Fiumicino - A Fiumicino si torna a parlare di geyser. A distanza di mesi dalla chiusura dell'ennesimo vulcanotto scoppiato nel comune traianeo arriva dalla Regione Lazio una mappa delle zone più a rischio nel territorio suddiviso in tre aree: la « A», quelle dove non ci sono pericoli; «B», quelle con limiti strutturali per le nuove costruzioni, e «C», inidonee dove il rilascio di licenze è sospeso in attesa di approfondimenti.  Il tutto a seguito del rapporto stilato redatto dai ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza Università di Roma intervenuto per analizzare le emissioni di gas che evidenzia ad una profondità di 40-50 metri nel sottosuolo in uno strato di ghiaia una falda acquifera confinata tra due piani di argilla, uno dei quali che lascia filtrare l'anidride carbonica e l'azoto prodotti dai vulcani dei Castelli Romani e dai Monti Sabatini, Nel giro di un anno la «bolla» di gas è stata bucata accidentalmente per ben quattro volte producendo la nascita di geyser che, per settimane, hanno emesso nell’atmosfera Co2 e metano. Il primo il 24 agosto scorso nella rotonda di via Coccia di Morto a due passi dall'aeroporto. A distanza di pochi giorni poi un soffione marino ha ribollito a 100 metri dalla costa. L’ultimo un paio di mesi fa lungo via Portuense, durante i sondaggi per il tunnel sotto il Tevere poi sigillato dopo neppure 48 ore. Ma il rischio resta.


Immediata la risposta dell'assessore all'urbanistica di Fiumicino Ezio di Genesio Pagliuca che ha così dichiarato: ". Venerdì –spiega l’assessore – finalmente ci è stata trasmessa dalla Regione Lazio la determina con la quale è stata chiusa l’indagine sulla Co2 all’Isola Sacra e dintorni partita nel 2012. Era un passo che la città di Fiumicino attendeva da anni e su cui abbiamo iniziato a lavorare sin dal primo giorno. A fronte di questo studio vengono date alcune prescrizioni ai fini del rilascio del parere geologico-vegetazionale che, in sostanza, è l’atto propedeutico all’approvazione dei piani di Isola Sacra, tra cui per noi è molto importante la B4A. Si tratta quindi di un documento fondamentale per lo sblocco, dopo diversi anni di immobilismo, di tutti i comparti dell’Isola, che erano fermi proprio a causa di questo studio, necessario per campionare lo stato dei gas e vedere la concentrazione di Co2. Ora aspettiamo dalla Regione, nella speranza che arrivi il prima possibile, il parere geologico-vegetazionale. Per quanto riguarda la suddivisione del territorio nelle tre aree stabilite dalla Regione posso tranquillamente sottolineare che nella zona C, quella considerata non idonea alla costruzione, si trovano il Porto di Claudio e Traiano e la zona di Re di Puglia dove già di per se, a prescindere dalla presenza di gas nel sottosuolo, non è comunque possibile costruire per altri vincoli tra i quali quelli paesaggistico."