Bagnoletto – Campo di calcio o chiesa evangelica a Bagnoletto? I cittadini non hanno dubbi: né l’uno né l’altra.  Piuttosto il loro interesse è che nel quartiere si realizzi su un’area già individuata, la cui destinazione d’uso è “Aree di interesse comune: culturali, ricreative, socio-assistenziali, amministrative, sanitarie e annonarie”, uno spazio polivalente. Più precisamente uno spazio che ospiti un’area giochi con strutture adatte anche a bambini diversamente abili; un’area pic-nic attrezzata con tavoli e bracieri; un’area per cani; una struttura coperta dove il locale comitato di quartiere possa svolgere attività, assemblee pubbliche e incontri con i cittadini; un’area sportiva polifunzionale (basket/tennis/calcetto), una mini-struttura sanitaria dotata di defibrillatore e attrezzature per il primo soccorso da affidare ad una associazione umanitaria per garantire un primo intervento sanitario gratuito ai cittadini meno abbienti, oltre ad un laghetto di pesca sportiva che, in caso di emergenza, potrebbe fungere da vasca di laminazione vista la criticità del territorio. Una realtà possibile che vorremmo fosse traslata proprio nel quartiere, che un tempo ospitava il laghetto di pesca sportiva Laguna Blu, e che caratterizzava Bagnoletto e dintorni.

 

 “Per il momento non c’è nulla di ufficiale”, dichiara Alessandro Ieva, presidente del comitato di quartiere, preoccupato per le voci relative alla presunta, possibile realizzazione di un ennesimo campo da calcio o di una chiesa evangelica, “ma la preoccupazione c’è. L’area idonea per realizzare l’opera esiste: ha un estensione di 18.000 mq è si trova tra via Carlo Albizzati, via Carlazzo e via Barzanò. Urbanisticamente, in base al Prg vigente, ricade all’interno del PP 42/O. La destinazione d’uso è per l’appunto “Aree di interesse comune: culturali, ricreative, socio-assistenziali, amministrative, sanitarie e annonarie”. La proprietà è del Comune di Roma a seguito di una cessione volontaria nell’ambito di una convenzione per la realizzazione di opere a scomputo, quindi non vi è necessità di onerosi espropri. A questo punto”, prosegue, “serve solo la volontà di realizzarla, nel rispetto delle esigenze che i cittadini hanno più volte espresso ma che gli amministratori locali sembrano aver sottovalutato, disatteso, ignorato”.

 

 L’esponente del direttivo sottolinea di aver “avviato ormai da alcuni anni un percorso con l’amministrazione municipale per vedere restituito un ‘pezzo’ di storia del quartiere, il famoso laghetto da pesca, tanto da aver molto apprezzato, nel 2009, l’annunciata realizzazione di uno nuovo”. “Una pia illusione”, commenta Alessandro Ieva. “Ma adesso, seguendo i lavori della attuale consiliatura abbiamo appreso con stupore che alcuni amministratori della maggioranza non avrebbero intenzione di tenere in considerazione le richieste dei residenti. Con un modo non attinente ai metodi di partecipazione tanto “strillati” in campagna elettorale, oggi gli stessi stanno pensando di disattendere la volontà cittadina locale soddisfacendo interessi altrui e promettendo strutture ed opere di cui il quartiere Bagnoletto non ha necessità. Un comportamento ancor più incomprensibile se si tiene conto del fatto che queste strutture sono già presenti in modo considerevole nei quartieri limitrofi a Bagnoletto e in tutto territorio del X Municipio”, precisa. “Nulla ancora è deciso, ma abbiamo il dovere di informare i residenti di Bagnoletto delle intenzioni di questa amministrazione i cui componenti, in evidente disaccordo tra loro, stanno pensando alcuni di far costruire una chiesa evangelica, altri un campo di calcio. Naturalmente, il comitato, insieme alla cittadinanza, metterà in atto ogni azione possibile per impedire che sull’unico terreno nel quartiere idoneo alla edificazione di servizi di interesse comune vengano realizzate opere non utili”.

 

Per quanto riguarda la chiesa evangelica il presidente Ieva fa presente che nella Provincia di Roma ne sono presenti 128, 88 a Roma, 6 nel X Municipio di cui 3 concentrate tra Acilia e Dragona (2 ad Acilia e 1 a Dragona).  Ecco le domande del comitato in relazione al progetto:

1) Quali sono i criteri urbanistici adottati per individuare quell’area come sito ideale per ospitare la quarta Chiesta Evangelica nel raggio di 3 km?

2) Quale è il criterio adottato per stabilire che il luogo di culto sia destinato ai fedeli della Chiesa Evangelica? E perché mai, un luogo di culto per un solo credo religioso? Perché non una

Chiesa Cattolica, o una Sinagoga, o una Moschea, ecc.?

3) A chi interessa la realizzazione di questa Chiesa Evangelica?. Di certo non ai residenti del territorio, che pur non disprezzando i diversi culti religiosi, hanno sicuramente ben altre esigenze. Forse quest’opera sta a cuore a qualche amministratore municipale per un proprio ritorno elettorale?

 

Per quanto riguarda, invece, il campo di calcio, ecco le altre considerazioni del comitato. “Considerato che nel quadrante che abbraccia Ostia, Ostia Antica, Acilia, Axa, Casalpalocco e Casalbernocchi sono presenti 11 campi di calcio, 11 campi di calciotto, 27 campi di calcetto, e ulteriori campi sono in corso di realizzazione  a Dragona - Pvq e struttura Polifunzionale, i ragazzi di Bagnoletto, di Dragona e Dragoncello hanno notevoli possibilità di praticare questo sport in strutture idonee alle loro esigenze e non distanti dalle loro residenze. In particolare gli iscritti all’Associazione Sportiva “Dragon City” non hanno smesso di praticare il calcio. Infatti usufruiscono dei campi situati nel quartiere San Francesco di Acilia che, in termini di distanza, forse sono addirittura più vicini dello spazio individuato a Bagnoletto”.

 

“Pertanto ecco che  spontanee alcune domande:

1. Chi fruirebbe di tale struttura? Solo i ragazzi in grado di pagare la retta prevista? E tutti i ragazzi le cui famiglie non hanno i mezzi economici necessari sarebbero esclusi?

2. Essendo il calcio uno sport prevalentemente maschile che beneficio ne trarrebbero le ragazze che non praticano questo sport?

3. Che alternative avrebbe chi non ha alcun interessate diretto o indiretto a frequentare un campo di calcio?

Con riguardo alla volontà dei cittadini di Bagnoletto che chiedono altro nel proprio quartiere, chiediamo di conoscere:

1. Quali sono i criteri urbanistici adottati per destinare quell’area ad accogliere un campo di calcio?

2. A chi interessa far insediare su quell’area una Associazione calcistica? Forse anche quest’opera sta a cuore a qualche amministratore municipale per un proprio ritorno elettorale?

Se le esigenze dei cittadini contano, il Municipio nel suo ruolo di garante, non può ignorare che a Bagnoletto c’è bisogno di molto, forse di tutto, tranne che di un campo di calcio e/o di una Chiesa Evangelica. Perché i residenti vogliono e hanno bisogno di altro! E con riferimento al laghetto di pesca sportiva, restando sui dati, sarebbe interessante sapere da chi è chiamato a garantire le volontà dei cittadini, se conosce il numero dei laghetti di pesca sportiva presenti nel X Municipio. Concludendo, non possiamo e non vogliamo sottacere un pensiero che ci ha lasciati amareggiati. Se è pur vero, come si è sentito dire in aula Di Somma, che la storia non garantisce un diritto e tacendo altri mille esempi di diritti violati non dalla storia ma dagli uomini, non crediamo si possa ignorare che l’identità di un territorio è connotabile oltre che dall’aspetto urbano, dalle strutture ricettive che lo caratterizzano, anche dalla sua storia minima o breve che sia. E sarebbe interessante capire secondo voi, cortesi amministratori, in assenza generale di decoro urbano, di strutture sanitarie, di quelle ludiche e ricreative, oltre all’endemica mancanza delle minime dotazioni di urbanizzazione primaria, a cosa si può legare un quartiere abbandonato come Bagnoletto, se non alla sua unica, labile traccia di storia? Forse ai soli fatti di cronaca nera che, ahinoi, l’ha visto protagonista negli ultimi anni?  Valori quali senso di appartenenza e rispetto del territorio, il cittadino li costruisce con e sulla storia del suo territorio. Soprattutto quando messo nella condizione di partecipare a farlo crescere in ragione delle necessità comuni che con altri residenti ha condiviso. La storia di un territorio conta sempre, perché un territorio resta ai posteri e per questa ragione noi il nostro territorio saremo sempre qui a difenderlo!”, conclude Alessandro Ieva.