Fiumicino – Da ieri due lavoratori di Groundcare, la società dell’handling aeroportuale di Fiumicino, fallita a maggio dello scorso anno, sono in sciopero della fame. Una decisione estrema presa per chiedere ‘visibilità e attenzione da parte delle autorità aeroportuali e delle istituzioni’. Gli ex dipendenti hanno piantato una tenda a largo Linate-8 ottobre 2001 davanti all’aeroporto di Fiumicino dichiarando che resteranno fino a quando non otterranno risposte. Danilo Bindella, 42 anni, ed Ezio Scarsella, 53 anni, sono in attesa di essere riassorbiti da una nuova società ma nel frattempo la cassa integrazione è finita e la trattativa risulta ancora bloccata. Al momento, dunque, la situazione dei dipendenti Groundcare, appare ancora molto critica. Non risulta infatti confermata l’ipotesi di un reintegro scaglionato della metà dei 450 licenziati. Circa 200 dovrebbero essere riassorbiti nei prossimi mesi mentre gli altri 200 sarebbero rimasti senza lavoro. Ma ora sembra incerto anche il futuro dei primi 200 a causa, come riferiscono alcune sigle, della decisione del giudice fallimentare che ha accolto il ricorso di una delle società che aveva partecipato al bando.


Questo pomeriggio l’assessore al lavoro Anna Maria Anselmi e il delegato al lavoro del comune di Fiumicino Piero Amati hanno portato la solidarietà dell’Amministrazione ai lavoratori della Groundcare che hanno iniziato lo sciopero della fame. “In quest’occasione – afferma l’assessore Anna Maria Anselmi - abbiamo appreso dai sindacati che Aviation Service starebbe firmando dal notaio l’accordo sottoscritto il 30 dicembre con le stesse organizzazioni in merito agli 850 licenziamenti, 629 dei quali saranno riassorbiti attraverso le modalità stabilite con l’accordo mentre i restanti faranno parte di un serbatoio gestito dalla società Aeroporti di Roma e verranno ricollocati in base alle necessità. Vigileremo affinché gli accordi raggiunti con sindacati vengano rispettati nell’interesse dei lavoratori”.