Acilia – Un rogo scoppiato questa mattina per cause accidentali ha completamente distrutto una baracca al campo nomadi di Acilia. Le fiamme, accompagnate da una densa colonna di fumo nero, sono divampate intorno alle nove, facendo temere il peggio da quanti stavano percorrendo in auto il cavalcavia Zelia Nuttal, che congiunge Acilia con Dragona. Sul posto, alle 9.20, è immediatamente arrivata una pattuglia dei carabinieri, impegnati in un servizio di controllo del territorio, e poco dopo i vigili del fuoco di Ostia. I pompieri hanno lavorato per spegnere l’incendio causato, a quanto si apprende, dalla stufa-camino lasciata incautamente accesa dal proprietario della casupola, un nomade di origini slave. L’uomo, che al momento del rogo non era al campo di via Ortolani, è stato in seguito rintracciato dai carabinieri. Purtroppo la baracca è risultata inagibile: il nomade, la moglie e i quattro figli sono rimasti al momento senza casa.


Fortunatamente, nonostante la gravità dell’accaduto, l’episodio ha avuto una causa accidentale. Nulla a che vedere, dunque, con la sparatoria avvenuta nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 dicembre 2014 di evidente matrice razzistica. Nel corso del grave atto intimidatorio, messo a segno verso l’una di notte da balordi con il volto mascherato, a bordo di due scooter e di un’auto, furono esplosi nove colpi di pistola ad altezza d’uomo, come verificarono sia i carabinieri di Ostia, che indagano sull’episodio, sia gli assessori capitolini che effettuarono un sopralluogo due giorni dopo. Se i colpi fossero andati a segno avrebbero potuto uccidere qualcuno, bucando le sottili pareti di roulotte e baracche. I fori dei proiettili sono infatti ben visibili, conficcati nei camper e nelle baracche dell’insediamento dove vivono una quarantina di persone tra le quali donne, anziani e bambini.



L’assessore alla trasparenza, Alfonso Sabella, si rese immediatamente disponibile dichiarando: "Cercheremo di capire la situazione di disagio sociale che crea questo campo e come poter aiutare gli abitanti dell'insediamento e della zona perché fenomeni di questo tipo non accadano mai più. Certo sarà difficilissimo, stiamo cominciando a lavorare. Ma qualcosa senza dubbio faremo, qualcosa che possa essere efficace per la comunità rom e per le comunità locali. La sicurezza è la prima cosa e su questo qualcosina proveremo a fare. Sono tantissime le situazioni e purtroppo le forze di polizia hanno dei limiti di organico, orari, mezzi dobbiamo riuscire ad ottemperare tutte le esigenze. In questo momento questa situazione avrà un'attenzione particolare". L’assessore capitolino ai servizi sociali, Francesca Danese, prese, da parte sua, l’impegno di soddisfare le richieste avanzate dagli occupanti del campo, autorizzato dal comune di Roma, per dotarlo di servizi igienici adeguati e docce, come chiesto da tempo. "Siamo qui per capire cosa era successo e abbiamo voluto che fosse presente l'assessore municipale alle politiche sociali perché sempre più vogliamo come amministrazione che i protagonisti veri del territorio siano gli assessorati competenti: un lavoro di strategia congiunta. Questi bambini devono tornare a scuola perché se dobbiamo parlare di conciliazione e riconciliazione dei territori certamente questo è importante", sottolineò Francesca Danese. L’assessore municipale Emanuela Droghei ringraziò gli assessori Danese e Sabella per “aver colto la drammaticità del momento ed aver fatto sentire la propria presenza”.