Infernetto – Sale la tensione all’Infernetto dove davanti al centro ‘Le betulle’, che da venerdì della scorsa settimana ospita i 24 minori immigrati trasferiti da Tor Sapienza dopo i disordini scoppiati in via Morandi, stazionano giorno e notte carabinieri, Digos e agenti in tenuta antisommossa. Insieme a loro i residenti, che non nascondano la rabbia, l’indignazione e la paura per una situazione che, affermano, “il Comune di Roma e il Municipio non sono in grado di gestire”. A far aumentare pericolosamente la preoccupazione e l’esasperazione dei cittadini la rissa, la seconda dopo quella di sabato mattina, scoppiata ieri sera all’interno della struttura di via Salorno, dove ha sede il centro diurno Alzheimer gestito dalla cooperativa ‘Domus Caritatis’, tra i ‘nuovi’ arrivati e i ‘vecchi’ ospiti, un’altra dozzina di giovanissimi richiedenti asilo politico. Sono volate botte e bastonate e una parte del mobilio è stato sfasciato. Al termine sono finiti al pronto soccorso del Grassi cinque egiziani minorenni e un operatore del centro, anch’egli egiziano.  I cinque sono in seguito stati denunciati. Sabato mattina a dover fare ricorso alle cure dei sanitari erano stati quattro egiziani diciassettenni, venuti alle mani con i coetanei. Il tutto è avvenuto mentre si concludeva l’incontro indetto ieri sera con i comitati dall’assessore municipale al welfare Emanuela Droghei nella parrocchia San Tommaso, all’Infernetto.


Scontenti i cittadini dell’esito della riunione voluta dall’assessore Droghei, alla quale ha partecipato anche il rappresentante del Campidoglio.
“Il sindaco Marino, incapace di affrontare la questione dell’immigrazione, ha ‘scaricato’ il problema dei profughi di Tor Sapienza all’Infernetto, come se il nostro quartiere fosse la ‘discarica delle emergenze sociali cui il centrosinistra, con la sua politica buonista, non sa far fronte”, dichiara Marco, un cittadino, che ieri sera era presente nella sala della parrocchia. “Un incontro inutile, dove di concreto non è emerso nulla salvo il fatto che, come ha spiegato il rappresentante del Comune, i 24 minori resteranno al centro ‘Le betulle’ sì in via temporanea, ma non si sa per quanto tempo!”, esclama il residente. Dopo i disordini e la rivolta ‘popolare’ dei cittadini di Tor Sapienza, il centro ‘Il sorriso’ che ospitava i giovani, per lo più egiziani, somali e afghani, sarebbe stato devastato, incendiato. In una parola distrutto. E adesso occorrerebbe del tempo per il suo ripristino prima di poter nuovamente accogliere i minori.
Questa mattina l’assessore capitolino al sociale Rita Cutini e il vicesindaco Luigi Nieri sono andati in via Salorno. Per il vicesindaco è la seconda visita dopo quella di domenica scorsa che ha preceduto quella del sindaco Ignazio Marino. In questa occasione Rita Cutini ha colto l’occasione per sottolineare che “per quanto riguarda le voci che si stanno diffondendo in queste ore si precisa che non è in corso alcun trasferimento da una struttura all’altra, o da un municipio all’altro, dei ragazzi presenti all’interno dei centri di accoglienza, a partire da quello dell’Infernetto, ma che si stanno predisponendo percorsi di accoglienza individuali in grado di dare risposte più efficaci e un maggiore sostegno”.
“Per i ragazzi trasferiti da Tor Sapienza abbiamo sempre parlato di una soluzione provvisoria: in queste ore stiamo definendo un percorso più adatto alle loro esigenze e alla loro storia, fatta di disagio e sofferenza”, ha detto l’assessore Cutini. Nel pomeriggio davanti al casale è tornata Monica Picca, coordinatore di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, con il coordinatore romano Andrea De Priamo, che stanno seguendo l’evolversi della situazione da domenica scorsa quando, insieme ai cittadini, entrarono al centro.


“Situazione insostenibile: chiediamo il trasferimento immediato”, tuona il coordinatore romano di Forza Italia, Davide Bordoni: “Era prevedibile che la decisione presa del loro trasferimento, senza una vera pianificazione, potesse portare a una situazione di pericolo ed oggi si è verificata un’aggressione a un uomo del personale e atti vandalici presso il centro. Questo”, spiega, “sta accadendo perché la decisione di trasferire i minori non è stata ponderata e valutata in maniera responsabile. I cittadini e le associazioni di quartiere hanno protestato davanti alla struttura, manifestando le loro preoccupazioni. Per queste ragioni saremo presenti, con un presidio da venerdì 21 novembre in via Wolf Ferrari, per chiedere ancora una volta sicurezza, tutela e per dire “no” a una politica che sta soffocando le periferie romane”, afferma l’esponente azzurro.


E sulla vicenda interviene anche Cinzia Pellegrino (FdI-AN): “Cutini e Droghei? Campionesse d'improvvisazione”. Secondo la referente per Roma Capitale del Dipartimento di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale dedicato alla tutela delle Vittime di violenza, “quanto accaduto ieri sera davanti al centro per i malati di Alzheimer è l’ennesima conferma dell’incapacità amministrativa di Marino, della sua giunta e di tutta la sinistra italiana che pretende di governare con gli occhi mascherati dal prosciutto del buonismo e della finta accoglienza”. “L’assessore Cutini deve ancora dare valide spiegazioni sul cosa intenda per le parole “sostegno sociale” e “sussidiarietà”, se anche intenda essere un amministratore che lavora per i cittadini romani, o se, piuttosto, non voglia favorire nella Capitale situazioni disastrose come quelle che abbiamo visto nelle banlieux parigine qualche anno fa.
Le periferie romane”, sottolinea Cinzia Pellegrino, “stanno esplodendo, non solo a causa dell’aumento degli immigrati, dei clandestini e del moltiplicarsi di fenomeni di illegalità, ma anche e soprattutto a causa della mancanza dei servizi essenziali – trasporto pubblico, illuminazione delle strade, asili e scuole -. Tutto questo la giunta Marino spera possa essere risolto tramite provvedimenti velleitari, come l’introduzione delle red zone, la diminuzione delle risorse destinate alla sicurezza e la presa in carico di un numero superiore di immigrati in proporzione alla media delle altre grandi città italiane. Da ultimo – come accade all’infernetto - si pretende di poter accogliere in strutture destinate alla cura di malati gravi minorenni clandestini che provocano risse e danno fuoco agli stabili. Nei terreni del “Villaggio della Solidarietà” di via Salorno, inaugurato lo scorso marzo dallo stesso presidente Tassone che nulla sapeva dell’arrivo dei 24 minori egiziani, oggi sono presenti ben otto casali assegnati alla cooperativa Domus Caritatis con l’intento di fornire servizi di cura del disagio sociale e sostegno ai portatori di handicap. Inizialmente si era anche ipotizzata la realizzazione di un centro per il supporto alle donne che hanno subito violenza. In un municipio come il nostro, dove la violenza sulle donne è diventata una vera e propria emergenza sociale, non si può pretendere di mettere per l’ennesima volta in attesa tutte quelle donne che già con estrema fatica lottano quotidianamente per la propria sopravvivenza”, conclude la referente che chiede all’assessore Droghei di “prendere l’impegno preciso di restituire il complesso ai cittadini, ripristinando l’iniziale destinazione d’uso dei casali, che prevedeva anche la realizzazione di un dopo scuola per i bambini e progetti per il sostegno ai portatori di handicap”.


Duro anche il commento di  Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio: “Di fronte a queste provocazioni quale lo spostamento di immigrati da un centro all’altro e le continue risse che si generano, c’è il forte dubbio che il piano di Marino e Alfano sia quello di accendere Roma. Si tratta di un deprecabile tentativo di imporre alla cittadinanza, e in particolare alle periferie della città, il piano buonista dell’accoglienza a tutti i costi. Ci spieghino se si tratta di un progetto ideologico o se, come sospettiamo da tempo, di un indegno programma teso ad alimentare il business che ruota attorno alla solidarietà”, dichiara Fabrizio Santori: “né il ministro degli Interni né il sindaco comprendono che oggi è in moto una protesta che, seppur talvolta con una violenza deprecabile, vuole ribellarsi a scelte imposte dall’alto, è l’unico modo che il territorio e i quartieri hanno per imporre la propria presenza e far sentire la propria voce alle Istituzioni assenti. Si arrendano quindi Marino e Alfano: è venuto il momento di ammettere che Roma non ce la fa a sostenere questi invasivi progetti di ospitalità a costi esorbitanti”, conclude. Anche sui social il dibattito è accesso: da una parte i favorevoli all’accoglienza, dall’altra il gruppo, ben più nutrito, dei contrari. In queste ore ‘Le betulle’ resta ‘sorvegliato speciale’: molto scetticismo e molta diffidenza, mentre i cittadini lamentano la mancanza di un ‘confronto costruttivo con il Municipio ed il Comune”.


Continuano intanto ad arrivare le adesioni alla manifestazione organizzata dal ‘Comitato Difesa del X Municipio’ che si svolgerà sabato 22 novembre, alle 15.30, contro il centro profughi. Un corteo partirà da via Orazio Vecchi e percorrere via Salorno. Questa la motivazione dei promotori: “Ribadiamo la nostra posizione, ossia, che spostare gli immigrati di Tor Sapienza all’Infernetto non è la soluzione. La politica scellerata di Mare Nostrum ed il fallimento del sindaco Marino hanno generato una vera e propria emergenza sociale che non può e non deve essere scontata sulla pelle delle famiglie italiane, in Invitiamo  un quartiere già abbandonato a se stesso e al degrado. Invitiamo i cittadini, i comitati e le associazioni del territorio ad intervenire e partecipare portando solo tricolori, in quanto non saranno ammessi simbolici politici”. 



La Comunità di Sant’Egidio di Ostia, raccogliendo l’appello di Papa Francesco, invita i cittadini a partecipare alla preghiera comune per la pace anche nelle periferie a piazza Vega, di fronte alla stazione della Stella Polare, domani, giovedì 20 novembre alle 18.30.