Hotel Kursaal, gli occupanti: “Ci hanno dimenticato!”
Ostia – Non bastano più né i giornali e gli stracci stesi sul pavimento né le bacinelle e le pentole per raccogliere l’acqua che dal soffitto, annerito dalla muffa, filtra in una delle stanze fatiscenti dell’ex hotel Kursaal di Ostia. Qui da ormai cinque anni vivono quattro, cinque famiglie in quella che con termine diventato d’uso comune viene definita ‘emergenza abitativa’. Famiglie che lo hanno occupato. Meno di una decina di persone, tra le quali due ragazzi di 16 e 17 anni e una bambina di cinque, per i quali ogni giorno che passa in quegli alloggi degradati l’esistenza diventa sempre più difficile. Ieri sera la signora B., vedendo il figlio che mentre cenava cercava di ripararsi dall’acqua che colava dal soffitto direttamente dentro il piatto, è scoppiata a piangere come una bambina. “Non ce la faccio più ad andare avanti!”, ha confidato all’amica, una giovane mamma con la quale ha condiviso negli ultimi anni tante battaglie per il diritto ad una casa. Una casa anche piccola, ma dignitosa.
Ed è stata questa amica, la signora N., che ci ha contattato, disperata: “Ci hanno dimenticati. Ecco, questa è la verità. Nonostante siamo stati regolarmente censiti, nonostante le promesse e gli impegni, nulla è cambiato”, spiega. “E’ vero, siamo fortunati ad avere un tetto sopra la testa ma qui ogni giorno che passa, nonostante cerchiamo di tamponare i danni e di far riparare quello che si rompe, è peggio. Arriva l’inverno e questo posto è tutto meno che confortevole. Anche per raggiungerlo è un problema. E lo sanno! Al comune lo sanno. Sanno”, prosegue, “che siamo in queste condizioni fin da quando l’ex sindaco Alemanno emanò un’ordinanza di sgombero in quanto l’ex albergo non è a norma sotto il profilo igienico-sanitario. Anche i vigili del fuoco ne hanno dichiarato l’inagibilità un paio di anni fa. Per una casa dovremmo aspettare almeno dieci anni… Sappiamo però che ci sono bungalow liberi dove le famiglie potrebbero stare: a noi hanno proposto la casa famiglia, ma questo significherebbe smembrare i nuclei familiari e noi non lo vogliamo. Non è giusto che non si abbia diritto ad una famiglia se non puoi permetterti di pagare un affitto!”.
Al Kursaal, che negli anni ’60, ’70 era frequentato dal jet set ed era tra gli hotel del litorale romano il ‘fiore all’occhiello’ ed era stato progettato dall’architetto Lapadula, vivono anche un numero imprecisato di persone, tra le quali molti stranieri, che si arrangerebbero a stare negli scantinati. Nel frattempo tutto quello che poteva essere distrutto o rubato lo è stato: razziati gli impianti audio delle sale convegno, i sanitari dei bagni, le ceramiche dipinte a mano, i mobili, i lampadari con tutte le lampadine, gli interruttori, i quadri elettrici. Tutto. Tutto ‘sparito’ o devastato. Degrado non solo strutturale ma anche sociale. Negli ultimi anni ci sono stati un morto, un femminicidio, risse eccetera eccetera. A denunciare la situazione a suon di esposti alla Procura e di segnalazioni era stato più volte negli ultimi cinque anni il proprietario, l’ingegner Giorgio Bertusi, creditore presso il Comune di Roma di circa 3 milioni. Ma facciamo un passo indietro.
La vicenda ebbe inizio nel 2009 quando il Kursaal ospitò gli sfollati dell’Idroscalo. Il Campidoglio, insieme all’ex presidente del municipio X, Giacomo Vizzani, cercarono di tamponare quella che sembrava la solita ‘emergenza abitativa’ dovuta all’inverno, dando accoglienza temporanea alle famiglie in alcuni alberghi del litorale. Tra comune e strutture alberghiere furono stipulati dei contratti in base ai quali l’amministrazione avrebbe pagato a Giorgio Bertusi per l’alloggio. Ma l’impegno fu solo parzialmente rispettato tanto è vero che al proprietario non è stato pagato il dovuto. Nel frattempo all’ex hotel sono arrivate delle persone, non dell’Idroscalo, che lo hanno occupato. Si è andata così determinando l’attuale situazione di disperazione e abbandono. “Negli anni abbiamo dovuto convivere con la paura a causa delle incursioni notturne, risse, ferimenti, minacce, furti, annullata la nostra attività fino ad allora perfettamente funzionante e acclaratamente produttiva, il nostro personale in cassa integrazione straordinaria, costretti ad allontanare, per motivi di sicurezza i nostri familiari. In albergo c’è stato anche un morto, un tentato femminicidio e diverse persone alloggiate agli arresti domiciliari”, spiegò l’ingegner Bertusi nelle sue lettere aperte alle istituzioni. Oggi il Kursaal è una ferita aperta nel tessuto della città di Ostia.
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