Infernetto - Sabato 30 aprile si è riunito presso l'ex oratorio della parrocchia San Tommaso all'Infernetto il Comitato “No al mega centro commerciale” che ha illustrato “le ragioni, il progetto e i rischi di chi mette a repentaglio la nostra sicurezza spacciandosi elargitore di spazi ricreativi”.


MAURO BORDONI, Comitato di Quartiere Infernetto, ha illustrato il progetto e l'area su cui andrebbe ad insistere il Mega Centro Commerciale dell'Esselunga. Partendo dalle peculiarità della zona – adiacente e in parte all'interno della Riserva Naturale Statale del Litorale, con destinazione urbanistica che non consentirebbe la realizzazione di un Centro Commerciale – Bordoni ha proseguito spiegando l'elevato rischio idrogeologico, dovuto sia alla presenza del canale Collettore di Levante che alla quota del terreno. Tutto ciò si traduce nel collocare tale area in Fascia A: “aree ad alta probabilità di inondazione”, secondo il P.A.I (Piano di Assetto Idrogeologico), in discussione presso la Regione Lazio. Bordoni ha poi esposto le dimensioni del progetto, che prevede l'edificazione di quasi 400.000 mc, con una superficie complessiva di oltre 4 ettari ed altezze fino a 16 metri, il tutto a meno di 20 metri dalle abitazioni esistenti. Per concludere, la viabilità risulterebbe notevolmente stravolta rispetto a quella attuale, con la presenza di un sottopasso a quota inferiore alla falda e con elevato rischio di allagamento in caso di pioggia.


VITTORIO SALVATORE, Comitato AXA-Sicura, ha affrontato il problema del “consumo di suolo”. In un confronto tra il Piano Regolatore del ʼ64 e l'attualità, ha descritto come la differenza maggiore consista nella perdita della disciplina di destinazione agricola a vantaggio dell'intervento urbanistico. Le aree verdi sono state trasformate a servizi privati o a verde privato attrezzato, palesando un marcato intento di speculazione edilizia. In questa attitudine – sostiene Salvatore – si “uccide l'idea di territorio” e, antropizzandolo fortemente, non si tutela il suolo come invece previsto dalla Costituzione.


FRANCO TRANE, Comitato di Quartiere CasalPalocco, ha parlato del paradosso creato dall'aumento della popolazione, cui non ha fatto seguito l'adeguamento della viabilità. In particolare ha segnalato che, dal momento della loro posa in opera, le grandi arterie di Via Cristoforo Colombo e Via del Mare non hanno visto alcun tipo di miglioria. “Il costo sociale della città congestionata è altissimo”, sostiene Trane; e, finché la linea metropolitana Roma-Ostia rimarrà in stato di abbandono come è oggi, non sarà possibile apportare quella rivoluzione culturale che è l'invito a non utilizzare più l'automobile.


AUGUSTO BURINI, ex Vice Direttore Ufficio Giardini Comune Roma, ha descritto lo scenario apocalittico che creerebbe l'ecomostro riguardo l'effetto di salinizzazione del terreno e disseccamento della Pineta. Nell'area individuata per l'ipotetica costruzione del Mega Centro Commerciale la falda freatica è talmente affiorante che contiene persino delle sorgenti che zampillano. Sostiene Burini che prosciugare il sottosuolo di acqua dolce significa non avere più il giusto effetto tampone per la permeabilità del sale marino. Inoltre, a causa del rapido abbassamento della falda, i pini non riuscirebbero ad adeguare le radici alla diversificazione del tipo di acqua presente nel sottosuolo. Altro effetto devastante sarebbe l'abbassamento della cosiddetta “portanza” del terreno e le abitazioni costruite nell'area attigua sarebbero soggette a probabili crolli.


STEFANO SALVEMME, ex Presidente Commissione Attività Produttive X Municipio, ha argomentato le tappe principali del progetto Esselunga all'Infernetto: dagli albori della presentazione ai Patti Territoriali OstiaFiumicino, all'invito rivolto allo Studio Papagni che avrebbe dovuto dare delucidazioni sul progetto in Commissione Municipale. Tra gli appunti mossi nella Risoluzione del Municipio X datata 2012, Salvemme ha evidenziato la mancanza di coesione tra i soggetti locali – che doveva essere conditio sine qua non per proporsi ai Patti – e, soprattutto, il crollo occupazionale su piccola e media impresa che si verrebbe a creare in rapporto di 1/3, su base statistica ufficiale.


FERNANDO GIAMMEI, Comitato “NO al Mega Centro Commerciale”, ha spiegato come si stia cercando di muoversi per competenze, e captando informazioni dagli interlocutori giusti: “aspettiamo in particolar modo l'esito della domanda di accesso agli atti inoltrata al Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica del Comune, per conoscere i pareri della Conferenza dei Servizi e del CBTAR, Consorzio di Bonifica del Tevere e dell'Agro Romano, che su quest'area ha parere vincolante”. Occorre inoltre fare pressione per accelerare l'approvazione del P.A.I. da parte della Regione Lazio. Il tempo stringe e le elezioni comunali sono alle porte: “se non sensibilizziamo la popolazione sul NO prima del 5 giugno, è molto probabile che il sindaco neoeletto si ritroverà la firma del Commissario Tronca sul progetto Esselunga, risultato dell'intervento di qualche potere forte riuscito ad ovviare tutte le criticità che insistono sulla zona e ad ottenere l'autorizzazione a distruggere ecosistema, tessuto sociale ed economia dell'area”.


Il prossimo appuntamento è un'assemblea pubblica in cui saranno chiamate le forze politiche parlamentari, in modo tale che possano esprimere chiaramente i propri intenti sulla salvaguardia del nostro fragile territorio. Tutti i cittadini sono i benvenuti”.