Il Wall Street Journal rivela il segreto del successo di Ikea: lo "slow design"
In un recente articolo apparso sul Wall Street Journal, la giornalista Ellen Jervell ha rivelato il segreto del successo di Ikea: una tecnica di progettazione accurata e soprattutto molto lenta. Per dare una misura del fenomeno, se un'azienda automobilistica impiega circa tre anni per progettare un nuovo veicolo, l'azienda di design svedese ce ne mette cinque per creare una cucina. Quella dei tempi dilatati è una scelta aziendale, che intende in questo modo offrire prodotti che siano di altissima qualità, rispettosi dell'ambiente, facili da montare e soprattutto economici. A dispetto della crisi, infatti, Ikea prevede anche quest'anno di abbassare i prezzi. All'azienda svedese, del resto, non importa sfornare decine di modelli nuovi ogni anno. Il design, infatti, si evolve con estrema lentezza, e come ha spiegato il Direttore Creativo Mia Lundstrom, vogliamo ancora un divano con una tv davanti ed un quadro appeso alle nostre spalle. Insomma, ci sono i margini per curare la progettazione senza che i gusti dei consumatori cambino nel frattempo.
Ma la ragione è anche un'altra: all'azienda svedese non interessa tanto seguire la moda, quanto creare prodotti universalmente vendibili, che possano piacere sia ai clienti di Roma che a quelli di Bombay o Pechino. Non a caso, i maggiori profitti dell'azienda arrivano dalle economie emergenti dei paesi del Brics, mentre i mercati europei sono ormai molto più statici. L'azienda chiama questa filosofia di progettazione "design democratico", alludendo sia al prezzo che alle caratteristiche estetiche universalmente apprezzate dei suoi prodotti. Resta solo da chiedersi come questo design "per tutti" riuscirà ad essere anche "glocal", ovvero a coniugarsi con le tradizioni locali di arredo e decorazione. In Italia, ad esempio, lo stile "svedese" ha ormai trovato ottimi compromessi con il design dei materiali e dei complementi d'arredo Made in Italy, ma di sicuro il mix con l'arredamento orientale sarà ancora più strabiliante. Restiamo in attesa.
(Fonte: Wall Street Journal)