Il coreografo Luca Amitrano al Paolo Baffi per la settimana di didattica alternativa
Amitrano è partito dal racconto della sua ricca biografia personale per giungere alle attuali esperienze imprenditoriali, illustrando un percorso di successi che speriamo potrà essere seguito dai ragazzi di Fiumicino. Il suo messaggio è stato quello di impegnarsi con tutte le energie possibili nelle cose che piacciono, ma con la fondamentale accortezza di accompagnare alla passione l'impegno nello studio, senza il quale non si potrebbe avere quella base di conoscenza e razionalità che sta alla base di tutte le grandi imprese. Ma più di tutto è piaciuta la sua scelta di rimanere in Italia (dopo le tante esperienze necessariamente avute all'estero e soprattutto negli Stati Uniti, patria dell'Hip Hop, del Funky e di tanti movimenti culturali contemporanei) per coinvolgere nei suoi progetti professionisti italiani, decine di neolaureati che altrimenti si sarebbero trovati di fronte alla necessità di lasciare il nostro Paese per vedere riconosciute le proprie capacità.
Il preside Roberto Tasciotti ha rivolto un caloroso saluto a Luca Amitrano, condividendone appieno le idee presentate. "Dobbiamo comprendere che l'arte e la cultura sono fondamentali non solo per uscire da questo periodo di crisi ma per orientare tutta la nostra vita, la nostra economia e la società", dice il preside Tasciotti. "Soprattutto in un ambiente come questo di Fiumicino, dove oltre ai grandi snodi aerei e marittimi abbiamo la fortuna di vivere circondati da un patrimonio archeologico e naturalistico di rara importanza, i nostri giovani debbono diventare imprenditori di sé stessi a partire dalle radici culturali e dalla ricchezza rappresentata sia dal nostro territorio che dall'esperienza che noi, come educatori, abbiamo il dovere e il piacere di trasmettere loro".
"Lo sforzo di Luca Amitrano di rimanere in Italia e avvalersi del lavoro dei nostri migliori giovani professionisti", continua Roberto Tasciotti, "deve farci riflettere sul fatto che anche noi a Fiumicino stiamo vivendo il problema dell'emigrazione delle nostre migliori intelligenze. Non è possibile che i ragazzi che prepariamo con tanto amore nelle nostre scuole siano poi costretti a lasciare i luoghi di origine. Noi come scuola assolviamo a tutti i nostri compiti anche perseguendo nuove strade, come dimostra questa sperimentazione. Ma c'è bisogno che l'amministrazione comunale faccia molto di più, ponendosi il problema del lavoro per i giovani come fondamentale e coinvolgendo nelle sue scelte quel grande patrimonio rappresentato dai diplomati delle nostre scuole, dagli studenti universitari e dai nostri neolaureati".
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