfociato in tragedia: un uomo è stato ucciso per motivi razziali anche se grazie a lui quattro persone gravemente malate, attraverso il trapianto dei suoi organi, potranno vivere. Sono un po’ frastornata, lo ammetto, ma con serenità valuteremo la situazione nell’interesse dei cittadini, anche perché non possiamo permetterci ulteriori spese, e di queste persone, che dovrebbero essere 20 o 30, ma non credo che siano questi numeri un dramma: affronteremo la situazione nell’ottica dell’inclusione, come è tradizione del nostro paese”, conclude Michela Califano.
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