Goletta Verde nel Lazio 2009, ecco il Dossier I Comuni Costieri “ammazza paesaggio”: Il nuovo Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) è stato adottato dalla Giunta Regionale con atti n. 556 del 25 luglio 2007 e n. 1025 del 21 dicembre 2007, ai sensi dell’art. 21, 22, 23 della legge regionale sul paesaggio n. 24/98, e in conformità con ulteriori atti legislativi – Convenzione sul Paesaggio e soprattutto il cosiddetto Codice Urbani. Sono quindi trascorsi 668 giorni, ad oggi, dall’adozione in Giunta: ma il nuovo strumento di tutela dei beni paesaggistici –aree boscate, fossi, fiumi, aree archeologiche, ambiti agricoli, pianori, paesaggi agrari– non risulta nell’agenda di fine legislatura. Eppure i fatti concreti dell’urbanistica regionale imporrebbero la definitiva approvazione di questo fondamentale strumento di tutela. La nostra Associazione, nei tempi previsti dalla procedura pubblicistica prevista, ha presentato le sue Osservazioni al Ptpr adottato, e la base del nostro lavoro sono state le Osservazioni presentate dai Comuni al Ptpr adottato. Ebbene, l’analisi delle Osservazioni dei Comuni ha prodotto un Dossier/Osservazioni indirizzato alla Regione non a caso intitolato “I Comuni Ammazza – Paesaggio”. Già, perché le Osservazioni presentate dai Comuni al Ptpr hanno squadernato una realtà dei Prg dei Comuni tesa alla cementificazioni di fossi, di aree golenali, alla “declassificazione” dalla tutela di ambiti agricoli, ambiti costieri, addirittura ambiti archeologici.

Basterebbe questo per dimostrare l’urgenza da parte della Regione della definitiva approvazione del Ptpr. Ma, ripetiamo, questa decisiva tematica al momento appare del tutto derubricata dall’agenda della maggioranza Regionale, nonché dall’agenda del titolare tematico, ossia l’Assessore On. Montino, Assessore all’Urbanistica, nonché Vice – Presidente della Regione Lazio. E dire che nel sito della Regione appare un incoraggiante “La Regione Lazio difende il Paesaggio”….

Con questo Dossier presentiamo un estratto del Dossier/Osservazioni, dedicato ai Comuni “Ammazza/Paesaggio Costiero”. Infatti, come è noto nella nostra Regione, Roma a parte, insistono 23 Comuni Costieri – 9 nella Provincia di Roma, 2 nella Provincia di Viterbo, 12 nella Provincia di Latina, per un totale di circa 350 km di costa. Ebbene i Comuni oggetto di questo Dossier, che presentiamo nell’ambito della “Goletta Verde del Lazio” hanno presentato Osservazioni al Ptpr tese a trasformazioni urbanistiche in aree vincolate paesaggisticamente per 465,5 ettari – per i Comuni Costieri analizzati per la Provincia di Roma e per la Provincia di Viterbo, e per complessivi 3.500 ettari per i Comuni Costieri della Provincia di Latina, dei quali 1.481 ettari ricadenti nel parco Nazionale del Circeo - 1.136 ettari ricadenti nel Comune di Latina, 282 ettari ricadenti nel Comune di Sabaudia e 63 ettari ricadenti nel Comune di San Felice Circeo, ossia il 18% dell’intera estensione del Parco nazionale del Circeo – esteso per circa 8.440 ettari.

Si consideri che per il “Codice Urbani” lo strumento paesaggistico è strumento “superiore” ai Prg dei Comuni, e si consideri che gli Uffici regionali hanno respinto –in sede di controdeduzioni– molte delle Osservazioni “Ammazza Paesaggio dei Comuni. Ne deriva che i Comuni devono adeguare le previsioni dei Prg alle indicazioni/prescrizioni del Ptpr: un “mortale colpo” alla speculazione edilizia che forse fa paura alla Regione Lazio.

La Regione Lazio difende il Paesaggio? La domanda è retorica, ma ci auguriamo che la risposta sia invece fattuale.

Comune: Anzio

Superficie: 4.343 ettari

Popolazione: 43.219 residenti

Delibera approvazione Prg: 03.12.1974

Variante Generale data approvazione: 17.12.2004

Piano Territoriale Paesistico: n. 10 – Latina – adozione 1987 – approvazione Legge Regionale 24/1998

Superficie comunale ricadente nella Riserva Naturale Tor Caldara: 43 ettari – 1% dell’intera superficie comunale

Una delle Osservazioni del Comune di Anzio oggetto di questo nostro dossier è l’Osservazione relativa alla revisione dei perimetri dell’area protetta di Lido dei Gigli, secondo l’Osservazione del Comune istituita dalla Regione ai sensi della legge 29/97 – la legge regionale che ha istituito le aree protette del Lazio. Vorremmo sommessamente far notare al Comune di Anzio che la Regione Lazio non ha mai istituito tale area protetta. Purtroppo: l’area del Lido dei Gigli è un'area consortile in parte privata sita nel Comune di Anzio, lungo la litoranea Ostia - Anzio. Scampata alla cementificazione, e parzialmente usata a scopo agricolo, l’ambito faceva parte dei possedimenti della famiglia aristocratica romana dei Borghese fino ai primissimi anni ’50, durante i quali fu avviata la lottizzazione, sebbene non intensiva, dell'area. L'area, è da sempre oggetto di complesse dispute legali a causa di progetti - poi non realizzati - di lottizzazione intensiva e addirittura di un porto turistico per piccoli natanti. Risale invece ai primi anni ’60 – come ricostruito dal Rapporto di Legambiente Lazio del 1997 “Il Condonicchio sulle aree del Demanio Marittimo” - la realizzazione, su aree demaniali, dei manufatti costituenti il consorzio “Stella Marina”: le concessioni demaniali rilasciate consentivano la realizzazione di capanni per la pesca, ma, progressivamente, i capanni furono trasformati in vere e proprie abitazioni/seconde case. Le amministrazioni Comunali dell’epoca, invece di intervenire per ripristinare il dettato delle concessioni rilasciate, addirittura si prodigarono per realizzare le infrastrutture primarie, e dopo lunghi contenziosi, l’area venne parzialmente “sdemanializzata” e, in conseguenza, poiché sulle aree demaniali vige l’assoluta incondonabilità delle opere abusivamente realizzate, furono sciaguratamente rilasciati i condoni edilizi per i manufatti realizzati dal consorzio “Stella Marina” previo il parere – naturalmente consenziente…. – della Sovrintendenza ai Beni Paesaggistici, poiché le aree dunali sono vincolate ai sensi della legge 1497/39. Nonostante gli scempi compiuti nel passato, e nonostante l’assenza delle autorità comunali, statali, regionali e ministeriali chiamate a vigilare sul rispetto dei vincoli di tutela ambientale e paesaggistica, attualmente nell’area del Lido dei Gigli insiste una pineta secolare di circa 56 ettari che si estende fino alle dune di sabbia che ospitano piante selvatiche appartenenti alla famiglia delle Liliaceae, ispiratrici del nome alla località, volgarmente chiamate "gigli di mare". Nella vicina località di "Cavallo Morto", è presente tuttora una delle ultime paludi naturali (con relativa fauna e flora), tempo parte dell'assai più esteso complesso delle paludi Pontine, bonificate all'epoca del Fascismo. Notevole anche la qualità archeologica del sito: è infatti presente il tracciato dell’antica Via Severiana, realizzata nel 198 d.C. , e che da Terracina, attraverso Anzio e Lavinio raggiungeva Ostia ,correndo lungo il litorale costiero. Sono oggi in più parti affiorati lunghi tratti di basolato, mentre nella zona sono affiorati varie testimonianze di età tardo-imperiale e alto-medievale. Numerose sono anche le testimonianze degli accaniti combattimenti sviluppatisi in occasione dello sbarco anglo-americano del 1944. Nell'area del Lido dei Gigli presero terra in particolare unità dell'esercito britannico e, in special modo, il VI° battaglione Scozzese The Gordon Highlander della 2ª Brigata di Fanteria. La Regione Lazio ha “respinto”, poiché “non pertinente” l’Osservazione del Comune di Anzio in relazione all’area del Lido dei Gigli. Legambiente Lazio chiede alla Regione Lazio, di istituire – finalmente - la Riserva Naturale del Lido dei Gigli.

La seconda Osservazione avanzata dal Comune di Anzio ai Ptp vigenti è l’Osservazione relativa ad una area, estesa per circa 40 ettari, in località Riserva Cinque Miglia, soggetta dal Ptp n. 10 a vincolo paesaggistico ambientale. Con l’Osservazione citata, il Comune di Anzio chiede di stralciare dal Ptp l’area suddetta. Questa porzione territoriale nella Variante al Prg di Anzio del 2004 è invece soggetta ad area riservata a funzioni produttive e industriali. Nella Variante al Prg di Anzio, l’indice edificatorio stabilito per le dette funzioni è pari a 0,45 mc/mq, con la prescrizione di riservare la metà della superficie dell’area a verde. Il che vuol dire che la potenzialità edificatoria dell’area è stimabile in circa 9.000 mc. Come è evidente nella cartografia allegata, l’area non risulta essere minimamente compromessa, e, inoltre, questa Osservazione non risulta essere stata suffragata da alcuna Delibera del Consiglio Comunale di Anzio. L’Osservazione del Comune è stata “non accolta” dalla Regione poiché “incompatibile con le finalità di tutela paesaggistica dell’area”: conseguentemente, Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare la tutela paesaggistica e ambientale dell’area, e conseguentemente, Legambiente Lazio chiede alla stessa Regione e all’Amministrazione Comunale di Anzio di modificare le previsioni del Prg, poiché il Ptpr, come è noto, è strumento “superiore” rispetto alle previsioni edificatorie stabilite dai Prg dei Comuni.

La terza, e ultima, Osservazione del Comune di Anzio al Ptp vigente ha per oggetto un’area ben nota a Legambiente Lazio – Osservatorio Ambiente e Legalità, al Circolo “Le Rondini”, e al Corpo Forestale dello Stato: l’area detta La Fornace. – Lido Marechiaro. In questo ambito, esteso circa 5 ettari, il privato gestore dell’area sulla base di una concessione demaniale, realizzò una serie di opere e manufatti abusivi: una serie di esposti della nostra Associazione provocò l’intervento e il sequestro da parte del Corpo Forestale dello Stato dell’area e dei manufatti abusivamente realizzati.

Successivamente, il privato, previo lo smantellamento di quanto abusivamente realizzato, chiese ed ottenne le concessioni finalizzate, invece, a realizzare quanto le normative di tutela dell’area permettono: solo strutture amovibili in funzione dell’esistente stabilimento balneare, anche se, si è tuttora in attesa di capire se il parcheggio in parte già realizzato faccia parte delle opere contenute nel dispositivo concessorio rilasciato anche dalla competente, per territorio, Capitaneria di Porto. L’Osservazione del Comune di Anzio chiede di adeguare i livelli di tutela alle previsioni della Variante al Prg: infatti, nella Variante, l’area delle Fornaci ha quale destinazione urbanistica “area per limitata attività edificatoria di completamento dell’edilizia anni ‘50”, con indice pari a 0,30 mc/mq: il che vuol dire una potenzialità edificatoria stimabile in circa 15.000 mc. La Regione ha accolto parzialmente l’Osservazione, restringendola al recupero e alla manutenzione dei manufatti esistenti. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare tale indicazione, e di respingere definitivamente il tentativo del Comune di Anzio di “cementare” definitivamente la sola porzione libera – come è evidente nella cartografia allegata – del lungomare di Lido Marechiaro.

Comune: Ardea

Superficie: 7.090 ettari

Popolazione: 26.711 residenti

Delibera approvazione Prg: 26.04.1977

Piano Territoriale Paesistico: n. 10 – Latina – adozione 1987 – approvazione Legge Regionale 24/1998

Poteva mancare l’antica Città dei fieri Rutuli, ossia Ardea, in un rapporto di Legambiente Lazio? Naturalmente no, e diciamo questo perché al Comune costiero della Provincia di Roma abbiamo già dedicato due rapporti, “Il caso Ardea e l’abusivismo edilizio”, dedicati all’analisi del fenomeno dell’edilizia illegale. Secondo i nostri rapporti, basati su dati ufficiali trasmessi dagli Uffici Tecnici alla nostra Associazione, dal 1994 al 2006 sono stati abusivamente realizzati circa mc 512.000, a fronte di circa 220.000 mc realizzati in applicazione del Prg vigente, per un consumo di suolo, derivante dall’abusivismo edilizio, pari a poco meno di 50 ettari. Il che vuol dire che nel periodo detto, il consumo di suolo è stato pari a 114 mq compromessi al giorno. Anche il Comune di Ardea, che sta predisponendo una Variante generale al Prg approvato nel lontano 1977, ha presentato Osservazioni alla Regione per la modifica dei livelli di tutela del Ptp 10 vigente nell’ambito. L’Osservazione del Comune costiero ha avuto per oggetto la richiesta di declassificazione delle acque pubbliche composte dal reticolo costituito dal Fosso delle Vittorie, dal Fosso di Rio Torto, dal Fosso di S. Procula, dal Fosso di Campoleone, dal Fosso di Pescherella, dal Fosso di S. Palomba, dal Fosso di Valle Caia, dal Fosso della Muratella, dal Fosso Grande, dal Fosso della Moletta, dal Fosso del Diavolo, con relativa soppressione dei vincoli di inedificabilità previsti dalla legge Galasso – 150 metri a destra/sinistra per tutta l’asta delle acque nelle aree libere, 50 metri a destra e sinistra per gli ambiti urbanizzati – per permettere il recupero urbanistico dei nuclei di case abusive. L’Osservazione del Comune di Ardea propone la declassificazione di un’area estesa per almeno 150 ettari, aree “che accompagnano” le aste dei fossi, fino allo sbocco a mare. Le cartografie allegata dimostrano che le aree proposte per la declassificazione dai vincoli previsti per le acque pubbliche, non sono affatto tutte compromesse: ed infatti la proposta del Comune di Ardea è stata soltanto parzialmente accorta, limitando la declassificazione ai soli ambiti effettivamente compromessi e ormai urbanizzati. Poiché la legge regionale sul recupero delle aree compromesse dall’abusivismo prevede un indice territoriale massimo pari a 0,20 mq/mq, la proposta di declassificazione del Comune di Ardea produrrebbe una potenzialità edificatoria stimabile in almeno 150.000 mc .Legambiente Lazio chiede alla Regione Lazio che in sede di approvazione definitiva del Ptpr, vengano confermati i vincoli insistenti per il corso delle acque pubbliche/reticolo dei fossi del quale il Comune di Ardea vorrebbe la completa declassificazione. Ne va anche della salute, già ampiamente compromessa in quel Comune, del mare: cosa comporterebbe la cementificazione delle aree limitrofe a fossi che sfociano nel mare? E, inoltre, Legambiente Lazio chiede alla Regione di verificare la legittimità urbanistica di edifici costruiti su aree afferenti i corsi di acqua pubblica.

Al peggio non c’è mai fine. Infatti, c’è un’altra Osservazione avanzata dal Comune di Ardea in sede di richiesta di modifica ai Ptp vigenti che Legambiente Lazio non esita a definire inquietante. In questa Osservazione, l’Amministrazione Comunale “fa propria l’istanza dell’Associazione Amici della Duna la quale nell’ambito di un piano di riqualificazione dell’arenile chiede la modifica delle norme di Ptp che classificano l’area interessata in A6, affinché per i manufatti legittimamente realizzati sia prevista la possibilità di rinnovo delle concessioni demaniali”. Secondo la classificazione dei Ptp vigenti le aree classificate in A6 sono le aree boscate e/o dunali per le quali vige il vincolo di inedificabilità assoluta: le sole realizzazioni assentibili riguardano capanni per la pesca amovibili. In realtà, quei manufatti insistenti nell’area dunale sono assolutamente abusivi: infatti, circa 30 anni fa, furono rilasciate una serie di concessioni demaniali per realizzare capanni per la pesca in strutture amovibili, ma, con il tempo, i capanni da pesca sono diventate immobili , alcuni dei quali di notevole qualità. Questa area è da sempre oggetto di tutti i rapporti di Legambiente Lazio e di tutte le iniziative della nostra Associazione in materia di tutela delle coste e degli ambiti marini – a partire, naturalmente dalla nostra Goletta Verde. In più, recentemente, la nostra Associazione ha prodotto l’ennesimo esposto/denuncia, indirizzato anche alla Guardia di Finanza, competente in materia di uso delle aree costituenti il demanio marittimo. Gli autori di questo villaggio abusivo, hanno ribattezzato tale scempio quale “Parco delle Dune”. C’è anche un cartello: secondo loro, infatti, nell’ambito ribattezzato “Parco delle Dune” ,“ i visitatori sono pregati di servirsi del percorso pedonale in rispettoso silenzio”. Gli stessi visitatori, poi, “sono invitati a non sporcare, a non raccogliere piante o fiori, e ad accendere fuochi”. Il cartello termina con una minaccia : “i trasgressori saranno segnalati e severamente puniti”. Insomma: per i residenti del “Parco delle Dune” è vietato attraversare le dune se non a piedi, è vietato raccogliere fiori e piante, è vietato accendere fuochi, ma non è vietato, secondo loro, edificare immobili abusivi utilizzando, quale elemento di arredo urbano, il paesaggio dunale,

In più, esattamente alle spalle del “Parco delle Dune” incombe la Torre Michelangiolesca sita all’interno della Tenuta dei Liberti. La Torre Michelangiolesca, immersa nel paesaggio dunale, dovrebbe essere il simbolo di Ardea per amministratori sensibili al bene pubblico: in questa situazione, la Torre Michelangiolesca è ridotta a mero elemento di arredo di un folto gruppo di immobili abusivi. L’Osservazione del Comune di Ardea è stata respinta dalla Regione Lazio, poiché proposta non suffragata da alcun voto del Consiglio Comunale. Legambiente Lazio chiede alla Regione Lazio di reiterare il parere negativo già fornito, e di avviare tutte le procedure finalizzate alla demolizione degli immobili edificati su aree demaniali e vincolate paesaggisticamente.

Comune: Fiumicino

Superficie: 21.125 ettari

Popolazione: 50.035 residenti

Delibera approvazione Prg: 31.03.2006

Piano Territoriale Paesistico: n. 2B - adozione 1987 – approvazione Legge Regionale 24/1998

Superficie comunale ricadente nella Riserva Statale del Litorale Romano: 7.762 ettari – 37% dell’intera superficie comunale.

Gli “amici” non mancano mai. E così torniamo ad occuparci del Comune di Fiumicino, che vede il suo territorio interessato per il 37% del totale della sua estensione dai perimetri della Riserva Statale del Litorale Romano, ed ha, soltanto 2 anni fa, provveduto a redigere e approvare il suo Prg. Salvo poi accorgersi, come vedremo, che gran parte delle previsioni contenute nel nuovo strumento urbanistico, sono incoerenti rispetto ai livelli di tutela stabiliti dal Ptp vigente, o sono incoerenti con la esistenza territoriale della Riserva Statale del Litorale Romano. Ambito di pregio che, neanche a dirlo, è privo di Piano d’Assetto. Tra le numerose Osservazioni presentate dal Comune di Fiumicino ai Ptp vigenti, “spiccano” negativamente 5 Osservazioni, che qui di seguito, cominciamo ad analizzare. La prima proposta di declassificazione paesaggistica – della quale, come per le altre Osservazioni fin qui analizzate, alleghiamo la cartografia – riguarda un’area di circa 25 ettari, contenente la Necropoli del Porto di Roma., interna alla Riserva Statale del Litorale Romano. La Necropoli del Porto di Roma si estende per circa 1,5 Km, ed è un’area cimiteriale romana, risalente al I° - IV° secolo d.c. In trenta anni di scavi, sono state rinvenute circa 150 tombe, e si consideri che una parte della Necropoli deve ancora essere scavata. Attualmente l’area, nel Ptp vigente è classificata quale ambito B2/3, ossia “ zone agricole ad alto valore paesaggistico”, con un’ indice pari a 0,001 mc/mq, per le sole funzioni agricole, con lotto minimo pari a mq 50.000. Il che vuol dire una potenzialità di trasformazione pari a mc 250. La richiesta del Comune di Fiumicino è di abbassare i livelli di tutela paesaggistica dell’area, riclassificando la stessa quale area C2, ossia area a tutela limitata. Nel Prg di Fiumicino l’area ha una destinazione agricola, ma si consideri che nelle aree a tutela limitata possono essere attuate previsioni edificatorie, pur con alcune prescrizioni. Al cambio di destinazione dell’area, può quindi provvedere una successiva Variante urbanistica, naturalmente ricorrendo al solito Accordo di Programma. La richiesta del Comune di Fiumicino è stata respinta dalla Regione, poiché proposta non compatibile con le esigenze di tutela paesaggistica. E, aggiungiamo noi, non compatibile con le esigenze di tutela della Riserva Statale del Litorale Romano. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare tale parere in sede di approvazione definitiva del Ptpr.

La seconda Osservazione selezionata in questo Rapporto presentata alla Regione dal Comune di Fiumicino ha per oggetto una vasta area, estesa per circa 70 ettari. Questa area si chiama Coccia di Morto, ed è un’area sabbiosa e dunale limitrofa alla Pineta di Coccia di Morto, e dunque limitrofa alla Riserva Statale del Litorale Romano. Sono note le recenti vicende della Pineta di Coccia di Morto: infatti l’Enac vorrebbe tagliare circa 400 pini per “esigenze di sicurezza dell’aereoporto”. Il Ptp vigente classifica l’area in B2 – 3, ossia, “zone agricole ad alto valore paesaggistico”, con un indice pari a 0,001 mc/mq, limitate alle sole funzioni agricole. Il che vuol dire una potenzialità edificatoria massima pari mc 700. L’Osservazione del Comune di Fiumicino chiede, invece, alla Regione di abbassare i livelli di tutela, e dare all’area la nuova classificazione in C2, ossia area a tutela limitata. Nel Prg di Fiumicino l’area è classificata quale Parco Naturale, ma, ottenuta la declassificazione a tutela limitata, e attraverso il “grimmandello” dell’Accordo di programma in Variante Urbanistica, il Comune di Fiumicino potrebbe rendere l’area edificabile, pur con tutte le prescrizioni previste per le aree a tutela limitata. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare il parere negativo dato a questa Osservazione, anche perché, in un’area sabbiosa e dunale, limitrofa alla Riserva Statale e prospiciente alla costa, e alla spiaggia, la sola cosa che deve poter essere edificabile sono i castelli di sabbia delle bambine e dei bambini.

La terza Osservazione selezionata tra quelle presentate dal Comune di Fiumicino alla Regione per chiedere la modifica dei livelli di tutela stabiliti dal Ptp vigente, è un’Osservazione relativa alla richiesta di “riclassificazione dell’area archeologica del Lago di Traiano”, sia pure limitata ad un’ area estesa per circa 3,5 ettari, posta sotto la Via Portuense, a ridosso del Canale Navigabile. L’area proposta per la declassificazione si trova esattamente a ridosso delle prime imponenze archeologiche dell’antico Porto, con il suo antico bacino portuale fatto costruire dall’imperatore Traiano in sostituzione del preesistente Porto di Claudio, aperto sul mare e non più, al tempo, utilizzabile per insabbiamento, e al di sotto dei 33 ettari che costituiscono l’Oasi di Porto con il suo lago artificiale divenuto, nel tempo, un luogo di nidificazione e di sosta per l’avifauna. Si tratta di luoghi molto ben conosciuti da Legambiente Lazio: infatti, in convenzione con il privato proprietario dell’area, il Consorzio Oiga, da anni la nostra Associazione accompagna decine di migliaia di ragazze e ragazzi delle scuole, non solo romane, a conoscere l’ambito con apposite visite guidate. Nel Ptp vigente, l’area è classificata parte in A1, ossia tutela integrale, e parte in C4 – zona di riqualificazione e recupero ambientale a tutela orientata. Al contrario, l’Osservazione del Comune di Fiumicino chiede la declassificazione paesaggistica dell’ambito in C2 - tutela limitata. L’Osservazione del Comune di Fiumicino è stata “parzialmente accolta”, per la sola parte dell’area già urbanizzata: in altre parole, la sola operazione che il Comune di Fiumicino, con gli attuali livelli di tutela dell’area è il recupero dell’esistente. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare, in sede di approvazione del Ptpr, il parere negativo a questa richiesta del Comune di Fiumicino.

La quarta Osservazione, tra quelle selezionate, presentate dall’Amministrazione Comunale di Fiumicino alla Regione, ha per oggetto un’area di circa 15 ettari ricadente nel comprensorio di Fregene. Nell’attuale Ptp, questa area è classificata quale area C4–1, ossia “zona di riqualificazione e recupero ambientale a tutela orientata”, e, di conseguenza, l’area è esclusa da ipotesi di trasformazione urbanistica. La richiesta del Comune di Fiumicino è invece tendente alla riclassificazione dell’area quale area C2 – tutela orientata. Questa nuova classificazione chiesta dal Comune è del tutto coerente con il Prg di Fiumicino. Infatti la stessa area è a sua volta classificata quale area C1, ossia “zona di nuova edificazione ad attuazione diretta con funzione ordinatrice in ambiti di edilizia consolidata”, con indice edificatorio pari a 0,17 mc/mq . Questo vuol dire che il Prg di Fiumicino consente una potenzialità edificatoria nell’ambito stimabile in almeno mc 17.000. In più, la cartografia allegata, dimostra che non si tratta di un semplice “completamento edilizio”, ma, invece, si tratta di una ulteriore densificazione di un ambito fin troppo denso. L’ Osservazione del Comune di Fiumicino è stata respinta dalla Regione, poiché Osservazione “non compatibile con le esigenze di tutela paesaggistica”. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare tale orientamento in sede di approvazione definitiva del Ptpr.

Concludiamo l’analisi delle Osservazioni al Ptp vigente avanzate dal Comune di Fiumicino alla Regione, con l’Osservazione riguardante un’area posta nelle estreme propaggini dell’ambito di Fregene, fronte l’Oasi privata di Macchia Grande, area che è parte integrante della Riserva Statale del litorale Romano. L’Oasi, estesa per 280 ettari, è gestita dal WWF. L’area oggetto dell’Osservazione, estesa per circa 6 ettari, è classificata dal Ptp vigente quale area B2 – 1, ossia “area agricola ad alto valore paesaggistico”, con indice di copertura dell’area non superiore a 1 mq per ettaro. Il che vuol dire una potenzialità edificatoria, finalizzata all’attività agricola, pari a mq 6, ossia mc 18. L’Osservazione avanzata dal Comune di Fiumicino chiede invece di classificare l’area quale area C2 – tutela limitata, zonizzazione questa, non incompatibile con la trasformazione urbanistica. Nel Prg di Fiumicino tale ambito risulta essere zonizzato quale area agricola. La Regione ha respinto l’Osservazione del Comune di Fiumicino, perché “non compatibile con l’esigenza di tutela paesaggistica dell’ambito”. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare tale parere negativo: una volta ottenuta la tutela limitata sull’ambito, basterebbe una Variante urbanistica per procedere alla trasformazione dell’area.

Comune: Fondi

Superficie: 14.226 ettari

Popolazione: 31.023 residenti

Data delibera approvazione Prg: 20.03.1978

Piano Territoriale Paesistico n. 14 – Cassino/Gaeta/Ponza – adozione 1987 – approvazione Legge Regionale 24/1998

Superfici Comunale ricadente Monumento Naturale Mola della Corte/Settecannelle/Capodacqua: 4 ettari – 0,02 % dell’intera superficie Comunale

Superficie Comunale ricadente nel Monumento Naturale del Lago di Fondi: 1.100 ettari – 8% dell’intera superficie comunale.

Numero abusi 2004: 246 – 1 abuso ogni 1,4 giorni

Il Comune di Fondi – da poco tempo “liberatosi”, grazie alle mobilitazioni e agli esposti della nostra Associazione e alle iniziative della Regione, del più grande ecomostro abusivo della nostra Regione, ossia la lottizzazione abusiva dell’Isola dei Ciurli, mc 35.000, su un’area di circa 25 ettari, ambito oggi facente parte del nuovo Monumento Naturale del Lago di Fondi – ha presentato alla Regione una serie di Osservazioni ai Ptp vigenti, Osservazioni aventi tutte un tema unico: i corsi/acque pubbliche/fossi ricadenti nel suo territorio, componenti essenziali per gli equilibri ambientali dell’intera Piana di Fondi, ossia per il “polmone agricolo” dell’intero comprensorio e per la “salute” del mare – al quale, come è ovvio, “il sistema delle acque territoriali”, confluisce. Le successive cartografie allegate – che vanno lette in “continuum territoriale” – illustrano queste Osservazioni, denominate in sigla P01 e P03. Rio delle Querce, Fosso Colle Troiano, Fosso Capo d’Acqua, Canale Acqua Chiara, Canale di Vetere, Canale Sant’Anastasia, Canale Canneto: per tutti questi ambiti, corrispondenti a corsi d’acqua/fossi/canali di acque pubbliche, l’Amministrazione Comunale di Fondi chiede alla Regione “l’esclusione del vincolo paesaggistico per i corsi d’acqua ricadenti nel territorio comunale interessati da previsioni urbanistiche”. L’insieme di questi ambiti, forma un “comprensorio territoriale” esteso per circa 200 ettari - 30 ettari circa è l’estensione degli ambiti riguardanti l’Osservazione P01, mentre gli ambiti inerenti l’Osservazione P03 sono estesi per circa 170 ettari. La richiesta di declassificazione paesaggistica di questi ambiti, tutti interessati da consistenti nuclei abusivi da sottoporre a piani di recupero, provocherebbe una potenzialità edificatoria stimabile in circa mc 90.000, applicando l’indice previsto dalla legge regionale per il recupero delle aree compromesse dall’abusivismo – 0,20 mc/mq. La richiesta dell’Amministrazione Comunale di Fondi è stata parzialmente accolta dalla Regione: è stata respinta la richiesta di declassificazione assoluta, poiché, in riferimento alla Dgr 211 del 2002, relativa ai corsi d’acqua pubblici, nel territorio di Fondi è consentita la trasformazione dei luoghi solo negli ambiti del fosso Vallone della Quercia di Cesare, e, in parte, del fosso di Tacito, ormai completamente urbanizzati o, come si dice, tristemente “intubati”. Inoltre, la parte dell’Osservazione accolta, indica, come è evidente nelle cartografie allegate, “perimetri stretti” dei nuclei da recuperare, ed è quindi stata respinta la richiesta contenuta nelle Osservazioni, richiesta che riguarda anche ambiti non compromessi o scarsamente urbanizzati. Infine, per i nuclei da recuperare, la Regione ha invitato il Comune di Fondi alla redazione di un piano generale di recupero, corredato da uno Studio di Inserimento Paesaggistico. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare tale parere in sede di approvazione definitiva del Ptpr, e di verificare puntualmente la legittimità urbanistica di immobili edificati in aree con vincolo di acque pubbliche.

Comune: Formia

Superficie: 7.349 ettari

Popolazione: 34.931 residenti

Data delibera approvazione Prg: 21.01.1980

Piano Territoriale Paesistico n. 14 – Cassino/Gaeta/Ponza – adozione 1987 – approvazione Legge Regionale 24/1998

Superfici Comunale ricadente Parco suburbano Gianola/Monte di Scauri: 192 ettari – 3 % dell’intera superficie Comunale

Numero abusi 2004: 70 – 1 abuso ogni 5,2 giorni

Ancora il tema delle acque, al centro delle Osservazioni ai Ptp vigenti avanzate alla Regione dall’Amministrazione Comunale di Formia. In particolare, le successive cartografie allegate illustrano questo gruppo di Osservazioni – in sigla, P04a, P04b, P04c, P04d e P04e –, riferite ai corsi d’acqua/fossi Vallone Fresca, Vallone Pietra Erta, Fosso Rialto, Rio Menarola e Rio Santa Croce. Complessivamente, gli ambiti oggetto delle Osservazioni avanzate dal Comune di Formia, si estendono per poco più di 40 ettari: per questi ambiti, il Comune chiede alla Regione di declassificare quegli ambiti dai vincoli previsti per le acque pubbliche – ossia, i vincoli della Legge Galasso – o perché ormai completamente urbanizzati, o perché in quegli ambiti insistono una serie di nuclei abusivi da sottoporre a recupero urbanistico. Come al solito, il problema è rappresentato dal perimetro proposto dall’Osservazione del Comune di Formia, che certamente riguarda ambiti ormai urbanizzati completamente, ma comprende nella proposta anche ambiti non compromessi o scarsamente urbanizzati, e nei quali quindi, ha senso mantenere i vincoli previsti. Un piano di recupero, successivo alla richiesta di declassificazione generale di tali ambiti, comporterebbe una potenzialità edificatoria stimabile in circa mc 30.000 – è l’indice che utilizziamo per le zone compromesse dall’abusivismo, ossia l’indice della legge regionale per il recupero delle aree abusivamente trasformate, ossia 0,20 mc/mq . Al contrario, la richiesta del Comune di Formia è stata soltanto parzialmente accolta, limitata alle soli parti del territorio individuato dall’Osservazione ormai “cementificate”, e, per i nuclei abusivi da recuperare, la Regione indica al Comune l’obbligo di un piano generale di recupero e di uno Studio di Inserimento Paesaggistico. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare tale parere in sede di approvazione definitiva del Ptpr, e , di verificare la legittimità urbanistica degli immobili realizzati.

Comune: Latina

Superficie: 27.779 ettari

Popolazione: 107. 898 residenti

Data delibera adozione Prg: 30.6.2001

Piano Territoriale Paesistico n. 10 – Latina – adozione 1987 – approvazione Legge Regionale 24/1998

Superfici Comunale ricadente Parco Nazionale del Circeo: 1.136 ettari – 4% dell’intera superficie Comunale

Numero abusi 2004: 342 – 0,93 abusi al giorno.

E per fortuna che il nuovo Prg di Latina, adottato dal Consiglio Comunale nel 2001, ha quale “titolo comunicativo” “Latina, città delle acque”. Il Comune di Latina, che ha provveduto alla redazione del nuovo Prg, in sostituzione del precedente strumento urbanistico datato 1972, ha adottato, come detto, il nuovo Prg il 30.06.2001, e, da questo punto in poi, l’Amministrazione ha, per così dire, “congelato” il Prg adottato – anche per una serie di integrazioni chieste dal Tar a seguito di alcuni ricorsi. Le prime Osservazioni al Ptp vigente da noi selezionate, inviate alla Regione dall’Amministrazione Comunale di Latina, - in sigla P01, P02, P03, allegate nelle successive cartografie - hanno per oggetto tre corsi d’acqua pubblica, il Fosso del Rio, il Fosso Femmina Morta e il Fiume Ninfa. Con le prime due Osservazioni – P01 e P02 – l’Amministrazione Comunale di Latina chiede la “riduzione della fascia di inedificabilità intorno al Fosso del Rio e intorno al Fosso Femmina Morta”, per ambiti complessivamente estesi per circa 30 ettari. I tratti del Fosso del Rio e del Fosso Femmina Morta oggetto delle Osservazioni interessano l’ambito di Borgo Montello, per il quale, insieme agli altri Borghi storici, il Prg adottato prevede un piano di riqualificazione basato anche sul recupero delle strutture di archeologia industriale de Le Ferriere, e un parco fluviale lungo il Fiume Astura. La richiesta dell’Amministrazione Comunale di Latina, al solito, come abbiamo già avuto modo di sottolineare in relazione ad Osservazioni analoghe di altri Comuni, individua un perimetro ben più esteso della realtà della compromissione urbanistica degli ambiti. In conseguenza, la riduzione della fascia di tutela del Fosso del Rio e del Fosso Femmina Morta, attiverebbe un piano di recupero ai sensi della Legge Regionale 28/80, ossia la legge per il recupero degli ambiti compromessi dall’abusivismo, con indice edificatorio pari a 0,20 mc/mq: la potenzialità edificatoria degli ambiti è quindi stimabile in circa mc 15.000. L’Osservazione del Comune di Latina è stata parzialmente accolta dalla Regione, ma limitatamente agli ambiti veramente compromessi rispetto alla superficie individuata dal Comune, e, inoltre, i piani di recupero dei nuclei abusivi dovranno essere corredati da uno Studio di Inserimento Paesaggistico e da una serie di prescrizioni per la tutela naturalistica delle sponde dei Fossi. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare tale parere in sede di approvazione definitiva del Ptpr, e di verificare la legittimità urbanistica degli immobili ricadenti nei nuclei individuati. Come detto, con la terza Osservazione – in sigla P03, illustrata nella successiva cartografia - l’Amministrazione Comunale di Latina chiede la “per il corso d’acqua pubblica Fiume Ninfa la “riduzione della fascia di tutela del vincolo di inedificabilità” , per un tratto fluviale esteso per circa 15 ettari, un tratto fluviale che parte da Latina Scalo e arriva fino alla località Tor Tre Ponti. Dobbiamo purtroppo ripeterci, perché anche in relazione a questa Osservazione, l’ambito fluviale proposto per la riduzione delle tutele non è affatto “tutto cementato”, anche se, sono evidenti le compromissioni urbanistiche a Latina Scalo, nella Contrada Luparozzo, nella Contrada Fontana Murata e da alcuni capannoni in località Tor Tre Ponti. E infatti, l’Osservazione dell’Amministrazione Comunale di Latina è stata parzialmente accolta dalla Regione, e limitatamente alle situazioni di urbanizzazione/compromissione ormai, purtroppo, consolidate. Come per le precedenti Osservazioni, inoltre il recupero dei nuclei abusivi dovrà essere corredato da uno Studio di Inserimento Paesaggistico e da una serie di prescrizioni per la tutela naturalistica delle sponde del Fiume. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare tale parere in sede di approvazione definitiva del Ptpr, e di verificare la legittimità urbanistica degli immobili ricadenti nei nuclei individuati. Infine, i vincoli dei fiumi e dei fossi dovrebbero essere occasioni per i Comuni per implementare la qualità ambientale dei piani di recupero dell’abusivismo, e non essere “vissuti”, al contrario, dalle Amministrazioni quali “impacci” dei quali “liberarsi” attraverso richieste di riduzione delle tutele che, per altro, in generale, come abbiamo analizzato finora, riguardano ambiti limitrofi ai fossi o ai fiumi tutt’altro che compromessi. L’Osservazione P05, illustrata nella cartografia allegata, è relativa ad un’ambito, esteso circa 25 ettari, in località Foce Verde/Borgo Sabotino, con la quale L’Amministrazione Comunale di Latina chiede alla Regione che “in sede di Ptpr si tenga conto dello studio di fattibilità in corso per la realizzazione di un complesso Portuale in località Foceverde”. Si tratta di un ambito ben conosciuto da Legambiente Lazio e dal Circolo di Latina, poiché siamo in “area Centrale Nucleare di Borgo Sabotino”, un’area che, dopo la fine della “avventura nucleare”, per fortuna, mai cominciata grazie al pronunciamento popolare del Referendum svoltosi nel 1987, deve essere bonificata attraverso politiche, operazioni, progetti e relativi finanziamenti che devono essere pianificati nell’arco di almeno un ventennio. La Regione ha respinto l’Osservazione dell’Amministrazione Comunale di Latina, poiché proposta “non compatibile con le esigenze di tutela paesaggistica dell’area” – tra l’altro il perimetro proposto dal Comune di Latina comprende un bellissimo bosco di eucalipti. Inoltre, la Regione ha invitato il Comune di Latina ad attenersi all’iter procedurale previsto dalla legislazione di settore in materia di realizzazioni di complessi portuali: studio di fattibilità, Valutazione d’Impatto Ambientale, Programma Integrato sul Paesaggio, e inoltre, poiché l’ambito indicato ha vincoli paesaggistici, gli art. 5/7 della Legge 24/98. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare tale parere in sede di approvazione del Ptpr, ed inoltre, alla luce della volontà del l’attuale Governo di ripensare le scelte energetiche del Paese in direzione del nucleare ci chiediamo: ma il nucleare di nuova generazione sarebbe così “sicuro”, da consentire la realizzazione di un complesso Portuale all’interno di un’area da sottoporre a bonifica ambientale poiché pesantemente inquinata dalla Centrale di Borgo Sabotino? L’ultima Osservazione avanzata dall’Amministrazione Comunale di Latina da noi selezionata attraverso il criterio della gravità per le tutele paesaggistiche, è l’Osservazione P15, illustrata nelle cartografie successivamente allegate. Con questa Osservazione al Ptp vigente, il Comune di Latina chiede alla Regione, al fine di “riqualificare il territorio costiero di Latina, la modifica del Ptp, per consentire l’attuazione della pianificazione comunale secondo le scelte urbanistiche ed ambientali derivate dal Concorso di idee internazionale”. Infatti, a seguito della Delibera del Consiglio Comunale n. 93 del 2004, l’Amministrazione Comunale di Latina ha indetto un Concorso internazionale di idee per la riqualificazione della Marina di Latina, un’area/ambito molto consistente: 2.494 ettari complessivi – ossia il 9% del proprio territorio – articolati in vari ambiti . Il Concorso Internazionale, conclusosi nel 2006, interessa infatti i 13 km Comunali della costa di Latina; il water/front urbano, e l’ambito/aree dell’arenile, dal tratto Nord, ossia Foce Verde/Borgo Sabotino, al confine con il Comune di Nettuno, nella Provincia di Roma, fino al tratto Sud, ossia fino al confine con il Comune di Sabaudia. Da notare che questa porzione territoriale, interessa anche vaste aree del Comune di Latina, comprese fra la strada Litoranea, la costa e i territori dei confinanti Comuni di Sabaudia e Terracina, ricadenti all’interno degli attuali perimetri del Parco Nazionale del Circeo. Le aree interne al Parco Nazionale del Circeo interessate dal Prg di Latina e dal successivo Concorso Internazionale di idee per la riqualificazione della Marina di Latina, riguardano ben 1.136 ettari, incluso il Lago di Fogliano, corrispondenti al 13% della complessiva, e attuale, superficie del Parco Nazionale del Circeo, pari a circa 8.500 ettari. I restanti 1.358 ettari interessati dal progetto de la Marina di Latina, riguardano i nuclei urbani di Borgo Sabotino e Borgo Grappa, le aree agricole che fanno da “cuscinetto” tra la costa e le aree più interne, una lunga serie di nuclei abusivi, naturalmente “sorti spontaneamente”, l’area termale, l’area dell’ex Centrale Atomica di Borgo Sabotino, oggetto, come abbiamo analizzato precedentemente, di una specifica Osservazione, le Aree del Demanio Militare, le aree contigue di interesse paesaggistico al Canale Rio Martino, Fosso Mascarello, Canale Colmata, Canale Mastropietro, Canale Cicerchia, e il Fiume Astura, e, infine, le aree archeologiche di Passo Genovesi, Torre di Foce Verde, l’area di Sacritum, e i casali rurali legati alla bonifica. Questo comparto territoriale risulta oggi non edificato per circa 450 ettari, ossia 1/3 del totale del comprensorio, mentre i restanti 908 ettari risultano urbanizzati a vario titolo. Infatti, in questi 908 ettari, risultano ad oggi realizzati mc 1.368.000, corrispondenti a circa 11.400 nuovi residenti insediati, dei quali mc 300.000 riguardano volumi realizzati dopo dicembre ’93 – e quindi dopo la scadenza temporale data dal secondo Condono Edilizio - ma “condonandi” dal terzo, e altrettanto sciagurato, Condono Edilizio -, mc 322.000 realizzati nella fascia di 300 metri dalla battigia, e, inoltre, 260 ettari del comprensorio della Marina di Latina sono interessati da previsioni del Prg vigente, datato 1972, per mc 636.186, dei quali mc 260.536 già realizzati, e mc 375.650 da realizzare quali “residuo” del Prg vigente. Attraverso lo stesso Prg vigente, inoltre, l’Amministrazione Comunale ha stipulato ulteriori convenzioni urbanistiche con soggetti privati per ulteriori mc 72.000 , e, infine il Consiglio Comunale di Latina, fin dal 2001, ha approvato la delibera per il recupero dei nuclei abusivi realizzati nell’area interessata. Da notare che sui complessivi 2.494 ettari interessati dal progetto, soltanto 53 ettari, pari ad un misero 2% risultano di proprietà pubblica, 70 ettari risultano in proprietà della Società Pubblica delle Terme di Fogliano, mentre il resto del comprensorio, ossia 2.371 ettari, pari al 95%, risultano nella proprietà di soggetti privati. Davanti a questo “diluvio cementizio” di natura privatistica, ci chiediamo cosa abbia a che fare

tutto ciò con il recupero e la riqualificazione ambientale della Marina di Latina, ci chiediamo come sia possibile che un Prg di un Comune porti in attuazione comparti territoriali costituenti il perimetro di un Parco Nazionale, l’ennesimo parco privo di Piano d’Assetto – e consideriamo che è stato istituito con Regio Decreto risalente al 1934, ossia 74 anni fa, e uscito da un lungo e meritato commissariamento. L’Osservazione dell’Amministrazione Comunale di Latina è stata parzialmente accolta dalla Regione, sia pure limitatamente alle parti urbanizzate, poiché gli interventi proposti sono considerati compatibili con le esigenze di tutela paesaggistica. Al contrario, per larga parte dell’ambito, l’Osservazione è stata respinta dalla Regione. Inoltre la stessa Regione ha indicato una serie di prescrizioni, quali un programma integrato sul paesaggio, corredato da valutazione d’impatto ambientale. Al contrario, Legambiente Lazio chiede alla Regione di respingere completamente tale Osservazione in sede di approvazione del Ptpr, chiede alla Regione di verificare la legittimità urbanistica degli immobili realizzati, in specie gli immobili realizzati all’interno della fascia di battigia dei 300 metri, chiede alla stessa Regione di farsi parte attiva presso il Ministero dell’Ambiente e presso l’Ente Parco per accellerare la proposta di Piano d’Assetto. Un’ultimo dato: la citata Delibera n. 93 del 2004, dalla quale abbiamo tratto la sintesi dei dati citati, è stata votata, su 31 consiglieri presenti alla seduta, da 26 consiglieri, con 5 astensioni: alcuno dei consiglieri presenti ha ritenuto utile e doveroso votare contro questa devastante Delibera.

Comune: Minturno

Superficie: 4.207 ettari

Popolazione: 17.814 residenti

Data delibera approvazione Prg: 03.08.1984

Piano Territoriale Paesistico n. 14 – Cassino, Gaeta, Ponza – adozione 1987 – approvazione Legge Regionale 24/1998

Superficie ricadente nel Parco Suburbano di Gianola/Monte di Scauri: 93 ettari – 2% dell’intera superficie comunale

Numero abusi 2004: 59 - 1 abuso ogni 6 giorni.

Tra le Osservazioni al Ptp vigente avanzate alla Regione dall’Amministrazione Comunale di Minturno, ve ne sono tre che si “distinguono” per particolare aggressività nei confronti delle tutele paesaggistiche. La prima Osservazione è illustrata nella successiva cartografia allegata – in sigla P01a – è riguarda un’ambito costiero esteso dalla località Monte d’Argento fino alla foce del Fiume Garigliano, al confine tra la Regione Lazio e la Regione Campania, un’ambito esteso circa 15 ettari. Nel Ptp vigente, l’ambito è classificato quale area TI /Tutela Integrale – fascia costiera ad alto valore paesaggistico, e l’Osservazione del Comune di Minturno chiede che la fascia di tutela costiera sia “ridotta dagli attuali 300 metri a 160 metri, fino a coincidere con la Via Pantano Arenile”. In quei 140 metri, attualmente la fascia costiera di Minturno risulta “tarlata” da un “continumm edilizio” disordinato e, in alcune parti, di scarsa qualità. L’Osservazione dell’Amministrazione Comunale di Minturno è stata respinta dalla Regione poiché “non compatibile con le esigenze di tutela paesaggistica dell’area”. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare tale parere in sede di approvazione definitiva del nuovo Ptpr, ed, inoltre, chiede alla stessa Regione di verificare la legittimità urbanistica di immobili edificati all’interno della fascia di tutela della battigia, ossia 300 metri. La seconda Osservazione – nella cartografia allegata è, in sigla, l’Osservazione P03a – ha per oggetto una vasta area, estesa circa 80 ettari, interna agli attuali perimetri del Parco Suburbano di Gianola/Monte di Scauri. Nel Ptp vigente, l’ambito oggetto dell’Osservazione dell’Amministrazione Comunale di Minturno è classificato quale ambito TS – sistema morfologico ambientale di alto valore paesistico: al contrario, il Comune di Minturno chiede per l’ambito, in riferimento ad alcuni piccoli nuclei edilizi sorti – spontaneamente, naturalmente …- una nuova classificazione, quale ambito IR, ossia Tessuti Urbani consolidati in aree costiere a forte valore paesistico. Al solito, il perimetro individuato dall’Amministrazione Comunale di Minturno è “abnorme” rispetto all’insignificanza dell’urbanizzazione realizzata, tanto è vero che l’area oggetto dell’Osservazione, come detto, si estende per circa 80 ettari, corrispondente al 28% del totale dell’estensione, pari a 285 ettari, del Parco Suburbano di Gianola/Monte di Scauri. L’Osservazione del Comune di Minturno è stata parzialmente accolta, ma limitatamente alle piccole porzioni territoriali effettivamente compromesse, mentre per il resto dell’ambito, assolutamente non compromesso, l’Osservazione

è stata respinta. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare tale parere in sede di approvazione definitiva del Ptpr, e di verificare la legittimità urbanistica di immobili edificati all’interno di un’area protetta. La terza Osservazione dell’Amministrazione Comunale di Minturno al Ptp vigente – nella successiva cartografia allegata è l’Osservazione P04a – riguarda un ampio comprensorio, esteso circa 50 ettari, che si dipana dalla Marina di Minturno fino al Fiume Garigliano, immediatamente limitrofo all’ambito costiero oggetto della prima Osservazione già analizzata. Queste aree nel Ptp vigente sono classificate in parte quale ambito TS – sistema morfologico ambientale di alto valore paesistico, e in parte quale ambito IM – zone agricole contigue al paesaggio costiero e agli insediamenti consolidati investiti da urbanizzazione. L’Amministrazione Comunale di Minturno chiede alla Regione di “poter effettuare varianti al Prg, per regolamentare i nuclei abusivi, potenziare la vocazione turistica, e al fine di potenziare l’argine del Fiume Garigliano, la realizzazione di un approdo turistico, con alle spalle una zona umida”. Per poter trasformare l’ambito, è dunque necessaria, come chiarisce lo stesso Comune di Minturno, una variante urbanistica: per questo non è possibile stimare credibilmente la potenzialità edificatoria dell’ambito a seguito della richiesta di declassificazione paesaggistica, tranne che per le aree interessate dai nuclei abusivi, ossia circa 15 ettari. Applicando quindi l’indice della Legge Regionale 28/80 per il recupero delle aree compromesse dall’abusivismo, ossia 0,20 mc/mq, ne discende una potenzialità edificatoria, limitata alle zone compromesse, pari a circa mc 16.000. La richiesta dell’Amministrazione Comunale di Minturno è stata parzialmente accolta dalla Regione, ma limitatamente ai nuclei abusivi da recuperare. Inoltre la Regione, in relazione alla richiesta di realizzare un porto turistico nell’area, invita il Comune di Minturno a fare riferimento agli art.5 e 7 della Legge 24/98, e alla legislazione di settore, con un programma integrato per il paesaggio e allegata la valutazione d’impatto ambientale. Al contrario, per le parti dell’ambito in gran parte non compromesse, l’Osservazione del Comune di Minturno è stata respinta. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare tale parere in sede di approvazione del Ptpr, e di verificare la legittimità urbanistica degli immobili da sottoporre ad un eventuale piano di recupero.

Comune: Montalto di Castro

Superficie: 18.967 ettari

Popolazione: 7.653 residenti

Delibera approvazione Prg: 20.11.1974

Piano Territoriale Paesistico n. 2 – Litorale Nord – adozione 1987 – approvazione Legge Regionale 24/1998

Il primo Comune che fu dichiarato dal Movimento Ambientalista – a volte è necessario scrivere in maiuscolo tale parola… - quale “Comune denuclearizzato” ha presentato alla Regione una serie di Osservazioni al Ptp vigente, alcune delle quali di ordine “generale”, altre, sulla base delle prime, di ordine “particolare”. Cominciamo dalle Osservazioni di carattere “generale”, con la prima delle quali l’Amministrazione Comunale di Montalto di Castro chiede “la revisione dei perimetri e delle prescrizioni delle Legge Regionale 30/74 e successive di tutela delle coste”. Questa prima Osservazione è stata respinta dalla Regione, poiché “ proposta non pertinente” in quanto formulata in termini generici. Ma, come detto, questa Osservazione di carattere generale è altresì propedeutica al resto delle Osservazioni, di carattere invece territorialmente “puntuale”. Infatti, la successiva cartografia allegata mostra l’area costiera della quale si chiede “la revisione dei perimetri e delle prescrizioni”: si tratta della spiaggia – si chiama così, non è mica un’ area edificabile…. – che si dipana dal confine tra la Regione Lazio e la Regione Toscana, passando per ambiti costieri di Graticciata, Foce Vecchia, e Marina di Pescia Romana, fino al tratto di costa prospiciente la Centrale Enel. Più che invitare la Regione Lazio a reiterare il parere negativo già espresso, invitiamo la stessa Regione Lazio a convocare il Sindaco di Montalto di Castro per spiegare al primo cittadino che per avviare un Piano di Utilizzazione dell’Arenile – in sigla P.U.A. - non è necessario chiedere “la revisione dei perimetri e delle prescrizioni delle Legge Regionale 30/74 e successive di tutela delle coste”.

E veniamo alle Osservazioni puntuali avanzate ai Ptp vigenti dall’Amministrazione Comunale di Montalto di Castro. La successiva cartografia allegata mostra la “pesantezza”, per le ragioni della tutela paesaggistica, di questa Osservazione. Infatti, l’Amministrazione Comunale chiede “la modifica del livello di tutela paesaggistica” dell’ambito indicato nella stessa cartografia, per poter attuare le convenzioni urbanistiche previste dal Prg. Si tratta di un’area estesa per circa 40 ettari, che parte dalle aree del lungomare prospicienti il fiume Fiora, comprendendo le aree site a sinistra dell’asta fluviale, fino ad arrivare al punto di incrocio tra il lungomare e la Strada delle Murelle . Nel Ptp vigente, queste aree sono classificate quale ambito B2, ossia zone agricole ad alto valore paesistico, dove la trasformazione consentita, per le sole finalità agricole, è pari a 0,015 mc/mq, ossia una potenzialità edificatoria massima pari a mc 6.000.

Al contrario, secondo il Prg vigente, quelle stesse aree sono destinate alla realizzazione di un nuovo Porto turistico e sono altresì indicate quale area di nuova espansione – zone C – dell’ambito della Marina di Montalto.

Il che vuol dire che tra nuovo Porto turistico e nuova area di espansione, le potenzialità edificatorie, ottenute la declassificazione paesaggistica, è stimabile in almeno mc 150.000. La risposta della Regione Lazio a questa Osservazione è piuttosto articolata: infatti, in riferimento alle previsioni urbanistiche inerenti il nuovo Porto turistico, l’Osservazione è stata respinta in quanto proposta non compatibile con “le esigenze di tutela paesaggistica dell’ambito”, rinviando quindi la questione del Porto alla legislazione di settore, per la quale si fa obbligo della Valutazione d’impatto ambientale. In riferimento invece al declassamento paesaggistico “generale” dell’ambito, propedeutico alla realizzazione delle previsioni del Prg sull’ambito della Marina di Montalto, l’Osservazione è stata parzialmente accolta: infatti è stata respinta la richiesta in riferimento alle aree “libere da edificazioni e compromissioni urbanistiche”, ma è stata accolta “limitatamente all’ambito il cui fronte verso il mare sia già impegnato da edificazione esistente realizzata in conformità agli strumenti urbanistici e di pianificazione vigenti”. Se ben capiamo, questo parere è il via alla lottizzazione prevista dal Prg nella Marina di Montalto: il punto è che non si tratta di una opera di “completamento” di un fronte mare già urbanizzato, poiché l’ambito previsto è attualmente assolutamente “libero” da qualsivoglia compromissione, ma di una vera e propria “neo – urbanizzazione”, per altro con destinazione a “seconde case”. Legambiente Lazio chiede alla Regione di confermare la destinazione paesaggistica ad ambito B2, ossia aree agricole ad alto valore paesistico, anche per le aree soggette dal Prg di Montalto di Castro ad aree di sviluppo della Marina.

Comune: Nettuno

Superficie: 7.146 ettari

Popolazione: 36.080 residenti

Delibera approvazione Prg: 22.05.1973

Piano Territoriale Paesistico: n. 10 Latina- adozione 1987 – approvazione Legge Regionale 24/1998

Superficie comunale ricadente nella Riserva Naturale di Villa Borghese di Nettuno : 36 ettari – 0,50% dell’intera superficie comunale

L’Osservazione presentata da un soggetto privato, gestore di una officina, e trasmessa alla Regione dall’Amministrazione Comunale di Nettuno nel periodo a gestione Commissariale – il Comune di Nettuno , come è purtroppo noto, è stato sciolto con Decreto del Ministro dell’Interno per acclarate infiltrazioni mafiose nel settore degli appalti pubblici e nella gestione del settore edilizio da parte di clan della n’drangheta – è una Osservazione “francobollo”, poiché riguarda un’area estesa per non più di 3 ettari, ma è un’Osservazione utile a capire “l’aria che tira” per le aree tutelate, come abbiamo analizzato fino ad ora, non certo nel solo Comune di Nettuno. Infatti quei 3 ettari fanno parte di un ambito ben più esteso, circa 550 ettari, componenti l’estensione territoriale del Sito di importanza Comunitario del Bosco di Foglino e del laghetto Granieri. Anche in questo caso, si tratta di un’area ben conosciuta dal Circolo Legambiente Le Rondini di Anzio/Nettuno e da Legambiente Lazio: il 10 ottobre del 2007, infatti, l’Osservatorio Ambiente e Legalità segnalava con un proprio esposto alle varie autorità competenti la realizzazione nell’area del Laghetto di Granieri di una serie di manufatti abusivi ad uso commerciale/turistico. L’immediato intervento del Corpo Forestale dello Stato portava al sequestro dei manufatti e di quella porzione di area del Sic interessata ai lavori abusivi. L’Osservazione del soggetto privato, sottoposta all’attenzione della Regione attraverso la “ricezione” nelle Osservazioni presentate dall’Amministrazione, riguarda però un’altra area del comparto di pregio, ma è indicativa in ogni caso: infatti con questa Osservazione, si chiede di “modificare il perimetro del Bosco di Foglino”. Il Bosco di Foglino è uno dei “lacerti” rimasti di quell’immensa area boscata costiera che componeva, nella Roma Antica, l’Antica Selva, e che si dipanava da Anzio, attraverso Nettuno, Terracina e il Circeo – dove sopravvive, grazie all’istituzione nel 1932 del Parco Nazionale del Circeo. Legambiente Lazio chiede alla Regione e al Comune di Nettuno, al contrario, di verificare la legittimità urbanistica e ambientale dell’Officina operante all’interno del Bosco di Foglino: magari, invece di chiedere di “riperimetrare” un bosco, si potrebbe, invece, “spostare” l’attività produttiva, se avente titolo e legittimità urbanistica, in aree più consone all’esercizio. Anche perché, come è noto, le foreste e i boschi si “spostano” soltanto nel Mac Beth…. Legambiente Lazio chiede alla Regione di istituire il Monumento Naturale del Bosco di Foglino e del Laghetto Granieri: come detto, l’area è un Sito di Importanza Comunitaria è la proprietà è della Università Agraria. Le elezioni Comunali di Nettuno, terminato il Commissariamento, hanno registrato l’elezione di un nuovo Sindaco, impegnato a voltare pagina per la città costiera: dal nuovo Sindaco, Legambiente Lazio si aspetta, in conseguenza, “nuove cose”.

Comune: Ponza

Superficie: 985 ettari

Popolazione: 3.110 residenti