Fiumicino – L’associazione ambientalista di Fiumicino Memento naturae, ospite a Bari per un convegno sul vegeteraniasimo, ha colto l’occasione per parlare di ambiente e per fare un’approfondita analisi su una scelta nutrizionale che attraverso i secoli e le popolazioni assume una valenza religiosa, sociale ed etica.

 

 

Questo il resoconto del presidente dell’associazione, Riccardo Oliva, del fine settimana nel capoluogo pugliese:

 

 

 

 

"Il fine settimana trascorso a Bari, dove siamo stati invitati per un convegno sul vegetarianesimo, è partito fin dalla prima mattina con una visita concordata ad una azienda di recupero di oli esausti che opera da poco più  diun anno ma mostra interessanti prospettive innovative,che la portano a riconoscere nell’olio esausto una risorsa e non un rifiuto.


 

 

Subito dopo abbiamo incontrato un’associazione attiva su San Girolamo, quartiere periferico e molto popolare, che si occupa come noi da diverso tempo di raccolta tappi di plastica, per aiutare le persone più bisognose della zona o ridonando alla comunità luoghi piuttosto degradati; non è escluso che da parte nostra non si possa pensare in futuro una qualche collaborazione per rafforzare questa sana e volenterosa realtà locale della Puglia.


 

 

Avremmo dovuto incontrare anche un esponente del Movimento per la Decrescita, in maniera da coordinare possibili strategie comuni anche in questo campo, ma motivi temporali
e distanze poco favorevoli da dove ci trovavamo, non hanno permesso di realizzare anche quest’altro incontro.


 

 

Tornando alla nostra partecipazione al convegno, gli organizzatori di Fare Verde Bari hanno dato prova, oltre che della solita quanto profondamente sentita ospitalità, tipica delle famiglie del Sud, anche di una notevole capacità organizzativa, visto che non capita spesso che le persone virtuali che cliccano partecipo su facebook siano addirittura meno di quelle presenti in carne ed ossa, nella splendida cornice del Torrione Angioino di Bitonto.


 

 

È stato un momento di riflessione che crediamo abbia particolarmente colpito le oltre 80 persone presenti nel pubblico, molte anche in piedi, attente e dirette nelle domande posti ai relatori, dal momento che è difficile approfondire il tema della scelta vegetariana, toccando praticamente tutti gli aspetti della questione: alimentare, etico, filosofico, religioso ma anche spirituale, cioè indagando i significati più reconditi che hanno spinto le personalità più degne ed elevate, culturalmente e moralmente, di ogni epoca e di ogni latitudine, ad intraprendere un cammino di questo tipo.


 

 

 

Prima degli interventi degli altri due relatori presenti, che riguardavano temi come la distruzione ambientale dettata da un certo stile di vita alimentare ed i vantaggi che comporta una scelta di questo tipo alla luce anche delle nuove scoperte in ambito medico-nutrizionale, come Memento Naturae abbiamo deciso di affrontare un lungo viaggio attraverso i secoli e i differenti popoli per conoscere le differenti concezioni spirituali e chiavi di lettura che hanno portato illustri menti a divenire vegetariane, vegetaliane (vegane) o anche altro per elevarsi.


 

 

Tornando così alle fonti di più limpida saggezza che ci vengono offerte in Occidente ed in Oriente, abbiamo trattato di Ermes il Trismegisto, della concezione olistica dell’EnTo Pan greco, dei misteri orfici ed eleusini, dello gnòthi seauton delfico e dei versi di filosofi immortali quali Pitagora, Platone e Plutarco fino ad arrivare dall’altra parte del mondo conosciuto ai severi e rigidi precetti vedici in tema di cibo satvico e di reincarnazione ciclica n vari corpi contingenti, alla haimsa contemplata da religioni quali il buddhismo e il jainismo di Gandhi nei confronti di tutti i viventi fino al wei wu dei saggi taoisti che vivevano la loro frugalità in perfetta armonia con la natura circostante.

 

 

 

 


Perfino nelle religioni monoteiste, di chiara fama antropocentrica, si scoprono i Maometto e i sufi vegetariani, così come nel cristianesimo a sfogliare le pagine di Steven Rosen nel suo “il vegetarianesimo e le religioni del mondo” leggiamo nei cosiddetti vangeli apocrifi
(“non canonici”) come ci siano stati tentativi subdoli da parte di una corrotta chiesa clericale di oscurare tracce di prove vegetariane nello stesso Cristo.

 

 

 

Forse allo stesso modo di come nel passato gli stessi personaggi avevano dato alle fiamme saperi e insegnamenti del sommo Pitagora o come dopo facendo torturare a morte dalla loro Inquisizione gli eretici catari per il loro giuramento vegan, che gli faceva preferire la morte all’uccidere un animale.

 



Scomode questioni che saranno definitivamente risolte con il Concilio di Nicea, dove verrà sancito diritto divino per questa nuova classe religiosa dominante di mantenere i suoi
vizi, i suoi privilegi e la sua gola, intoccabili ab eterno.


Tutta questa chiacchierata ha cercato di mantenersi equilibrata e obiettiva, senza fanatismi e senza proselitismi, seguendo un preciso filo logico per porre l’accento proprio su quella consapevolezza che in un determinato momento della nostra vita può riapparire e
accendersi nel proprio animo per dare una frenata al modo di alimentarsi così moderno e un impulso al rapporto così distorto con i nostri fratelli spirituali.


 

Oggi la carne di cui ci nutriamo non è paragonabile a quella che sacralmente cacciava, solo per necessaria sussistenza vitale, un Indiano d’America o una popolazione dei ghiacci siberiani; così come non è la stessa di cui parcamente si nutrivano le nostre popolazioni contadine di 70 anni fa, figlie di una dieta fondamentalmente mediterranea, nei quali il mito proteico non aveva ancora attecchito.


 

Nell’occidente attuale vergognosamente caduto così in basso, il cibo è figlio di una ipocrisia e menzogna tipica di questi tempi oscuri che, attraverso spot pubblicitari intenti ad incrementare le vendite dei loro prodotti cadaverini, non esitano a fa apparire ai nostri occhi gli animali come stupidi, sorridenti, umanizzati, finti e innaturali, tentando di cancellare dal nostro subconscio, che avrà poi il necessario tempo per ricordare, quelle sensazioni di puro terrore e angoscia che vivono quotidianamente milioni di animali sacrificati sugli altari di una falsa scienza, di una ludica caccia, di una sporca moda e della stessa nostra tavola imbandita.


 

Alla fine dei nostri giorni terreni ci verrà chiesto il conto karmico di tutte le nostre azioni colpevoli e del troppo dolore inflitto ad esseri innocenti e indifesi che sono scintille come noi di uno stesso grembo divino".