Ieva: “Rischio idrogeologico: una priorità”. E Tassone chiede lo stato di calamità al sindaco
Bagnoletto – Un metro d’acqua nelle case. Stanze invase dal fango e dai liquami. Mobili da buttare. Gente disperata, disorientata che di nuovo, come nel 2002, ha perso tutto. E che adesso, nuovamente, è terrorizzata. Terrorizzata da quella inarrestabile massa d’acqua che ha violato la sacralità del focolare domestico, devastando e distruggendo. In ginocchio Stagni, Infernetto, Saline piegate dalla furia distruttrice del nubifragio. A ventiquattro ore dalla ‘bomba d’acqua’ che si è abbattuta su Ostia e sui quartieri dell’entroterra, travolgendo tutto, il frutto della fatica di una vita, allagando e seppellendo sotto un mare di melma, abbiamo raccolto la testimonianza di Alessandro Ieva, presidente del comitato di quartiere Bagnoletto, uno dei comprensori maggiormente colpiti.
“E’ un bollettino di guerra”, dichiara. E subito dopo aggiunge: “Non ho parole. Peggio che nel 2002. La gente ha paura, chiede, cerca rassicurazioni presso di noi, il comitato di quartiere! Una signora ha telefonato chiedendomi se fosse sicuro salire nella mansarda visto che il piano inferiore era allagato: che risposta darle? Ma io, noi, a parte aiutare a levare l’acqua, a sgomberare, che altro possiamo fare? Le risposte devono venire dalle amministrazioni. Questa, ossia quella del rischio idrogeologico, è una priorità”, spiega l’esponente del direttivo, da anni impegnato in prima persona per il risanamento idraulico del quartiere. Sono state numerose nel tempo le richieste, debitamente protocollate, agli enti – Regione, consorzio di bonifica Tevere e Agro romano, comune di Roma – affinché intervengano realizzando quelle opere già progettate e finanziate. I cittadini sono anche andati in Regione per proporre e suggerire all’assessorato all’ambiente come ‘risparmiare’ sulle risorse da investire, concentrandosi sulle priorità.
“Questa ormai è una priorità”, insiste Alessandro Ieva: “basta parole. Bisogna intervenire concentrando le risorse su questo problema. Il comune di Roma deve agire: forse a disposizione ci sono dei fondi europei. Non è possibile più andare avanti così. Ieri abbiamo avuto dei grossi problemi con le pompe idrovore che erano ostruite. Hanno iniziato a funzionare soltanto intorno alle 11.30, quando già era successo il peggio. E abbiamo avuto altri canali ostruiti. Ciò che chiediamo è l’attuazione delle opere progettate e finanziate. In questa occasione”, prosegue, “ci siamo coordinati con l’amministrazione municipale, l’assessore Antonio Caliendo e Marco Belmonte. Il presidente Andrea Tassone è stato accompagnato in gommone all’interno di alcune abitazioni. Nel pomeriggio di ieri c’è stata poi la ‘toccata e fuga’ del sindaco Ignazio Marino, giunto con il vice-sindaco, Luigi Nieri. Con il primo cittadino non è stato possibile neanche parlare, mentre con il vice due parole le abbiamo scambiate. C’erano i cittadini, arrabbiati”.
“Adesso che il sindaco Marino ha visto, ha toccato con mano, spero che nei prossimi giorni ci contatti e che finalmente intervenga. Abbiamo situazioni disastrose in via Albosaggia, via Ferrero e anche in via Serradifalco, stavolta, i residenti dovranno buttare i mobili. Insomma: basta parole!”, conclude Alessandro Ieva.
“Chiedo con forza al sindaco Marino di attivarsi per procedere alla proclamazione dello stato di calamità naturale, per il violento nubifragio che ha causato innumerevoli danni nel nostro territorio. Sono perfettamente cosciente delle difficoltà economiche delle casse comunali, ma questo non mi impedisce di ribadire a gran voce che il mio Municipio deve avere fondi straordinari a disposizione, per la messa in sicurezza dal dissesto idrogeologico e per la manutenzione delle strade. Decine e decine di famiglie hanno perso praticamente tutto. Non possiamo più tollerare che fatti del genere si ripetano. Il territorio che amministro è letteralmente piegato: anche oggi diverse famiglie si sono trovate costrette ad abbandonare le loro case. Devo difendere e tutelare la mia comunità e per farlo devo essere messo nelle condizioni di garantire la sicurezza, a tutti i livelli, della cittadinanza che rappresento. Se così non sarà, tutto questo non ha nessun senso”, dichiara il presidente Tassone.
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