Degrado e pericolo a piazza Giardini di Marzo
Infernetto – Rifiuti, cartacce, bottiglie e lattine vuote. Fontana nell’abbandono. Pulizia assente. E’ questa la fotografia di piazza Giardini di Marzo, all’Infernetto. L’unica piazza del quartiere dell’hinterland lidense che conta circa 40.000 abitanti.
A richiamare nuovamente l’attenzione della commissione sicurezza del municipio XIII sullo stato di degrado del luogo è stato ieri l’altro, martedì 20 novembre, Giosuè Mirizio, presidente dell’associazione Infernetto sicuro.
L’esponente del direttivo, nel corso dei lavori della commissione, è intervenuto con una calorosa richiesta di risposta relativa ad una segnalazione fatta il 23 novembre del 2011. Esattamente un anno fa. E sempre presso la stessa commissione presieduta dal consigliere Luigi Zaccaria. Argomento? La mancanza di sicurezza in cui versava e versa tutt’oggi piazza Giardini di Marzo.
“Complessa” la storia del luogo che fino alla fine del 2008 era curato in modo impeccabile dal locale consorzio, così come stabilito dagli accordi con il Comune di Roma. Questi prevedevano per quella data il passaggio dell’area al Comune di Roma, come è poi regolarmente avvenuto.
“E qui sono cominciati i guai perché da quel gioiellino che era si è velocemente degradata perché a tutt’oggi il comune non l’ha acquisita a patrimonio. Il culmine del degrado è avvenuto il 25 aprile del 2010 quando al mattino furono trovate vistose macchie di sangue dovute sicuramente ad una rissa a bottigliate avvenuta nella notte. Presumibilmente appartenenti agli sbandati che regolarmente la frequentano, ubriacandosi, e dormendo la notte, oltre ad infastidire i passanti”, afferma Mirizio.
Per questo motivo i bambini, accompagnati dai genitori, che erano assidui frequentatori della piazza avrebbero smesso quasi del tutto di frequentarla. E se quel giorno un bambino si fosse ferito con un coccio di vetro insanguinato? Da segnalare l’iniziativa dei carabinieri intervenuti dietro segnalazione di Mirizio, che hanno provveduto ad avvisare l’Ama per pulire e disinfettare il luogo, cosa avvenuta velocemente.
Vista la costante e pressante richiesta di sicurezza dei frequentatori della piazza, ossia famiglie con bimbi ma anche pacifici giovani e altre persone che vogliono goderne, ecco una nuova segnalazione il 23 novembre del 2011 per opportuni provvedimenti.
Alla richiesta formulata due giorni fa di maggiore sicurezza il consigliere Zaccaria ha risposto che “non è possibile installare le telecamere in quanto ritenuta area ancora privata”. Pur avendo un fondamento amministrativo plausibile, l’associazione non capisce il motivo della lentezza burocratica di acquisizione. “Quanto tempo dovremo aspettare?”, si chiede Mirizio.
Il luogo intanto continua a essere sporco e se viene pulito è grazie a qualche volontario che si prende l’onere, come Mirizio, di gettare nei cassonetti le numerose bottiglie di birra che incivili lasciano sia a terra che sulle panchine.
“Da un anno attendevo una risposta che finalmente potrò dare a chi spesso mi chiede quali azioni avesse intrapreso la commissione. Dirò loro che nella prossima riunione chiederò alla commissione non più telecamere ma che si faccia interprete presso le forze dell’ordine di un’azione pressante nei riguardi di questi sbandati in modo da costringerli ad abbandonare definitivamente questo luogo”.
Il presidente dell’associazione segnala inoltre la presenza di rom che “si sparpagliano per il quartiere: chi per chiedere l’elemosina chi per frugare nei cassonetti e gli altri presumibilmente per dedicarsi ad azioni poco lecite”.
Mirizio si appella chiedendo il coinvolgimento della commissione per la messa in sicurezza della piazza restituendola ai cittadini come unico luogo di ritrovo che possiedono. E chiede se è possibile che si faccia interprete presso il Comune di Roma per la definitiva acquisizione.
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