Acilia - Alle 14.30 di oggi, lunedì 2 gennaio, in largo Cesidio Da Fossa presso la parrocchia di San Francesco ad Acilia l’ultimo saluto a Debora e Aurora, vittime il 28 dicembre scorso del crollo della palazzina in via Giacomo della Marca. Una Comunità Parrocchiale, un quartiere del X Municipio di Roma, tutta Ostia e la sua Città si è stretta insieme fin dalle prime ore della tragedia.

“Siamo come un piccolo paese – ci racconta un abitante del luogo – ci conosciamo, ci vogliamo bene anche se qualche volta c’è qualche litigio come in tutte le grandi famiglie. C’è collaborazione, c’è integrazione seppure nelle differenze di cultura di nazionalità, siamo uniti dalle cose pratiche della vita quotidiana”.

Sono importanti queste parole, soprattutto per via di un pericolo costante dal momento della tragedia: che il dolore forte si trasformi in rabbia irrazionale. Nella notte si sarebbero uditi spari in lontananza: la gente ha paura. Si alza dunque l’appello al senso di responsabilità, soprattutto verso politici e media, affinché non si descrivano o peggio alimentino attriti che non esistono, una realtà che non è quella quotidiana: non si soffi sul fuoco, non si faccia il gioco del diavolo. Sullo sfondo di questo ulteriore fatto drammatico capitato nella ‘commissariata città ostiense (X Municipio di Roma)’ si percepisce la necessità sempre più impellente che le Istituzioni, i Servizi Pubblici, la presenza autorevole di Operatori Sociali sia costante, attiva sempre, che questo Territorio abbia presto l’attenzione di proprie autorità, di propri politici, di propri strumenti e risorse per essere vicino alla gente.

 Oggi la celebrazione sarà un abbraccio di tutti, le letture svolte dai catechisti e anche dagli amici del gruppo giovani, di Lorenzo il fratello di Aurora che è parte da sempre della vita di questa realtà pastorale. “Leggeremo brani pieni di Speranza e di conforto – ci fa sapere una Catechista di San Francesco – preparati con Sapienza insieme a don IVIN che da poco è Parroco presso di noi e che così intensamente sente la nostra Comunità. Ci sarà il nostro Coro e ci aiuterà anche il Coro di Dragona. Ci saranno tanti Insegnanti, i compagni di Aurora, tanti bambini e le loro famiglie. Debora avrebbe voluto proprio questo, la conosco bene: una festa e i canti. Comunione.” Ma in questi giorni la scomparsa di questa mamma e della sua bambina che tutti conoscevano, inserite moltissimo nelle attività della Chiesa, attive nella scuola, la testimonianza pulita delle loro vite, produce Amore e già ha causato quasi un piccolo miracolo. Tante le persone sfollate ospitate in altre case, tanta la collaborazione tra la gente di qui per una spalla su cui piangere, per qualche cosa utile da donare, un caffè o un thè caldo da fare, un semplice aiuto da prestare.

“Ci troviamo ad evangelizzare senza nemmeno aver preparato nulla offrirci e offrire conforto – ci parla un’Operatrice Parrocchiale di San Francesco – l’Amore verso Debora Aurora, verso chi è rimasto, è senza precedenti, noi non avremmo mai immaginato questa partecipazione, questo calore. Siamo commossi. Tanta gente anche dalle altre Parrocchie, addirittura da Sant’Agostino e Santa Monica. Avevamo preparato 300 candele per la veglia ne sarebbero servite il doppio. Io sono amica di Debora, collega, abbiamo studiato insieme anche per diventare maestre, e sono felice che il suo ricordo generi già questi Frutti. Noi non siamo tanti nella Parrocchia a essere attivi, saremmo 5 o 6 catechisti e per questo ho già chiesto aiuto alle colleghe della Scuola dove lavoro, a tanti altri e stanno venendo ad aiutarci. E’una bella Famiglia questa e io vedo integrazione voglia di collaborare. La Comunità dello Sri Lanka, visto che se ne parla molto, è inserita nella nostra Chiesa, partecipa alla vita della Pastorale in armonia. Non c’è separazione. Hanno anche un loro gruppo, fanno anche una Messa insieme con un Sacerdote perché tengono alle loro radici, ma alle 11, alla Messa diciamo centrale della Domenica, sono presenti in tantissimi. La nostra Chiesa fa tante opere per i poveri, questo ci unisce tanto. Facciamo il pranzo per i bisognosi, quest’anno siamo arrivati ad un centinaio di coperti.” L’appuntamento è dunque tra poche ore al Villaggio San Francesco per accompagnare insieme Debora e Aurora, per essere vicini ai loro familiari. Stringiamoci intorno a questo piccolo paese non facciamolo sentire solo, facciamo in modo che una Città intera sia vicino perché in fondo una Città non è altro che una grande Comunità unità dall’Amore e dal rispetto, una Casa Comune con tante belle e accoglienti stanze.