Ostia - "Prevenire costa meno che riparare, sia in termini economici che di vite umane. Per mettere finalmente in pratica questa nota regola, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede un importante pacchetto di misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrico e idrogeologico. Le minacce dovute al dissesto idrogeologico nel X Municipio di Roma Capitale, - dichiarano Lavinia Mennuni Consigliera Comunale di Roma (FDI) e Massimiliano Metalli esponente di Fratelli d'Italia - oltre ad essere aggravate dagli effetti dei cambiamenti climatici sono anche dovuti all'incapacità di una giunta Capitolina e del X Municipio che non presenta progetti per utilizzare i fondi stanziati dal (PNNR) necessari a ridurre gli interventi di emergenza e messa in sicurezza idraulica all’idroscalo di Ostia Ponente. Per ridurre i rischi in caso di esondazione del Tevere o mareggiate, sono necessari interventi sia di tipo strutturale, volti cioè a mettere in sicurezza il rischio di allagamento sia non strutturale, concentrati sul mantenimento del territorio, sulla riqualificazione urbanistica, ambientale, sul monitoraggio e sulla prevenzione. Con la delibera della Giunta Capitolina n. 65 del 28 febbraio, viene approvato il Progetto di Fattibilità Tecnico Economica per la realizzazione di due edifici che conterranno 125 alloggi di edilizia sociale nel Piano di Zona n.55 Ostia Idroscalo “ X Municipio".

"Ad oggi questo progetto è stato bloccato in quanto dalla mappatura del rischio idrogeologico emessa dall'Autorità di Bacino del Fiume Tevere con decreto segretariale 58, l’area individuata dall’amministrazione per la costruzione di due edifici di edilizia residenziale sociale, è "classificata R4", il massimo previsto dal DPCM del 29 settembre 1998 (aree soggette a tale rischio sono possibili “la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale). La logica vorrebbe pertanto una sistemazione diversa dei residenti nel quartiere idroscalo che consenta di completare la realizzazione dell’argine sinistro della foce del Tevere, (che pochi sanno essere fermo) richiamando quanto previsto nel piano straordinario dell’autorità di bacino Tevere del 29/10/1979 per la messa in sicurezza di un bacino di circa 85.000 abitanti. Fatto importante da tenere presente è che una volta realizzato l’argine, le aree esterne a questo risulterebbero declassate dal rischio ripristinando la disponibilità delle aree edificabili, facenti parte della programmazione urbanistica corrente oggi bloccata", dichiarano i due esponenti politici.