Fiumicino - E’ senza sosta l’azione di contrasto al traffico internazionale di sostanze stupefacenti da parte del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, come dimostrato dal bilancio dei primi dieci mesi di attività nei due scali aeroportuali di Fiumicino e Ciampino. A seguito dei controlli eseguiti sui passeggeri in arrivo ed in transito, nonché nell’area merci, le Fiamme Gialle del Gruppo di Fiumicino, in stretta collaborazione con il personale dell’Agenzia delle Dogane, hanno sequestrato complessivamente quasi novecento chili di sostanze stupefacenti, denunciando 261 soggetti, di cui 103 in stato di arresto. Venticinque sono state le persone verbalizzate in via amministrativa e segnalate al Prefetto e undici sono gli automezzi sequestrati.

Più in particolare, i sequestri riguardano cocaina (oltre 150 chili), hashish e marijuana (23 chili), Khat ed altre sostanze (circa 700 chilogrammi) ed eroina (10 chili), mentre gli arresti si riferiscono a quindici  italiani e ottantotto stranieri. Quanto alle provenienze dei carichi di droga, il 25% dei casi riguardano il Centro e Sud America (Argentina, Brasile, Venezuela e Rep. Dominicana), il 10% l’Africa (Nigeria, Marocco, Ghana, Tunisia), il 65% l’Europa (Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Svizzera e Portogallo), nonché Cina e Emirati Arabi.
Disparati ed ingegnosi sono i sistemi di occultamento utilizzati, sia dai passeggeri che nelle spedizioni, per introdurre le partite di stupefacente nel territorio nazionale. Solo per citare alcuni esempi, si va dalle intelaiature dei bagagli al seguito ai capi di abbigliamento impregnati e ai dolciumi ripieni di droga, dai cerchi in lega per automobili alle confezioni per l’igiene intima ed alle copertine dei libri, modificati “ad hoc” per nascondere i carichi preziosi. Sorprendente è stato il rinvenimento di una partita di cocaina all’interno del vano avionico di un aeromobile, tra i pannelli elettronici che si trovano sotto la cabina di pilotaggio. I successi sono frutto dell’abilità investigativa dei finanzieri e delle collaudate metodologie operative che si basano su attività di analisi di numerose informazioni per andare quasi “a colpo sicuro”: luogo di provenienza e di destinazione della merce, tipo di prodotti ufficialmente dichiarati per l’importazione in Italia, soggetti che figurano come mittente e destinatario nonché l’immancabile dose di esperienza ed intuito, valori aggiunti in grado di fare la differenza in un settore così complesso e delicato, in cui gli interessi in gioco sono considerevoli. Molti degli arresti sono legati all’esecuzione delle cosiddette “consegne controllate”, speciali procedure disposte dall’Autorità Giudiziaria attraverso le quali il sequestro dello stupefacente viene ritardato facendo recapitare la droga ai destinatari e consentendo agli investigatori di individuare i committenti della spedizione e, risalendo la “filiera” distributiva, a tutta l’organizzazione criminale coinvolta.