Roma – Furti e rapine messe a segno con la violenza in appartamenti e ville della Capitale: a finire in manette 24 persone indagate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di efferate rapine ma anche di furti, ricettazione, detenzione e porto in luogo pubblico e/o aperto al pubblico di armi da fuoco, uso di documenti e contrassegni identificativi di forze di polizia.


I 24 ARRESTI - Le misure cautelari in carcere sono state disposte dal gip presso il tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica. A capo dell’organizzazione criminale, sgominata dai carabinieri di Roma, Manlio Vitale, conosciuto negli ambienti della malavita romana come ‘Er Gnappa’.


IL BOSS
- Il capo della banda, Manlio Vitale, ‘Er Gnappa’, personaggio di assoluto spessore nella geografia criminale della Capitale, pluripregiudicato, già fondatore ed esponente di spicco della ‘Banda della Magliana’ nella quale rivestiva il ruolo di referente per i quartieri Tor Marancia e Garbatella, aveva, come hanno appurato gli investigatori nel corso delle indagini, uno stretto legame con Maurizio Abbatino, dal quale era stato destinato ad intrattenere contatti con gli esponenti della ‘ndrangheta calabrese e della camorra napoletana.




LE INDAGINI – Le indagini condotte dai militari del Nucleo investigativo di Roma hanno permesso di accertare, come hanno spiegato, che “Manlio Vitale è in grado, ancora oggi, di ‘aggregare’ intorno alla sua persona personaggi di notevole spessore delinquenziale, anche appartenenti ad altri gruppi criminali a causa della sua autorevolezza e della ‘fama criminale’ che lo circonda, fama evidentemente connessa alla sua storica appartenenza alla ‘Banda della Magliana’”.



IL FIGLIO - Tra gli arrestati c’è Danilo Vitale, figlio di Manlio, nonché titolare di una gioielleria nel quartiere Prati, che forniva al padre informazioni dettagliate sui clienti benestanti da rapinare.


L’INTERVENTO - L’intervento è stato effettuato in esecuzione di un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – a conclusione dell’indagine ribattezzata ‘Vecchie Glorie’, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo di Roma.


I SEQUESTRI - Nel corso dell’operazione sono stati anche effettuati decreti di sequestro anticipato, emessi dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma ai sensi degli artt. ex artt. 4, 16 e segg. D.lgs. 6 settembre 2011 n. 159, di 4 appartamenti e 6 auto riconducibili a ‘Er Gnappa’, nonché di un altro appartamento riconducibile all’appartenente alla banda C.L., tutti intestati a prestanome.


I 200 CARABINIERI - Impegnati nell’operazione, che ha preso l’avvio alle prime luci dell’alba di oggi, circa 200 carabinieri che hanno eseguito arresti, perquisizioni e sequestri in tutta la provincia di Roma.


L’INDAGINE “VECCHIE GLORIE” - L’indagine è stata avviata a seguito di un’efferata rapina commessa agli inizi di ottobre 2014 nella villa di un medico residente nel quartiere Eur di Roma. In questa occasione due rapinatori, in seguito identificati nei pregiudicati C.L. e D.S.M., erano riusciti ad entrare nell’abitazione fingendo di essere poliziotti ed esibendo anche dei tesserini identificativi della Polizia di Stato. Quindi, dopo aver minacciato le vittime con una pistola, avevano immobilizzato il medico, la moglie, la badante ed i due figli minori e, prima di legarli e rinchiuderli in uno sgabuzzino, si erano fatti consegnare oro, gioielli e contanti per un bottino di circa 200.000 euro.


LA BATTERIA - Le indagini immediatamente avviate dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, anche con l’ausilio della sua componente tecnico-scientifica e con l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito di accertare che i due rapinatori appartenevano ad una cosiddetta “batteria” composta da numerosi individui, tutti sotto la guida criminale di Manlio Vitale.
LE INTERCETTAZIONI video 2; INTERCETTAZIONI video 3

LE 9 RAPINE - I militari hanno quindi proceduto a raccogliere gravi, precisi e concordanti indizi in relazione a 9 episodi delittuosi commessi dalla banda, operando anche degli arresti in flagranza di reato durante l’attività investigativa. Identico è risultato il metodo criminale utilizzato dal sodalizio.


INFORMAZIONI - Er Gnappa, usufruendo dei contatti “qualificati” su cui poteva contare, acquisiva informazioni dettagliate sulle potenziali vittime da rapinare, tutte persone abbienti e vulnerabili, come ad esempio donne che vivevano da sole o persone anziane, oppure famiglie con figli piccoli. Individuata la vittima, forniva le notizie fondamentali per compiere i delitti, demandandone poi l’organizzazione e l’esecuzione ad un suo fedelissimo collaboratore, legato a lui sin dai tempi della ‘Banda della Magliana’, ossia Rodolfo Fusco, classe ‘54, con precedenti del quartiere Tor Marancia come Manlio Vitale.


I COMPLICI - Rodolfo Fusco si avvaleva di vari criminali della città per la pianificazione e l’esecuzione materiale delle rapine e dei furti. Tutti i componenti riconoscevano, in maniera indiscussa, Manlio Vitale quale capo del loro gruppo criminale.


LE ARMI - Le armi dell’associazione erano custodite da una coppia di incensurati che abitavano nella stessa palazzina di uno degli esecutori materiali delle rapine, D.S., con precedenti, 55enne di Tor Bella Monaca. Queste armi, in più occasioni, risultano essere state fornite dal titolare di una palestra del quartiere Prati, P.A., classe ’73, con precedenti per reati contro il patrimonio e traffico di droga.


QUESTE LE RAPINE NON CONSUMATE - Gli episodi delittuosi accertati durante le attività investigative, non consumati in virtù del tempestivo intervento dei militari del Nucleo sono stati:

1) una rapina tentata, nel mese di gennaio 2015, ai danni di una sala Bingo sita nella zona Nord di Roma. In questo caso Manlio Vitale, sfruttando le informazioni che il figlio aveva reperito da un dipendente della sala bingo, aveva ordinato di rapinare il responsabile della sala che, il lunedì mattina, era solito recarsi in banca a depositare l’incasso del fine settimana; 2) una rapina tentata, nel mese di febbraio 2015, presso l’abitazione di una donna separata di 45 anni, che abita da sola con i figli nel quartiere Tor Marancia. Nel caso di specie il sodalizio criminale, acquisiti tutti i dati necessari dall’ex marito della donna, aveva programmato di entrare nell’abitazione fingendo di dover consegnare una raccomandata, di immobilizzare la donna e costringerla a consegnare loro i gioielli detenuti in casa, ricorrendo anche alla minaccia armata ai danni dei figli minori; 3) una rapina tentata, sempre nel febbraio 2015, in un’abitazione nei pressi del Teatro Adriano occupata da un’anziana vedova, costretta sulla sedia a rotelle.

Nell’occasione, Manlio Vitale era stato informato della possibilità di rinvenire in casa numerosi gioielli di valore da parte del gioielliere di fiducia della donna; gli esecutori materiali della rapina, tra cui Rodolfo Fusco, avrebbero dovuto legare l’anziana con alcune fascette in plastica e, minacciandola con la pistola, costringerla ad aprire la cassaforte.


I 3 FURTI - Le attività investigative hanno consentito di attribuire al sodalizio anche tre furti in abitazione commessi ai danni di una donna di 90 anni, residente in prossimità di piazza Bologna.


GLI ARRESTI IN FLAGRANZA - Nel corso delle indagini, a riscontro delle attività investigative in atto, i carabinieri del nucleo investigativo hanno arrestato in flagranza di reato:

1) nel febbraio 2015 2 uomini resisi responsabili di una tentata rapina al gestore del distributore di carburanti nel quartiere Tor Marancia;
2) nel maggio 2015, 3 uomini autori del tentato furto in un’abitazione nel centro storico di Roma, sul lungotevere. In totale 24 persone sono state raggiunte da provvedimento cautelare emesso dall’A.G., di cui 8 in carcere, 14 agli arresti domiciliari e 2 con divieto di dimora nel Comune di Roma.

I SEQUESTRI - Nel corso della mattina gli uomini dell’Arma hanno anche proceduto al sequestro nei confronti di Manlio Vitale e di un suo sodale - in esecuzione di decreti di sequestro emessi su richiesta della Procura di Roma dal locale Tribunale Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione - dei seguenti beni, fittiziamente intestati a loro prestanome, del valore complessivo di 4.000.000 di euro: 5 appartamenti siti nel comune di Roma; 20 rapporti finanziari/bancari; 6 veicoli.