Infernetto – Sono quattordici gli inquilini di una palazzina dove nessuno pagava l’elettricità. Il contatore dell’energia elettrica condominiale era infatti stato manomesso e l’allaccio alla rete elettrica diretto, senza alcuna registrazione dei consumi e con conseguente danno economico per l’Acea.

IL FURTO – Responsabili di un furto di elettricità in piena regola – in collaborazione? – i 14 cittadini, tutti di nazionalità straniera, che abitano in uno stabile in via Gaspare Scudieri 96, all’Infernetto. Giovedì di prima mattina sono stati arrestati con l’accusa di furto di energia elettrica dai carabinieri di Ostia che, durante dei controlli in via Gaspare Scuderi, si erano accorti della probabile manomissione dei contatori e per effettuare verifiche più approfondite avevano chiesto la collaborazione dei tecnici dell’Acea, che avevano confermato i loro sospetti. Gli ammanettati sono stati condotti in tribunale dove il giudice Corrado Cappiello ha convalidato gli arresti.


IL PROPRIETARIO – A finire in manette, però, è stato anche il proprietario dell’immobile, G.B., 81 anni, per la stessa accusa, soltanto che l’anziano ha rubato elettricità per alimentare la sua attività, una rivendita di materiali edili, che si trova poco lontano. Il contatore dell’utenza, intestata alla moglie, è risultato manomesso.


I 14 ARRESTATI – I 14 arrestati - 9 rumeni, 3 senegalesi ed una coppia di coniugi indiani - avevano preso in affitto in nero gli appartamenti e davanti al giudice hanno cercato di difendersi affermando di “pagare regolarmente l’affitto di 300 euro al proprietario” e che nella quota “era compresa anche l’elettricità”. Il giudice Corrado Cappiello si è mostrato inflessibile, disponendo il processo. Le dichiarazioni degli inquilini saranno in seguito valutate nel proseguo del giudizio. Nel frattempo possono restare nelle loro abitazioni, senza incorrere in nessuna misura cautelare in quanto, se anche volessero, non potrebbero compiere lo stesso reato: i tecnici dell’Acea sono intervenuti ed hanno effettuato il distacco valutando un danno di circa 30mila euro.


IL PROPRIETARIO - Il proprietario, da parte sua, ha cercato di scaricare la responsabilità sui condomini spiegando di “ricavare circa 30mila euro al mese in quel comprensorio, dove ci sono anche altre palazzine” e che “non avrei mai potuto fare qualcosa di illegale”. Anche in questo caso, tuttavia, il giudice è stato severo, mostrando di non credere a G.B. e convalidando l’arresto. Nel processo che seguirà l’anziano non dovrà soltanto difendersi dall’accusa di furto mossa dalla procura, ma anche di aver causato un danno di 30mila all’Acea. Dovrà inoltre essere verificata la versione degli affittuari che, uniti, hanno dichiarato di “pagare tutto a lui, affitto e luce”, e che adesso si ritrovano al buio e gravati di un processo.