G20s, l'Italia è ripartita con l'estate
“Gli stabilimenti balneari italiani hanno, quindi, confermato anche in questa circostanza avversa la loro funzione pubblicistica - ha continuato Capacchione - persino patriottica, nel fornire quei servizi di qualità alla balneazione, espressione dell’eccellenza del nostro ‘Made in Italy’. La balneazione attrezzata italiana ha vinto, in definitiva, la sfida di coniugare socialità con la sicurezza”.
Pertanto, di fronte all’importanza dei questo settore, sconcerta ancora di più che le Istituzioni siano in ritardo nella sua messa in sicurezza giuridica ed economica. Sono molti, infatti, i Comuni e le Autorità di sistema portuali che non hanno ancora applicato la legge nr. 145\2018 che ha prorogato di 15 anni le concessioni demaniali. Così come disorienta che nei molteplici interventi normativi, sin qui adottati dal Governo, non vi sia stato alcun provvedimento in favore degli imprenditori balneari, relativamente al canone o di modifica del trattamento fiscale ingiusto per le 30.000 imprese, (dall’aliquota IVA al 22% invece che al 10% come per tutte le altre aziende turistiche, al pagamento della TARI per l’intero anno e non per il periodo di effettivo esercizio dell’attività, ecc.). Di questa penalizzazione è emblematico che le aziende balneari siano le uniche ad essere state escluse dal credito di imposta del 65% previsto per gli investimenti nel turismo. “Ci auguriamo che il Governo e il Parlamento correggano questa ingiustizia – ha concluso il presidente del S.I.B. - e assicurino alle aziende balneari, almeno, lo stesso trattamento previsto per tutte le altre aziende turistiche italiane”.