Ostia – A due settimane dall’inizio dei saldi invernali, appuntamento importante per le vendite di fine stagione sia per i commercianti sia per i clienti, nel municipio X il bilancio non è purtroppo confortante. A parte i primi due, tre giorni in cui sembrava che i consumi fossero in risalita dopo il magro Natale, si è confermato il trend negativo. Pochi gli acquirenti, contenutissimo il budget, preoccupati gli operatori commerciali che rischiano seriamente di veder chiudere altre attività. Preoccupate le due principali associazioni di categoria, Ascom e Confesercenti, che forniscono i primi dati.


“Per quanto riguarda il settore dell’abbigliamento e delle calzature registriamo un -0,5% nel centro di Ostia ed un -15, 20% in periferia in occasione di questi saldi”, dichiara Luca Capobianco, presidente di Ascom Litorale. “Veniamo da anni di crisi. Il trend è negativo: per un’attività che apre ne chiudono tre”, prosegue il presidente dell’associazione di categoria, che segnala l’eccessiva pressione fiscale e le tante imposte che gravano sui negozianti. In merito alla loro liberalizzazione, Luca Capobianco invoca “regole ferree”, a cominciare con lo stabilire una data unica per il loro inizio su tutto il territorio nazionale, non affidando più la decisione alle regioni. Secondo il presidente di Ascom per uscire dal ristagno occorrerebbe che “le banche facessero le banche e che le nuove attività usufruissero di una minore tassazione per i primi cinque anni”, senza trascurare di combattere la contraffazione. Auspica inoltre una collaborazione a trecentosessanta gradi con le amministrazioni e con gli stessi comitati di quartiere.


Preoccupatissimo anche Ginetto Pugliè, presidente di Confesercenti Ostia: “Constatiamo cali nelle vendite del 20, 30% nel settore delle calzature e dell’abbigliamento ma quello preoccupa maggiormente è che anche l’hi-tech, che finora ha ‘tenuto’, è in crisi. Speriamo in una ripresa nel 2015”, afferma il presidente: “Ciò che angoscia è la pressione fiscale: è oppressiva con quel 55, quasi 60%. Liberalizzare i saldi? No, io ci andrei piano”, conclude Ginetto Pugliè. Per le principali strade dello shopping lidense, via delle Baleniere e piazza Anco Marzio, nonostanti gli allettanti cartelli che pubblicizzano sconti anche fino al 50%, i negozi sono deserti. La merce esposta è tanta: è possibile trovare gonne, pantaloni e maglie di tutte le taglie, segno inequivocabile che le vendite sono state scarse. Poca gente intenta con lo shopping, dunque. Pochi soldi da spendere, c’è la crisi: è il ritornello.