Roma – Arrestato l’ex campione del mondo di body building Claudio Imperio. Svolta nelle indagini sulla morte di Giovanni Racano, il body builder 32enne morto il 17 aprile scorso nell'ospedale San Paolo di Bari dopo il trasferimento dagli Ospedali Riuniti di Foggia dove era stato trasportato d’urgenza dopo aver accusato un malore dovuto, sembrerebbe, all’assunzione di sostanze dopanti. E’ probabile che il culturista foggiano, in base alle indagini condotte dalla guardia di finanza e dalla squadra mobile della città pugliese, avesse fatto uso di dopanti, vietati in Italia per le loro conseguenze letali sulla salute, in vista di una importante gara in programma a Foggia nel mese di giugno.


LE INDAGINI – Grazie alle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, immediatamente avviate dopo il decesso di Giovanni Racano, gli uomini della squadra mobile in collaborazione con i militari della guardia di finanza hanno eseguito una serie di perquisizioni presso palestre, abitazioni e locali utilizzati da persone che praticano il body building.


LA SVOLTA – Durante la complessa attività investigativa è stato alla fine individuato un locale, nel centro storico della città di Foggia, in cui veniva svolta l’attività di commercializzazione e di assunzione di sostanze dopanti.


LA PERQUISIZIONE - Nel pomeriggio del 4 maggio, infatti, dopo la perquisizione di un locale situato al piano terra di uno stabile nel centro della città, di un’abitazione privata e di una palestra, i ‘mobilini’ e i finanzieri hanno trovato numerosi farmaci e sostanze dopanti. Il locale è risultato di proprietà nonché utilizzato da Claudio Imperio, 49 anni, gestore di una palestra frequentata da body builder di Foggia. Negli anni passati Claudio Imperio è stato proclamato campione mondiale di ‘Body building over 40’: attualmente svolge anche l’attività di preparatore atletico presso la palestra che gestisce.


L’ARRESTO – Gli investigatori, pertanto, hanno deciso di procedere all’arresto dell’ex numero uno del culturismo perché durante la perquisizione del locale hanno constatato “una cospicua assunzione di farmaci dopanti dei quali sono state rinvenute numerose fiale e siringhe con residui liquidi di farmaci nonché fazzoletti intrisi di sostanze di sangue. Inoltre, hanno rinvenuto e sequestrato molte scatole contenenti farmaci dopanti risultati di dubbia provenienza, nonché alcuni scritti nei quali era attestata la compravendita di tali farmaci ad altri atleti. Visto che le sostanze sequestrate riportano indicazioni in lingua straniera e che non è presente il contrassegno del Ministero della Salute, gli inquirenti ritengono che la loro commercializzazione non sia avvenuta attraverso i canali convenzionali. Sono in corso indagini volte all’individuazione dei canali di approvvigionamento di queste sostanze nonché dei relativi detentori e venditori.