Infernetto, i cittadini: “No ai 40 immigrati al Centro Alzheimer: pronti a mobilitarci”
LA TENSIONE – Da quando si è diffusa la notizia, la tensione nel quartiere, ma anche a Ostia e su tutto il territorio del X Municipio, è salita. “Eccomi a denunciare un problema che due anni fa sembrava finalmente risolto, ossia il centro di via Salorno”, spiega Dario C.: “non possiamo accettare che si ripeta ancora un fatto del genere. A novembre 2014 forte fu l'indignazione di tutti gli abitanti dopo che il comune aveva inserito un gruppo di immigrati minorenni insieme ai malati e adesso, ‘magicamente’, dopo la prima tornata elettorale ecco ripresentarsi il problema. Un altro gruppo, in segreto, di notte, è stato riportato nel centro di cure: possibile non ci siano altri luoghi? Sono dei rifugiati dalle guerre? E i malati di Alzheimer dove potranno curarsi? Non vorrei che dopo il ballottaggio iniziassero anche ad usare le scuole come rifugi!”, sottolinea Dario C..
GLI SCONTRI – Al Centro Le Betulle, la struttura dove furono trasferiti a novembre 2014 dei minorenni, perlopiù di nazionalità egiziana allontanati dal centro di via Morandi, a Tor Sapienza, si verificarono una serie di scontri tra i nuovi arrivati e gli ospiti già presenti: scoppiarono risse dove volarono coltellate, pugni e bastonate, gli arredi furono distrutti o dati alle fiamme. Intervennero le forze dell’ordine che presidiarono con camionette e uomini il Centro, inaugurato in pompa magna il 24 marzo dello stesso anno dall’ex giunta Tassone e dall’allora deputato Cecile Kyenge. I residenti, impauriti, organizzarono dei sit in per chiedere sicurezza.
I DISAGI - “Sembrava che questo drammatico capitolo fosse stato chiuso dopo il trasferimento dei giovani extracomunitari in strutture idonee, in un quartiere come l’Infernetto che ha già un altro centro in via Porrino, nonché la situazione ‘calda’ in via Scuderi ma, evidentemente, non è così”, dice un altro residente, esasperato. “Qui all’Infernetto, quartiere cresciuto velocemente dove vivono oltre 40mila cittadini”, prosegue, “mancano servizi e infrastrutture, non ci sono né una scuola superiore né un presidio delle forze dell’ordine o un punto di primo soccorso, quindi ci chiediamo perché aggravare una situazione già difficile”.
CASAPOUND – “Allertati dalla cittadinanza e con altre forze politiche ci siamo presentati al centro, lo stesso centro che eravamo riusciti a far chiudere grazie ad una grossa mobilitazione di quartiere ma dove oggi ritornano decine di immigrati, tutti uomini adulti che probabilmente non scappano da nessuna guerra ma che vanno soltanto ad ingrassare le tasche della cooperativa Domus Caritatis, incredibilmente già coinvolta in Mafia Capitale”, dichiara responsabile di CasaPound Italia X Municipio.
L’EMERGENZA IMMIGRAZIONE – “Non sarà certo il buonismo dei grillini che governeranno Roma a dare risposte sull'emergenza immigrazione: per questo siamo già pronti ad una nuova mobilitazione con i residenti, considerando che a poche centinaia di metri da via Salorno c'è già il centro d'accoglienza di via Porrino e ciò, oltre ad essere inammissibile, non è previsto dalla legge. All'Infernetto servono servizi, scuole, interventi contro gli allagamenti, strade asfaltate e non certo - ha concluso Marsella - altri clandestini".
MARIACRISTINA MASI – “La gestione degli immigrati da parte del ministero degli interni è sempre più lacunosa. Ci siamo battuti in sede di Consiglio Municipale contro la decisione di spostare alcuni immigrati nel centro Alzheimer dell'Infernetto e adesso ci troviamo nella stessa situazione, privi però di una assise locale in cui poter esprimere il nostro dissenso. È intollerabile che, senza alcun criterio logico, si scelga di creare centri accoglienza in quartieri residenziali, già fortemente provati dal problema della sicurezza, con accanto strutture adibite per malattie estremamente delicate. Con la esigua rappresentanza che ci rimane continueremo a portare avanti le esigenze dei residenti”, dichiara l'ex consigliere municipale e coordinatore di Forza Italia X Municipio Mariacristina Masi.
L'ACCOGLIENZA - Tra tante voci di dissenso, a parlare di accoglienza è un ragazzo, uno studente prossimo alla maturità. "La verità è che queste persone non le vuole nessuno", spiega: "a pochi importa davvero se scappino da guerre, fame o persecuzioni. Siamo diventati egoisti. Purtroppo non c'è una politica dell'immigrazione adeguata ed il resto dell'Europa se ne lava le mani, chiude le frontiere, respinge. Ma come si possono respingere bambini, donne, uomini, ragazzi? Non sono un illuso, ma purtroppo abbiamo perso la nostra umanità e, anche se non sono credente, condivido quello che ha detto papa Francesco ossia costruire ponti per avvicinare. Non possiamo stare a guardare", afferma convinto.
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