Fregene - Sabato 29 giugno, alle ore 21, presso l’Arena Fellini di Fregene a lungomare di Levante 50, si svolgerà la cerimonia di premiazione della 35° edizione del Premio Fregene. La giuria consegnerà i riconoscimenti ai seguenti vincitori: saggistica: Laura Boldrini per “Solo le montagne non si incontrano mai” – Rizzoli; letteratura – Opera complessiva: Andrea Camilleri; narrativa: Serena Dandini per “Ferite a morte” – Rizzoli; giornalismo: Enrico Mentana. La manifestazione, che si svolge con l’adesione del Presidente della Repubblica, ha i patrocini della Presidenza del Consiglio dei Ministri; Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della PCM; Ministero degli Affari Esteri; Ministero per i Beni e le Attività Culturali; Consiglio Nazionale delle Ricerche; Presidenza della Regione Lazio; Presidenza della Provincia di Roma; Comune di Fiumicino. La giuria è composta da Francesca Alliata Bronner, Marco Antonellis, Fabrizio Battistelli, Paola Cacianti, Marcello Ciccaglioni, Laura Delli Colli, Gianpiero Gamaleri, Luciano Onder, Marina Pallotta, Maria Rita Parsi, Daniela Tagliafico, Marcia Theophilo. Giurati onorari: Angelo Consalvo e Rossana Montesperelli Pallotta. “Il Presidente Giorgio Napolitano ha inviato alcune medaglie da consegnare ad ogni premiato. Ringraziamo il presidente per l’onore che ci ha voluto concedere e che rappresenta il consenso più autorevole che il Premio Fregene potesse sperare di ottenere. Siamo grati e orgogliosi perché giunge da un uomo molto amato la cui stima da parte di tutti i cittadini è aumentata giorno dopo giorno, confermata dalla sua esemplare integrità. Un premio vive della tradizione che costruisce e delle innovazioni che introduce, vive di memoria e di futuro, come ogni attività culturale. In questi anni così profondamente segnati dal mutamento e quindi gravidi di rischi ma anche ricchi di speranze, la cultura e la lettura hanno un ruolo importante per aiutarci a comprendere e ad immaginare, ed essere parte attiva del nuovo che occorre costruire. Ogni premio, anche questo, può dare un suo contributo”, dichiara Marina Pallotta, presidente del Premio Fregene.


Condurranno le interviste ai premiati Paola Cacianti, Marina Pallotta, Daniela Tagliafico, Cinzia Tani. Suonerà il violoncellista Fabio Cavaggion, Margot Sikabonyi leggerà alcuni monologhi tratti dal libro “Ferite a Morte” di Serena Dandini. Laura Boldrini “Solo le montagne non si incontrano mai” (Rizzoli), Saggistica Premiare “Solo le montagne non si incontrano mai” (Rizzoli, 2013) è premiare anzitutto un impegno: quello che Laura Boldrini, nelle vesti di portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il 9 giugno 2008, ospite a della trasmissione di Rai Tre Chi l’ha visto?, “si era presa con se stessa”. E che, a distanza di anni, prodigandosi con dedizione nella difesa dei diritti degli ultimi, “finalmente ha potuto portare a termine”. Sullo sfondo della guerra civile somala e del più grande campo profughi al mondo – quello di Dadaab che, nel nord-est del Kenya, ospita quasi 500mila somali – si intreccia l’intensa e toccante storia di un padre, Mahad e di sua figlia Murayo che, per colpa del destino, si perdono ma che quattordici anni dopo si ritrovano. Premiare “Solo le montagne non si incontrano mai” è premiare un altro impegno ancora: quello dei mezzi di comunicazione di massa la cui straordinaria funzione di contatto sociale, se esercitata nel rispetto della tolleranza, della convivenza e della democrazia culturale, può creare e ristabilire ponti tra mondi diversi ma, alle volte, così uguali, rendendoli improvvisamente una cosa sola se solo si ha il coraggio di attraversare il ponte e di andare dall’altra parte. Premiare “Solo le montagne non si incontrano mai” è premiare l’esercizio della paternità a tutti i costi, di quella psicologica prima ancora che biologica. Da una parte c’è il padre putativo di Murayo che non se la sente di abbandonarla in un orfanotrofio a Mogadiscio e, così, decide di potarla con sé in Sicilia; dall’altra il padre naturale, Mahad, vittima, prima, di un incidente che gli impedisce di tornare all’ospedale militare italiano dove è ricoverata Murayo, vittima, poi, della sua condizione di rifugiato che non gli permette di lasciare il campo. Ma anche da lì, padre e figlia sono destinati a rincontrarsi. E se è vero che quando due mondi si sfiorano ed acquista senso esperienziale la loro relazione ne scaturiscono un terzo, un quarto, un quinto,


“Solo le montagne non si incontrano mai” è anche la storia di due famiglie che si conoscono e si riconoscono l’una nell’altra e, insieme, la storia di quanti girano intorno alle vite dei protagonisti, in primis l’autrice il cui racconto autobiografico, tanto sul piano personale quanto su quello professionale, a tratti, si intreccia profondamente con “la storia di Murayo e dei suoi due padri”. Maria Rita Parsi, Psicopedagogista, Psicoterapeuta, Docente universitaria, Scrittrice. Andrea Camilleri – Letteratura, Opera complessiva Andrea Camilleri racconta spesso di sentirsi un po’ come Georges Simenon con Maigret: entrambi sono “ricattati” dai loro personaggi. Eppure senza il commissario Montalbano lo scrittore di Porto Empedocle non sarebbe volato così in alto nelle classifiche dei libri più venduti e della popolarità che ha incontrato solo in età matura. Ha, infatti, quasi 70 anni Camilleri quando “inventa” quel poliziotto di Vigàta, personaggio subito amatissimo da milioni di lettori prima e telespettatori in seguito: è il 1994, esce La forma dell’acqua, il primo romanzo, e la sua vita cambia inesorabilmente. Pensava, sperava forse, di fermarsi a quel primo libro per poi dedicarsi ad altre stesure, ad altri soggetti, ma il clamoroso e inaspettato successo non glielo permette. Dopo La forma dell’acqua il fenomeno cresce, titoli come Il Birraio di Preston (1995), La concessione del telefono e la Mossa del Cavallo (1999), La prima indagine di Montalbano (2004) vendono milioni di copie con crescente successo mentre la serie televisiva su Montalbano con Luca Zingaretti ne fa un autore cult. Ma lui rimane se stesso, non si monta la testa, resta attaccato alla sua Sicilia. In tutta l’opera di Camilleri, infatti, batte il cuore della Sicilia, che sia Montalbano o il Re di Girgenti: la sua isola natìa, il luogo della radici e della memoria ma soprattutto lo spazio dell’invenzione narrativa. Più volte ha confidato che non saprebbe scrivere nulla che non sia ambientato in Sicilia. Straordinaria la sua capacità linguistica di farsi capire, da Palermo a Torino agli Stati Uniti, con quel pastiche di dialetti e lingue: un mix di italiano, spagnolo, siciliano, genovese, una sorta di “lingua mediterranea” che è poi la lingua dei pescatori siciliani.


Con la sua opera ha creato un fenomeno letterario, una fedeltà di scrittura e di lettori che non ha mai tradito. Fra poco meno di due anni Camilleri festeggerà 90 anni (e 20 di Montalbano): il regalo che desidera, ha confidato, ma è il desiderio di tutti, è che continui a scrivere.  Francesca Alliata Bronner, Giornalista di “La Repubblica” Serena Dandini – “Ferite a morte” (Rizzoli), Narrativa. Conduttrice, scrittrice e sceneggiatrice, Serena Dandini ha incarnato a lungo quella "comicità d'autore" che persiste coraggiosamente in alcune trincee della produzione televisiva di qualità, scampate alla demolizione mentale e morale dell'ultimo ventennio. Se fin dagli esordi della sua carriera in Rai Serena ha ideato e realizzato programmi radiofonici e televisivi capaci di tenere insieme humour, buon gusto e impegno culturale, con il volume "Ferite a morte" edito quest'anno da Rizzoli il tono si fa serio e l'impegno assurge a testimonianza civile. Testi nati come tessere di un mosaico teatrale - portato nelle piazze di varie città italiane da interpreti di eccezione, attrici e non - danno vita a un libro speciale. Innanzitutto perché il prodotto è un racconto unitario pur nella polifonia delle voci e nella compresenza di almeno due stili espressivi diversi. Nella prima parte quello narrativo, che è incalzante, sorprendente, coinvolgente. Nella seconda parte (con la collaborazione di Maura Misiti) quello saggistico, che è sobrio, razionale, documentato. L'uno e l'altro, comunque, con un tratto di fondo in comune: la durezza. Non si tratta di un espediente letterario; è l'oggetto che è irrimediabilmente duro. Qui prende corpo la seconda specificità del  libro. Ferite a morte" narra infatti le uccisioni di donne per mano di uomini. Le statistiche internazionali parlano chiaro: tra i 44.000 e i 66.000 casi all'anno, pari al 17% degli omicidi a livello mondiale, con picchi di 10 casi ogni 100.000 donne in El Salvador, Guatemala, Giamaica,  Sudafrica. Per descrivere questo tragico fenomeno oggi esiste un termine: "femminicidio". La sociologa Diana Russell - lo definisce "l'assassinio di donne ad opera di uomini, perchè sono donne". A questa categoria appartengono i delitti “d'onore" nel Sud del mondo e i delitti “passionali" nel nord. Non che "Ferite a morte" ignori le differenze individuali, anzi. Raccontando le storie dell'italiana Carmela, dell'americana Maggie, della giapponese Tomoko, dell'afghana Amina, il libro è sapiente nel delineare con tocchi precisi il contesto della vicenda, la personalità del carnefice, della vittima, dei testimoni, le cose stesse - gli ingredienti di un piatto, i vestiti indossati - che danno sapore e colore alla vita. Anche il linguaggio è un aiuto prezioso quando, come nella scena italiana, lascia cadere indizi dialettali molto vivi e molto veri, che immediatamente la situano a Napoli o nella pianura padana. Ritratti ricostruiti con l'immaginazione a partire da fatti rigorosamente veri. Descrizioni di eventi inquietanti offerte con empatia e tenerezza.


Addirittura con un'impercettibile ironia, plausibile in un paradiso di persone che dall'alto osservano questo nostro mondo inutilmente crudele. Un contributo importante alla consapevolezza di un'emergenza sociale misconosciuta e, insieme, una prova letteraria affascinante che non allontana ma anzi avvicina il lettore. Fabrizio Battistelli, Ordinario di Sociologia, Direttore del Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche presso la“Sapienza”; Presidente di Archivio Disarmo. Enrico Mentana – Giornalismo “Mentana Enrico, giornalista italiano. Ha intrapreso la carriera giornalistica nel 1980, presso la redazione esteri della Rai; inviato del tg1 ha in seguito ricoperto la carica di vice direttore del tg2. Nel 1992 è passato a Canale 5, dove ha fondato il nuovo telegiornale tg5, di cui è stato direttore fino al 2004, anno in cui viene nominato direttore editoriale di Mediaset. Dal 2005 si è dedicato alla realizzazione e conduzione di Matrix, format di attualità e di approfondimento. Nel 2009 ha lasciato Mediaset e l’anno successivo è passato alla rete La7, di cui ha assunto la direzione e la conduzione del telegiornale”. Non è da tutti avere questo profilo sull’Enciclopedia Treccani. E’ uno dei tanti meriti di Enrico Mentana, che iniziò il mestiere facendo il correttore di bozze alla Gazzetta dello Sport, quando aveva 18 anni. Di lui, il critico Aldo Grasso ha detto: ”E’ il più bravo. Nessuno come Mentana ha saputo interpretare il ruolo del conduttore: per ritmo, per senso della notizia, per autorevolezza”.  Proprio il suo senso del ritmo, gli è valso il soprannome ”mitraglia”. Un soprannome che non rende merito alla sua grande capacità di far riflettere il pubblico, di condurlo per mano nella comprensione delle notizie, di calamitarlo nel cuore degli avvenimenti. Il “suo” telegiornale de La7 è stata la vera, grande, rivoluzionaria novità del panorama informativo della tv. Mentre tutti i telegiornali erano concentrati sulla cronaca, Enrico Mentana ha deciso di occuparsi di politica, esattamente come, poco meno di venti anni prima, aveva puntato sulla cronaca, mentre gli altri notiziari consumavano le loro liturgie sulla base degli schemi partitocratici. Lui stesso ha spiegato così il successo della sua svolta: ”il nostro tg doveva dare le notizie che gli altri non davano, essere percepito come libero…“. Ma non è solo questione di contenuti. Il talento di Enrico Mentana è quello della “narrazione”. Il suo tg ha rotto gli schemi classici, iniziando, anziché con i titoli, con una sorta di prologo che a volte sconfina nell’editoriale, un’anticipazione che contiene in nuce il senso dei trenta minuti che seguiranno. In occasione di edizioni straordinarie del tg de La7, Mentana è stato capace di stare in diretta per ore, se non per intere giornate, senza cedimenti, con la stessa incisiva capacità di “bucare il video”. Il suo segreto? “non avere ansia” - ha rivelato. Altro che mitraglia!!! Daniela Tagliafico, Giornalista, Direttore di Rai Quirinale dal 2006 al 2013. Suonerà il violoncellista Fabio Cavaggion, la cui storia abbiamo conosciuto attraverso alcuni articoli di Daniela Amenta sull’Unità. Cavaggion, diplomato al Conservatorio di Reggio Calabria e con una lunga esperienza nell'orchestra del Portogallo, ha un permesso di due ore del Comune per suonare a Roma in piazza San Simeone. Suona Bach; la musica è bellissima e il pubblico lo ascolta rapito. Un pomeriggio, invece che alle 16, ha iniziato a suonare alle 15,55: cinque minuti fatali, che hanno scatenato la solerzia di un vigile che gli ha sanzionato una multa di 50 euro. (L’episodio fra l’altro si è ripetuto più di una volta).


La notizia è stata colta da migliaia di lettori che hanno scritto al giornale indignati e a favore per questo maestro bravo e sensibile che, dopo tanti anni di studio e sacrificio, si guadagna il poco che può nelle strade di Roma. Margot Sikabonyi leggerà alcuni brani tratti dal libro “Ferite a Morte” di Serena Danini. L’attrice, di padre ungherese e madre canadese, nota soprattutto per il ruolo di Maria Martini nella serie Un medico in famiglia, tra il 2007 e 2008 ha frequentato la Vancouver Film School dove ha girato i cortometraggi “Standing on One Leg”, per la regia di Andrei Moxham e “Warehouse Games” di Alejandro Montoya Marin. Si è impegnata in teatro “Le donne di Picasso” con Milena Vukotic per la regia di Terry D’Alfonso e “Aggiungi un posto a tavola” per la regia di Garinei e nella pièce “Costellazioni”, scritta dal giovane ed apprezzato drammaturgo londinese Nick Payne, per la regia di Silvio Peroni, con Alessandro Tiberi. Il premio consiste in 2.500 euro e in una scultura argentea del Maestro Claudio Franchi, argentiere, orafo, designer, storico dell’arte e restauratore di oreficerie antiche. Tra i progetti più significativi del suo percorso artistico si possono citare, per fare alcuni esempi: la realizzazione dell’Anello del Pescatore per Sua Santità Benedetto XVI e la Nuova Icona Acheropita. Ricopre la carica di Vice Presidente dell’Associazione Regionale Romana Orafi in Confcommercio ed è Presidente dell’Associazione Internazionale Arti & Mestieri Tor di Nona. La Giuria è formata da Francesca Alliata Bronner, Laureata in Lettere e Filosofia è giornalista professionista e lavora da 30 anni al quotidiano "La Repubblica" dove si occupa di iniziative speciali, società e cultura oltre a far parte della redazione delle “Guide” di Repubblica. Ogni venerdì inoltre firma un blog di Travel & Food su Huffington Post Italia. Tra le sue interviste più importanti, si ricordano quelle a Oriana Fallaci, Isabel Allende, Nadine Gordimer, Wilbur Smith, Nureyev, Federico Fellini, Sophia Loren, Umberto Veronesi. Marco Antonellis, Laurea in Scienze Politiche alla "Sapienza" e Master in Giornalismo alla “Luiss” di Roma, Giornalista politico/economico ed esperto di comunicazione. Ha lavorato per giornali e aziende, sviluppato progetti editoriali e di comunicazione sino a diventare il capo ufficio stampa dell'Adnkronos, la più importante agenzia di stampa privata italiana. Appassionato tessitore di relazioni ha fondato nella capitale un importante punto di incontro tra politica, economia e giornalismo, il "cenacolo". Fabrizio Battistelli, Ordinario di Sociologia presso L’Università “La Sapienza”, dove dirige il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche. Nel 1982 ha fondato Archivio Disarmo, Istituto di ricerche internazionali sui temi della pace, della sicurezza e della cooperazione internazionale, che organizza annualmente il Premio Giornalistico Colombe d’oro per la pace. È stato tra i primi a portare in Italia la sociologia dei fenomeni strategici, pubblicando sull’argomento 12 volumi e numerosi saggi, alcuni dei quali tradotti nelle principali lingue europee. Tra i suoi libri più recenti, La fabbrica della sicurezza (Angeli, 2008), dedicato a sicurezza e insicurezza nella città contemporanea, e Opinioni sulla guerra (Angeli 2012), sugli atteggiamenti dei cittadini di fronte all’uso della forza nelle relazioni internazionali. All’attività scientifica unisce quella letteraria pubblicando oltre al pamphlet Il candidato perfetto. Consigli a un figlio che vuole fare carriera in politica (Editori Riuniti), due romanzi: Riziero e il Collegio invisibile (Garzanti) e Il Conclave (riedito nei Tascabili Einaudi nel 2013).


Paola Cacianti, Da oltre venti anni è inviato del TG Uno per la cultura, il costume e la moda. Nata a Roma, laureata alla “Sapienza” in Letteratura Moderna e Contemporanea con specializzazioni in Critica Letteraria e Critica d’Arte. Professionista dal 1980, ha iniziato la carriera di giornalista negli anni dell’università collaborando a vari periodici, a  quotidiani e alla radio. Per quindici anni si è occupata di politica e cultura all’Avanti! Come caporedattore del supplemento settimanale del quotidiano cui hanno collaborato i migliori intellettuali di quegli anni, da Alberto Moravia a Norberto Bobbio a Bernard Henry Levy. Marcello Ciccaglioni, Presiede attualmente il gruppo Arion, il principale network di librerie indipendenti della Capitale. Una realtà oggi unica anche nel panorama nazionale, che quest’anno ha ricevuto il Premio Librerie dell’Anno dalla Scuola per Librai di Venezia, la più importante istituzione formativa del nostro paese. In oltre 50 anni di attività, Ciccaglioni ha perseguito costantemente un modello di libreria fondato sulla professionalità dei librai, sul valore di squadra, sull’alto livello di servizio per i lettori. Tutti obiettivi che fanno oggi delle Arion una realtà non soltanto radicata nel territorio, ma vero punto di riferimento sociale e culturale nei vari quartieri su cui opera: dai centri commerciali alle aree residenziali, dal Palazzo delle Esposizioni alle Scuderie del Quirinale, fino al cuore della città con librerie in Via Veneto, Piazza Montecitorio e Via Cavour. Laura Delli Colli, Giornalista, autrice di libri, organizzatrice di eventi cinematografici e culturali, direttore di festival (i nuovi Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento e i Nastri d’argento a Roma e Taormina). Presidente del Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani, l’associazione di 350 cronisti di cinema attiva dal 1946, per la quale è anche direttore responsabile dell’house organ, Cinemagazine. Freelance dal 2011 ha iniziato all’Agenzia Adn Kronos, è stata cronista per gli Spettacoli a La Repubblica, poi inviato speciale a Panorama. Ha pubblicato, tra gli altri, Dadaumpa, trent’anni di televisione in Italia, (Gremese 1984), Fare Cinema (Gremese 1988), Monica Vitti, premio Castiglioncello per la saggistica, (Gremese 1990), Notorius, personaggi in cerca di popolarità con M. Ugliano (Lupetti 1995) e un piccolo fenomeno editoriale che ha lanciato la moda del cinema in cucina: Il gusto del cinema italiano e internazionale (Elleu 2003 e Cooper 2007) in una serie di fortunati volumetti tra cinema e ricette, cento ricette rubate ai film italiani e internazionali. È stata anche autrice di Eur, si gira (Lupetti 2006), la storia e l’immagine di un set unico al mondo, fra cinema, architettura, fiction e pubblicità e L’indice dei famosi. Vent’anni di celebrità. I nuovi miti della TV, del cinema e dello sport (Franco Angeli 2007), Eur, è cinema ( Palombi 2008), Il gusto del cinema, almanacchi 2008-11. Nel 2011 ha realizzato, con la regia di Guido Torlonia, il documentario Handmade Cinema, storia dei grandi artigiani, spesso sconosciuti, che continuano a realizzare, nel più assoluto anonimato, con le loro insostituibili mani, creazioni per il più grande cinema, anche hollywoodiano. Gianpiero Gamaleri, Ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, è Vicepreside coordinatore della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno - UTIU - di Roma. Già Dirigente della Rai, è stato Consigliere di Amministrazione dell’Azienda dal 1998 al 2002. Attualmente è Membro del Consiglio di Amministrazione del Centro Televisivo Vaticano e Presidente del CCR - Comitato per la Cinematografia dei Ragazzi. E’ Presidente dell’Adisu Roma Tre, ente regionale per il diritto allo studio presso l’Università Roma Tre. E’ stato fondatore, con Giovanni Giovannini e altri, e già componente del Comitato direttivo della Scuola di giornalismo della Luiss-Guido Carli. Giornalista professionista, collabora a quotidiani, periodici, riviste specializzate. E’ autore di numerosi libri: La galassia McLuhan (Armando,1976, nuova edizione 2013), I fatti (non) separati dalle opinioni. Leggere l’attualità con gli occhi di un sociologo,(Ed. Kappa, 2009); Le mail di Ob@ma.I nuovi linguaggi per finanziare una campagna elettorale e vincere le elezioni, (Armando, 2010).


Nella collana I Classici della Comunicazione, di Armando Editore, diretta insieme a Mario Morcellini, ha curato il saggio di Francesco Alberoni Pubblicità, televisione e società nell’Italia del miracolo economico (Roma 2011), e il libro di Abraham Moles Sociodinamica della cultura, (Roma 2012). Fabrizio Monaco , Laurea in Scienze Politiche a La Sapienza di Roma. Giornalista dal 1990, ha lavorato per quotidiani romani e riviste nazionali. Oggi collabora con Il Messaggero ed è direttore editoriale di Qui Fregene. Ha partecipato alla realizzazione dei volumi di ricerca storica e fotografica su Fregene “Biglietto per visitare Fregene”, “Fregene: 1928-1998, settanta anni di storia”, ha editato libri, pubblicazioni e riviste sul litorale romano. Con Marina Pallotta ha curato le edizioni di “Fregene Racconta” e “Fregene Racconta ancora”. Vice Presidente della pro loco di Fregene. Luciano Onder, Giornalista, vice direttore del Tg2, si occupa di divulgazione medico-scientifica in Rai da più di 30 anni. La trasmissione Medicina Trentatrè realizzata da Luciano Onder è il programma più apprezzato dai telespettatori nell’offerta Rai e che in assoluto ha registrato i migliori giudizi di qualità percepita e di valore pubblico (insieme a  Report e Ulisse). Questo nel monitoraggio della “Qualità dell’offerta televisiva” promossa dalla Rai nell’autunno 2012. La trasmissione vuole essere un servizio utile per il telespettatore, semplice e divulgativa, con informazioni serie e documentate. Tutti i temi della medicina vengono affrontati con esperti qualificati: Onder, ad esempio è stato il primo in Italia a parlare e a far conoscere l’Aids, che era definita “Sindrome dei gay” all’inizio degli anni ’80. Trentatrè è la trasmissione più longeva della Rai; non si è mai interrotta dal primo numero nel marzo 1981. Successo notevole hanno anche avuto altre trasmissioni di divulgazione medica realizzate da Onder: Salute, I consigli del medico, In buona salute. Luciano Onder, laureato in Storia moderna nel 1965 con il professor Renzo De Felice, ha insegnato per anni all’Università La Sapienza ed ha iniziato a lavorare in Rai nel 1966 per realizzare con Sergio Zavoli la serie di trasmissioni “Nascita di una dittatura”, vero modello di informazione e di cultura. Famose, di grande successo altre trasmissioni di ricostruzione storica: “Gli anni del consenso in Italia: 1936-39”, “Svastica. Le origini del nazismo”. Onder è stato anche responsabile del canale di divulgazione scientifica “Explora”, realizzato da Rai Educazione in collaborazione con il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e il MIUR (Ministero Università Ricerca). Tutti i nomi degli scienziati italiani, tutti i temi scientifici sono stati trattati in questo canale in onda su satellite tra il 2002 e il 2008. Numerosi gli attestati concessi a Luciano Onder nel corso degli anni, dal Premio giornalistico Saint Vincent al riconoscimento di Cavaliere del lavoro. Onder è stato membro di diverse commissioni istituzionali, come la Commissione per le Biotecnologie della Presidenza del Consiglio e la Commissione Bioetica dell’Università Cattolica - Facoltà di Medicina. Maria Rita Parsi, Psicopedagogista, psicoterapeuta, docente universitaria, scrittrice. Lavora a Milano, Roma e nella Svizzera italiana. Ha fondato e dirige la Società Italiana di Psicoanimazione (SIPA). Fa parte dell’Istituto Riza e scrive sulle riviste Riza Psicosomatica e Riza Scienze. E’ consigliere direttivo e membro della Società Italiana di Psicologia.


Ha dato vita alla Fondazione Movimento Bambino ONLUS che conta quattro centri (Roma, Milano, Vittorio Veneto, Mazara del Vallo) per la diffusione del pensiero e dell’arte dei bambini contro gli abusi e i maltrattamenti, e per la tutela dei ragazzi. Ha al suo attivo più di 50 pubblicazioni saggi, romanzi, testi scientifici. Tra le sue opere ricordiamo: Animazione in Borgata (1976), Lo Scarico (1979), Album, romanzo per Savelli , I quaderni delle bambine (1990), L’amore dannoso (2000), Chat ti amo (2001), Cuore di mostro (2002), Amori imperfetti (2003), La natura dell’amore (2005), editi tutti da Mondadori, e Il cervello dipendente, scritto con Luigi Pulvirenti, Salani Editore (2007). Recentemente ha pubblicato: Alle spalle della luna, e Single per Sempre e Ingrati - la sindrome rancorosa del beneficato (Mondadori 2011), e, con Elena Mora, Manuale antiansia per i genitori (Piemme 2009), Nel 2012 ha pubblicato La felicità è contagiosa (Piemme) e Doni. Miracoli quotidiani di gente comune (Mondadori). Daniela Tagliafico, Laureata a Torino in Scienze Politiche, allieva di Norberto Bobbio e Luigi Firpo, è giornalista dal 1982. Ha lavorato molti anni con Enzo Biagi, collaborando con lui alle trasmissioni televisive su Raiuno. Si è occupata di politica estera e politica interna nella redazione del TG1 di cui, in seguito, è stata a lungo Vice Direttore, responsabile dell’edizione delle 13,30. Al TG2 ha diretto il settimanale di approfondimento “Dossier”. Vice Direttore dei Servizi Parlamentari della Rai fino al 2006. Nel maggio 2006, con l’elezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica, ha assunto l’incarico di Direttore di Rai Quirinale. Cinzia Tani, Scrittrice, autrice e conduttrice di programmi radio-televisivi. E' docente di scrittura creativa presso vari Istituti e Università italiane e ha diretto i mensili Elite e Firma. Ha pubblicato i libri: Sognando California (Marsilio), Premiopoli (Mondadori), I mesi blu (Marsilio), FantasticaMente: Paure e manie degli Italiani (Nuova Eri), Dalla Russia alla Russia (Longanesi), Assassine (Mondadori), Come Vivere FantasticaMente con cento paure (Rai-Eri ), Coppie assassine ( Mondadori), Nero di Londra (Mondadori), Amori al bivio (Sperling & Kupfer), Amori crudeli (Mondadori), I segreti delle donne (Sperling & Kupfer), L’insonne (Mondadori), Rosso (Giulio Perrone Editore), Sole e ombra (Mondadori), La brava moglie (Piemme), Panico (Mondadori), Lo stupore del mondo (Mondadori), Rabbia (Mondadori), La migliore amica (Piemme), La Mela (Gallucci), Charleston (Mondadori), Io sono un'assassina (Mondadori), Stringimi (Piemme), Il bacio della Dionea (Mondadori), Mia per sempre (Mondadori). E’ Cavaliere della Repubblica per meriti culturali. Marcia Theophilo, Poeta ed antropologa, è nata a Fortaleza in Brasile, e vive tra Roma e il Brasile. Rappresenta l’Unione Brasiliana di Scrittori in Italia. Fra i numerosi premi ricevuti: “Nactional de Contos Editoria, 1969”; “Minerva, ‘83”; “Città di Roma, ‘92”; “Premio Fregene per la Poesia, ‘96”; “Nuove Sant’Egidio 2000”; “Carsulae: Prix international E.I.P. Jacques Muhlethaler 2005 per la poesia”, “I diritti umani e la natura”; “Leggere per conoscere-Un libro per la Scuola, un Autore per domani, 2006”; “Un bosco per Kyoto”, e dal 2009 ne è membro della giuria, “Premio Green Book”, 2010 per il libro “Amazzonia sempre”, “Premio Il senso di una vita”, alla carriera, 2011. Ha ricevuto da Fulco Pratesi il Premio Panda come testimonial di biodiversità e del WWF Italia. Premio Lerice Pea 2011-Opera Poetica; Premio Eugenio Montale-Sarzana-2012; Premio speciale Camaiore 2012. Ha pubblicato numerosi libri: Os convites; Gli indios del Brasile; Bahia terra marina; Catuete curupira; O Rio, O Passaro; Dds Nuvens; Io canto l’Amazzonia, Amazon Sings; Tutti i fiumi della Terra-Todos os rios da terra; Amazzonia respiro del mondo, Passigli ed.; Amazzonia madre d’acqua, Passigli ed.,2007; Pjesme/Poemas, Croatian P.E.N. CENTRE, Zagreb; Amazonas Varldens andetag-2 Kronors forlag, Hoor; Amazzonia sempre, Darwin ed., patrocinato dalla Commissione Italiana UNESCO, Amazzonia oceano di alberi, Tracce ed., 2011; Recentemente: La dea Giaguaro, Darwin e Tracce ed., e Epopeia-Amazzonia ULTIMA ARCA, Passigli ed., con saggio di Walter Pedullà. Fa parte della lista di candidature al premio Nobel ed è testimonial dell’iniziativa “Per una Cultura della Biodiversità”, promossa dalla Commissione Italiana UNESCO per la campagna di educazione allo sviluppo sostenibile Storia del Premio Fregene  Nato nel 1979 da un’idea del giornalista Gino Pallotta, “il premio attribuisce annualmente un riconoscimento a personalità, italiane e straniere, che hanno contribuito con il loro impegno letterario, artistico, scientifico e professionale alla crescita della nostra società”. Il Premio Fregene vuole accendere un riflettore sugli Autori capaci di far compiere al pubblico una riflessione attenta sugli argomenti di attualità, di storia, di arte, di scienza. Già il riconoscimento concesso a Eugenji Evtuscenko anticipava l'impegno internazionale del "Fregene": Arthur Schlesinger, Melina Mercouri, Tennessee Williams tra i vincitori delle prime edizioni. A distanza di tanti anni dalla sua nascita, il premio ha adottato una formula che lo rende diverso dalle altre manifestazioni, è una sorta di talk show, di contenitore culturale, di spettacolo informativo e di approfondimento. I giurati intervistano i personaggi premiati i quali hanno la possibilità di dialogare, di compiere ragionamenti e riflessioni sui grandi temi nazionali e internazionali. Si crea così un faccia-a-faccia, che diventa spettacolo. Il premio, con la sua storia, ha tracciato un percorso di esplorazione aperta e non settoriale nel vasto e complesso campo della cultura, da quella umanistica a quella scientifica, dalla narrativa alla saggistica, attraverso l’indicazione di protagonisti e la segnalazione delle opere. Con questo spirito sono stati scelti a volte anche personaggi elitari come, ad esempio, Carmelo Bene, premiato nel 2000 per la Poesia, che sul palcoscenico del Fregene ha dato vita ad una delle sue ultime interpretazioni. Un evento.


Così come il premio attribuito a Gore Vidal lo scrittore americano radicale e geniale definito da Fernanda Pivano (anche lei Premio Fregene per la Letteratura nel 1997) "il più grande scrittore americano vivente". Sono stati consegnati anche Premi Speciali, fra i tanti si ricorda quello a Carla Fracci, per “Una vita per la Danza”, e a Umberto Pizzi, per il fotogiornalismo Grandi personaggi, dunque, grandi storie. Un premio vive della tradizione che costruisce e delle innovazioni che introduce, vive di memoria e di futuro, come ogni attività culturale. ”In questi anni così profondamente segnati dal mutamento e quindi gravidi di rischi ma anche ricchi di speranze, la cultura ha un ruolo importante per aiutarci a comprendere e ad immaginare e dunque essere parte attiva del nuovo che occorre costruire. Ogni premio, anche questo, può dare un suo contributo. E' la speranza che ispira la Giuria, nell’impegno del Premio Fregene. Il Premio ha intrapreso un discorso intenso anche sul piano scientifico con il riconoscimento attribuito a grandi autorità come i Nobel Rita Levi Montalcini, John Eccles, Carlo Rubbia, nonché ad altri scienziati e ricercatori come Edoardo Amaldi, Umberto Veronesi, Sabatino Moscati, Renato Dulbecco, Luc Montagnier, Margherita Hack. Per la Narrativa si citano soltanto alcuni nomi: Giorgio Bassani, Alberto Bevilacqua, Andrea Camilleri, Luce d’Eramo, Massimo Grillandi, Dacia Maraini, Giorgio Montefoschi, Alberto Moravia, Nantas Salvalaggio, Francesca Sanvitale, Fernanda Pivano, Michele Prisco, Giampaolo Rugarli, Paolo Volponi, Carlo Sgorlon, Sandro Veronesi, Antonia Arslan, Gianrico Carofiglio, Carmelo Bene, Sandro Veronesi, Simonetta Agnello Hornby, Silvia Avallone. Per la Saggistica: Pino Arlacchi, Enzo Biagi, Remo Bodei, Antonino Caponnetto, Furio Colombo, Domenico De Masi, Achille Bonito Oliva, Giampaolo Pansa, Arrigo Petacco, Paolo Portoghesi, Eugenio Scalfari, Giuseppe Turani, Giuliano Vassalli, Fulco Pratesi, Giuseppe De Rita, Corrado Augias, Andrea Carandini, Franco Ferrarotti. Per la Comunicazione: Brando Giordani, Biagio Agnes, Nuccio Fava e la Redazione di TG1- Sette, Carlo Massarini, Patrizio Roversi, Marco Presta e Antonello Dose, Beppe Severgnini, Philippe Daverio. Infine, scrittori, giornalisti, economisti come Piero Angela, Paolo Flores d'Arcais, Massimo Franco, Vittorio Foa, Paolo Guzzanti, Giuseppe Josca, Roberto Giacobbo e Riccardo Luna, Paolo Mieli, Indro Montanelli, Alberto Ronchey, Gianni Rocca, Beppe Severgnini, Giovanni Spadolini, Leo Valiani, Demetrio Volcic, Sergio Zavoli, Fiamma Nirenstein, Magdi Allam, Massimo Mucchetti, Gianni Riotta, Marcello Veneziani, Giovanni Floris, Vincenzo Cerami, Antonio Caprarica, Laura Laurenzi, Toni Capuozzo, Giovanni Minoli, Gianni Minà, Gian Antonio Stella, Pino Scaccia, Candido Cannavò, Antonio Di Bella, Aldo Cazzullo, Mario Orfeo, Marcello Sorgi, Arrigo Levi, Franco Di Mare, Roberto Napoletano. Fra i Premi Internazionali: Judith Thurman, Tahar Ben Jelloun, Predrag Matvejevic, Jostein Gaarder, Manuel Vazquez Montalban, Gore Vidal, Paulo Coelho, Dominique Lapierre, Alicia Giménez Bartlett, Petros Markaris.