Polemica sulle cento telecamere a tutela della sicurezza di Fiumicino

 

Megna, responsabile del Forum sicurezza Pd: “L’idea del sistema di videosorveglianza e della modernissima centrale operativa all’interno della caserma dei vigili urbani è davvero suggestiva: giusto per strappare qualche applauso dopo i continui flop del centrodestra”. Replica l'assessore Petrarca: “L’utilizzo della tecnologia a supporto della città è ormai in uso nella stragrande maggioranza dei comuni evoluti”

 

 

 

Fiumicino -  E’ polemica dopo l’annuncio che Fiumicino sarà dotato di un impianto di videosorveglianza formato da cento telecamere collegate ad una sala operativa situata nella stazione della polizia locale. “L’idea delle cento nuove telecamere e della modernissima centrale, che ci rifilano da ormai tre anni con spot scadenzati, è davvero suggestiva. Quello che ci voleva per strappare qualche applauso dopo i continui flop del centrodestra, soprattutto su un tema caro: la sicurezza”, afferma Raffaele Megna, responsabile del Forum sicurezza e legalità del Pd della Regione Lazio.


 

“Peccato che un dubbio emerga: ma chi le guarda queste cento telecamere se di notte i vigili urbani non operano?”, domanda Megna. “Chi interverrà in caso di rapine, furti, atti vandalici o incidenti? Che sia tutta un’operazione di facciata come al solito? La solita favoletta? A pensar male, diceva qualcuno, si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Tra le cento nuove telecamere, acquistate è bene ricordarlo con soldi pubblici e dunque nuove tasse e balzelli da prelevare dai cittadini oramai prosciugati, e i finti aeroplani di Mussolini sembra esserci un divertente parallelo”, prosegue l’esponente politico: “se il problema non fosse così grave, ci si potrebbe ridere su. Purtroppo la situazione è seria e non va affrontata con le solite prese in giro. Viene noia a rispondere ogni volta a questa amministrazione tutta annunci e tasse”.

 

 

“A questa maggioranza incapace di valorizzare gli strumenti che ha, polizia locale, servizi sociali, incapace di creare un serio coordinamento fra le varie forze di polizia, incapace di far rispettare le normali regole di convivenza civile. Un territorio umiliato e impoverito ma invaso dalle telecamere. Orwell non avrebbe immaginato tanto. O forse la prossima mossa è chiamare la Marcuzzi e far partecipare Fiumicino al più grande reality show della storia?”, conclude Raffaele Megna.

 

 

 

A queste dichiarazioni è arrivata, puntuale, la replica dell’assessore comunale alla vigilanza urbana, Giancarlo Petrarca.  “L’utilizzo della tecnologia a supporto della sicurezza delle città è ormai in uso nella stragrande maggioranza delle città evolute e non capisco perché Fiumicino debba essere la “Cenerentola””interviene l’assessore.

 

 

“L’idea che le telecamere siano lo strumento per correre appresso ai ladri credo sia un’idea estremamente anacronistica. Le telecamere in sé hanno un duplice compito: il primo quello di creare la difficoltà tra i malintenzionati con la loro presenza (un po’ come l’antifurto di casa), il secondo è fornire alle forze dell’ordine ogni possibile indicazione registrata dalle telecamere stesse per individuare gli autori degli eventuali reati (quante volte vediamo in televisione che l’autore della rapina o l’assassino è stato individuato grazie alle registrazioni). Lungi da noi l’idea di avere il guardiano dietro il monitor sia di giorno che di notte pronto a scattare per acciuffare il ladro!”, precisa Petrarca.

 

 

 

L’assessore spiega inoltre che il bando di gara non prevede solo l’installazione delle telecamere ma anche tutta una centrale operativa di nuova generazione che dovrebbe mettere in condizione i pochi vigili che abbiamo e che non possiamo assumere perché tassativamente impedito dal governo nazionale, che anche il suo partito sostiene, di ottimizzare gli interventi attraverso gli strumenti già meglio specificati nel precedente comunicato stampa.

 

 

“In merito alla spesa, in un momento di così forte crisi economica delle famiglie, va chiarito che questa viene finanziata con i proventi derivanti da autovelox (articolo 208 del c.d.s) e che la Legge 120/ 2010 e le ultime direttive chiarificatrici in materia, emanate dal Ministero dei Trasporti, obbligano i comuni ad utilizzare i proventi da autovelox principalmente per: la messa in sicurezza delle strade (e lo stiamo facendo); l’assunzione di vigili a progetto a tempo determinato per supportare gli organici (ed anche questo lo stiamo facendo nel limite massimo); l’acquisto di mezzi e strumenti, finalizzati al rafforzamento e al potenziamento dei sistemi di sicurezza. Pertanto”, conclude, “tali proventi non possono essere né portati a risparmio di bilancio né essere utilizzati per altre finalità”.