Ostia - Proclamato lo stato di agitazione all’ospedale Grassi di Ostia da parte dei sindacati Uil Fpl, Cgil e Anaao medici. L'assemblea è stata convocata per venerdì 15 aprile, alle ore 10. Alla base della protesta la riduzione del personale. Pochi gli infermieri nel nosocomio lidense mentre si farebbero sempre più insistenti le voci di chiusure di alcuni reparti di degenza del Grassi e del Cpo – Centro paraplegici Ostia.


LA LEGGE 161/2014 – “Con la legge 161/2014 sugli orari di lavoro il personale operante all'ospedale Grassi e Cpo in quanto non è possibile eseguire doppi turni o altre modalità di straordinario che vadano in contrasto con la normativa. Con l'arrivo delle ferie estive per gli operatori si rischia il collasso dei reparti”, dichiara Giuseppe Conforzi, segretario territoriale Uil Fpl Asl Roma 3.


LA CHIUSURA – “Ci sono voci di chiusura di reparti dell’ospedale e di un piano di degenza del Cpo: se fossero confermate sarebbe un fatto gravissimo che andrebbe a discapito della cittadinanza. L'offerta dei posti letto è scarsa nel periodo invernale: con le chiusure che cosa accadrebbe sul litorale questa estate quando la popolazione sfiora i 500mila abitanti? Forse si vuole trasformare il Grassi in un grande pronto soccorso? Noi siamo fermamente contrari in una città come Ostia dove l'ospedale più vicino è a 25 chilometri e la popolazione è elevata”, spiega il dirigente della sigla.


LE CARENZE – “All'appello mancano decine di infermieri e addirittura, come riconosciuto tempo fa dall'azienda, circa 100 operatori socio-sanitari. Questa è una azienda abbandonata a se stessa! La Regione Lazio deve permettere l'assunzione di ìnfermieri così come è avvenuto in altre Asl del Lazio, urgentemente, utilizzando graduatorie di bandi e concorsi già presenti”, prosegue Giuseppe Conforzi.


L’ASSEMBLEA - La Uil Fpl, insieme alla Cgil e ad Anaao medici, ha proclamato lo stato di agitazione. “Venerdì 15 aprile si terrà un’assemblea con i lavoratori dove si decideranno le iniziative da prendere per cercare di sbloccare questa situazione emergenziale: come Uil Fpl la nostra risposta sarà molto dura. No alle chiusure di reparti al Grassi e Cpo, no a lasciare questa situazione al limite della follia, sì assunzioni subito”, conclude il segretario territoriale Uil Fpl Asl Roma 3.


EUGENIO BELLOMO – “Al Grassi i dipendenti della Ma.Ca. srl hanno ricevuto il 50% dello stipendio di febbraio e niente a marzo. Nonostante ciò continuano ad assicurare la pulizia dei locali e il trasporto dei pazienti”, dichiara Eugenio Bellomo, coordinatore del Comitato degli iscritti della Cgil della Asl Roma 3 ed ex capogruppo Sel X Municipio, rendendo nota la situazione dei lavoratori della società che ha in appalto alcuni servizi presso il nosocomio lidense: “Voglio ricordare la loro presenza in pronto soccorso, camera operatoria, dialisi, etc. Senza la loro presenza il Grassi si vedrebbe impossibilitato ad erogare qualsiasi tipo di assistenza. Come coordinatore del comitato degli iscritti della Cgil della Roma 3 e per il mio ruolo passato nella amministrazione municipale, voglio esprimere la massima preoccupazione per la conseguenza che la vertenza potrebbe avere sui lavoratori e sulla già bistrattata sanità del X Municipio”, sottolinea Eugenio Bellomo.


ANDREA CATARCI - Sulla vicenda è intervenuto ieri anche Andrea Catarci, presidente dell’VIII Municipio. “La Ma.Ca. srl, società che si occupa del servizio di pulizia, sanificazione, consegna e trasporto materiali per l’ospedale Cto, Sant’Eugenio e Grassi, in questi giorni sta licenziano il suo personale. Dopo la conclusione del tentativo di conciliazione con il mancato accordo e dopo le lettere medioevali inviate dalla società ai lavoratori, con cui si intima la restituzione di 11.800 euro cadauno degli stipendi pregressi, sono arrivate le prime lettere di licenziamento. In risposta da oggi (mercoledì 13 aprile, ndr) 2 donne si sono incatenate all’entrata del Cto per difendere i propri diritti”, afferma Andrea Catarci.


LA REVOCA – “La Asl Roma 2 sta procedendo alla revoca dell’appalto alla Ma.Ca., ma se non si fa presto e non si concorda con il soggetto subentrante la salvaguardia di tutti i posti di lavoro potrebbe essere tutto inutile! Nel rinnovare la vicinanza e la solidarietà attiva a tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti e nel denunciare di nuovo la prepotenza furbesca della Ma.Ca., si fa appello al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti perché intervenga direttamente a porre fine a questa drammatica situazione. Basta con il silenzio!”, dichiara il presidente Andrea Catarci.