Per capire una guerra non basta descriverla, occorre averla vissuta. Steel (Premium Gallery sul DTT) porta l’adrenalina di chi la guerra l'ha fatta davvero all’Ostia Film Festival (Ostia, RM, 3-7 giugno 2009), e presenta in anteprima esclusiva: Generation Kill, la miniserie che segue le vicende del primo battaglione esploratori dei Marines attraverso i primi 40 giorni del conflitto in Iraq. 

Generation Kill racconta la vera storia del corpo più addestrato delle forze armate americane durante la missione in Iraq, attraverso le parole di Evan Wright, inviato della rivista Rolling Stone. Il reporter ha seguito realmente il battaglione riportandone le diverse vicissitudini sul magazine e raccogliendole successivamente in un pluri-premiato romanzo.

La serie è arricchita inoltre dall’importante contributo di due dei Marines in essa descritti, il Sergente Eric Kocher e il Capitano Jeffrey Carisalez che hanno lavorato a Generation Kill come consulenti insieme al Sergente Rudy Reyes, che appare interpretando se stesso. Generation Kill è in onda su Steel  in Prima TV nazionale a partire da domenica 14 giugno alle 21:00 con un episodio singolo, e a seguire ogni domenica con un doppio episodio sempre alle 21:00.

Generation Kill

Variety l’ha definita così reale da dimenticare che è fiction (“so-real-you’ll-forget-it’s-drama”), la stampa americana l’ha consacrata come la più autentica descrizione della vita militare mai andata in onda sul piccolo schermo.

Nata dai creatori di The Wire  Ed Burns e David Simon, Generation Kill è un intransigente resoconto dell’attacco americano in Iraq, raccontato dalla prospettiva dei Marines che l’hanno realmente vissuto.  La miniserie è tratta dall’omonimo romanzo di Evan Wright, giornalista di Rolling Stone che ha seguito il primo battaglione esploratori dei Marines durante la guerra irachena del 2003, documentandone le vicissitudini in una serie di articoli dapprima pubblicati sul magazine, e nel 2004 raccolti in un pluripremiato romanzo dal titolo omonimo. Divenuto ben presto un grande successo di critica letteraria, il libro di Wright, che è stato l’unico giornalista ad essersi “embedded” nel più aggressivo e pericoloso corpo militare che esista, risultò fornire in America “una prospettiva unica, mai vista prima dal pubblico americano, sulla guerra in Iraq e le truppe che vi combatterono”.

La veridicità della sua descrizione diventa dunque unica: “Generation Kill fornisce un punto di vista assolutamente interiore e così facendo dà ai lettori la possibilità di conoscere qualcosa che raramente è stato visto nei film americani e in TV”, come afferma Simon - creatore della serie -  a proposito del libro che nel 2004 verrà classificato dal People nella Top Ten letteraria statunitense.

Nel 2003 la HBO decide di lavorare al progetto di conversione degli articoli in una miniserie televisiva, scegliendo come produttori proprio David Simon ed Ed Burns.

Simon - giornalista e scrittore di polizieschi – e Burns - ex poliziotto della sezione omicidi di Baltimora - danno vita insieme allo stesso Wright ad un progetto diviso in sette parti, che  risulta essere una fedele ricostruzione del romanzo.

Con la regia di Susanna White nelle puntate 1,2,3 e 7, e di Simon Cellan Jones nelle puntate 4, 5 e 6, Generation Kill deve la sua unicità anche alla collaborazione di due Marines in essa descritti -  Sergente Eric Kocher e il Capitano Jeffrey Carisalez – e al sapiente lavoro di ricostruzione di Rudy Reyes, Sergente durante la guerra in Iraq che appare nella serie nel ruolo di se stesso. “Un’esperienza durissima ma in qualche modo catartica”, commenta Reyes, “andare indietro nel tempo e rivedere civili uccisi, bambini feriti, rivivendo uno dei periodi più vividi, pericolosi ed estremi della mia vita.” I Marines vivono spesso una completa identificazione della loro vita con la guerra, come lo stesso Reyes racconta: per ragazzi per cui spesso l’arruolamento costituisce l’unica prospettiva di un futuro florido, il corpo dei Marines diventa come una famiglia, che dà un forte senso di identità e di appartenenza; uno status tuttavia che dura il tempo di una guerra, in cui il vero problema non consiste nello sfidare la morte ogni giorno ma nel ritorno alla vita normale. L’autenticità conferita a Generation Kill da queste testimonianze,  permea la serie di una tragicità e al tempo stesso di sense of humour che è  peculiare del linguaggio dei Marines: “La guerra è fatta di un 80% di attesa e di un 20% di azione -  afferma Eric Kocher – e spesso ci serviamo dello humour per sconfiggere la noia e lo stress”. Allo stesso modo i registi, che hanno girato la serie in Africa, hanno lavorato scrupolosamente per conferirle il più alto senso di veridicità curando i minimi dettagli. Tra questi, importanza fondamentale riveste il suono, e la decisione di non inserire nella serie una colonna sonora. Così come ai Marines non è permesso di ascoltare musica e sono loro stessi a creare il sottofondo sonoro per le proprie giornate attraverso le loro conversazioni, così le loro voci in radio sono diventate il soundtrack di Generation Kill.

Addestramento feroce, controllo e adrenalina, in una cruda descrizione che non lascia spazio alle emozioni fuorchè al disagio della guerra: equipaggiamento inadeguato, superiori non preparati, una strategia non ben definita, tutte le vicissitudini della Squadra Bravo convergono in una battaglia duplice, contro il nemico e contro le insidie che un conflitto può nascondere. Tutto questo e molto di più è Generation Kill.

 

 

 

 

CREDITS

Prodotta da David Simon, George Faber, Ed Burns, Charlie Pattinson and Anne Thompoulos, Generation Kill è stata scritta da Ed Burns, David Simon, e Evan Wright e interpretata da Alexander Skarsgård (nei panni del sergente Brad 'Iceman' Colbert), James Ransone (Caporale Josh Ray Person), Lee Tergesen (Evan 'Scribe' Wright). Episodi 7.