Groundcare: continua la protesta dei lavoratori a Fiumicino
Fiumicino – A Fiumicino continua la protesta degli oltre 800 lavoratori di Groundcare, giunti al quarto giorno di mobilitazione. “La situazione occupazionale in aeroporto non accenna a migliorare: aumenta invece il numero di lavoratori che vengono messi alla porta o che, gioco forza, si vedono costretti ad accettare contratti peggiorativi pur di mantenere una fonte di reddito. Più volte, come Amministrazione, abbiamo chiesto il rispetto della clausola sociale, il sindaco Montino e l'assessore Anselmi hanno ottenuto un tavolo regionale su GroundCare e richiestone espressamente uno su tutta la situazione lavorativa aeroportuale; il presidente del consiglio Califano ha anche scritto al premier Renzi. Va detto a chiare lettere: quello che sta accadendo all'interno del primo aeroporto d'Italia è una vera e propria mattanza occupazionale, che getta nell'incertezza l'esistenza di centinaia di famiglie. Quel che è certo è che senza un’adeguata forza lavoro non sarà mai possibile rendere Fiumicino un vero hub internazionale al passo con gli altri scali europei, più piccoli ma molto più efficienti, a dimostrazione di come non sia la grandezza del sedime a fare la differenza, ma la qualità dei servizi offerti, la professionalità e l’esperienza dei lavoratori", dichiara la consigliera democratica di Fiumicino Erica Antonelli.
Anche il presidente del consiglio di Fiumicino e consigliere Pd dell'Area Metropolitana di Roma Capitale, Michela Califano, e il vicesindaco e assessore al lavoro Anna Maria Anselmi, insieme ai capigruppo Emilio Patriarca, Antonio Bonanni, Maurizio Ferreri e altri consiglieri comunali, ieri hanno deciso di portare la loro solidarietà ai licenziati GroundCare durante la protesta organizzata ieri mattina presso al Leonardo Da Vinci. “Mi sono stancata – ha detto il presidente Califano – di vedere vertenze e lavoratori che vanno a casa in un aeroporto che fa numeri da record: eppure si perdono quotidianamente posti di lavoro e si mettono intere famiglie in ginocchio. È chiaro ci sia un sistema che va cambiato radicalmente. Noi chiediamo al premier Renzi di interessarsi alla vertenza e di mettere con coraggio mano alle regole dello scalo romano per portare di nuovo buona occupazione: assunzioni a tempo indeterminato e non precari. Con i numeri di quest'aeroporto bisogna assumere, non licenziare”. “La vertenza Groundcare – ha aggiunto il vicesindaco Anselmi – è stata seguita su più tavoli sin dall'inizio. Ora va portata al più alto livello istituzionale, fino alla Presidenza del Consiglio”.
Ieri pomeriggio fonti aeroportuali avrebbero informato che degli 849 dipendenti della società di handling, fallita nel maggio scorso e a regime di esercizio provvisorio, 629 saranno riassorbiti a Fiumicino dall'handler Aviation Service, mentre i restanti 220 in un bacino Enac che svolgerà il ruolo di serbatoio per future nuove assunzioni. Per loro ci sarebbe la garanzia di "un diritto di priorità a seconda del profilo professionale richiesto". Secondo queste fonti, un accordo risalente allo scorso dicembre tra il curatore e i sindacati avrebbe già previsto l'assorbimento immediato da parte di Aviation Service di 400 lavoratori e la messa in mobilità (con l'80% dello stipendio per 3 anni) degli altri 449. Successivamente, tale accordo " è stato riconfermato" attraverso una proposta di gara che ha portato pertanto al riassorbimento immediato in Aviation Service di 400 lavoratori. A questi se ne aggiungeranno, in tre scaglioni diversi, altri 70, entro il primo febbraio, ancora altri 70 entro il primo marzo ed infine altri 89 entro il prossimo primo aprile. Secondo quello che riporta l’Ansa si sarebbe quindi provveduto a creare con la Regione Lazio un bacino Enac in cui far confluire i restanti 220 ex dipendenti Groundcare, che avrebbero un diritto di priorità quando allo scalo romano in caso di necessità di nuove assunzioni in base al profilo professionale richiesto.
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