Quali sono i dischi che però più di altri parlano proprio di questo? Quali i ponti che uniscono il mondo del divertimento a quello della musica? Scopriamolo insieme all’interno di questo articolo.

C’è un profondo legame tra il mondo del gioco e il mondo della musica, forte almeno quanto il legame che intercorre tra l’universo del cinema e quello del divertimento. L’industria musicale, sin dagli albori delle più grandi correnti culturali che ancora oggi resistono come pop e rock, ha tratto ispirazione dai racconti dei giocatori per realizzare opere di grande valore. Esattamente come oggi si cerca il divertimento e l’immersione in esperienze come il casino online di Betfair, allora molti musicisti erano anche grandi giocatori ed hanno trasposto le loro esperienze all’interno del pentagramma, con risultati alcune volte anche incredibilmente buoni.

Quali sono i dischi che però più di altri parlano proprio di questo? Quali i ponti che uniscono il mondo del divertimento a quello della musica? Scopriamolo insieme all’interno di questo articolo.

Altro che ruggenti anni venti…

Senza dubbio uno dei periodi d’oro per la musica è il periodo che va dalla seconda metà degli anni settanta alla prima degli ottanta, in bilico tra l’opulenza della fusion e la gelida eleganza della new wave. In questo periodo, specie nel 1978, ci sono due dischi che possono essere presi in esame: The Gambler di Kenny ROgers e Casino di Ali Di Meola. Il primo è un frizzante nome di un album country rock, con una title track omonima diventata quasi inno dei giocatori di poker; il secondo, invece è un disco di chitarra jazz fusion che analizza e traspone sul pentagramma, con ghirigori coloratissimi, le emozioni che si provano giocando, il tutto con ricche influenze progressive e chitarre spagnoleggianti.

 

Non solo eleganza, però, nel mondo della musica perché i Motorhead, con Ace Of Spades, nel 1980 ha provato a trasporre le emozioni del gioco all’interno dell’heavy metal più classico. L’album intero è un inno all’adrenalina e, più in generale, all’azzardo come componente fondamentale della vita. Lemmy stesso, infatti, ha cristallizzato questo pensiero in una frase diventata poi iconica:

"You know I'm born to lose, and gambling's for fools, but that's the way I like it, baby, I don't wanna live forever".

Cosa c’era prima della perdizione?

Non solo però anni setta e ottanta: il mondo del gioco ha origini vecchie quasi quanto l’umanità e Viva Las Vegas di Elvis Presley ne è un buon esempio. Questo EP del principe del rock è stato realizzato come colonna sonora per l’omonimo film ed è quasi diventato l’inno non ufficiale della sin city, celebrandone il lusso, le luci e la frenesia che si può proprio respirare.

 

Nel 1967, anno prima di Viva Las Vegas, B.B King, il leggendario chitarrista blues americano, costruiva però forse una delle canzoni più vicine di sempre al mondo del gioco ovvero Gambler’s Blues. In questo pezzo, dotato di un assolo di chitarra struggente, viene messo a nudo il cuore del gioco d’azzardo, con perdite e speranze che si aggrovigliano nella mente e nel cuore del giocatore; con una delicatezza e un abilità non particolarmente comuni, B.B King è riuscito a trasformare l’atto del divertirsi nella metafora universale della vita e delle sue incognite, un tema ricorrente nel blues e nella musica popolare.

 

Forse però il più famoso brano di sempre legato a questo mondo lo si deve a Mick Jagger e soci, artefici di un rock solidissimo e ancora oggi in grado di ammaliare milioni di persone. Sia Mick Jagger che Keith Richards, infatti, hanno sempre avuto un grande debole per le tematiche legate al rischio e al desiderio di trovare la fortuna, tanto da averci scritto un famoso pezzo sopra.

 

Tumbling Dice è la storia della fortuna e dell’amore, le stesse componenti che si incontrano giocando alle slot online di Betfair o a chi smette di guardarsi per primo dopo un drink in un locale. Quanto si può scommettere prima di farsi male? Quanto amore ci può essere in una scelta durata un secondo? Jagger e soci costruiscono la risposta in poco meno di quattro minuti di canzone, evocando atmosfere fumose degne di casinò d’altri tempi; e non veniteci a dire che esistono macchine del tempo migliori delle canzoni!