Roma  - Vincenza Trentinella, la donna che asserisce di aver ritrovato Angela Celentano, la bimba scomparsa nel nulla nel lontano 1996 durante una gita con i famigliari, vuole solo che si faccia chiarezza, che si verifichi se la ragazza diciottenne (straordinaria la somiglianza con la presunta sorella) che ha incontrato in  un piccolo centro della Turchia sia proprio Angela, per fare questo, per fare luce definitiva su questo mistero, Vincenza Trentinella rivendica la necessità che si faccia, anche a dispetto dei famigliari,e soprattutto ad onore del vero, la prova “regina” del DNA.

Nella conferenza stampa, svoltasi questa mattina negli uffici della Provincia di Roma (che ha prima concesso e poi negato la sala delle conferenze per supposti motivi istituzionali, perché?), nelle stanze occupate dal consigliere del Gruppo Misto Pierpaolo Zaccai, presidente del Movimento Italia Garantista, che ha introdotto e rappresentato l’opera della Trentinella e si è fatto promotore del problema del rapimento dei  minori ad opera di talune associazioni di tipo criminale. Vincenza Trentinella è finita sulle tracce della piccola Angela per una confidenza dettagliata di un personaggio (che lei non svela….e la cui identità è nota solo ai magistrati che si stanno occupando delle indagini), soprannominato l’”aguzzino”, capace di indicare con esattezza e nei minimi dettagli il destino e la nuova identità della bimba, la cui scomparsa resta avvolta in un clima di omertà e sospetti. Oggi Vincenza Trentinella è una donna che chiede aiuto, che ha paura, che vuole fare chiarezza, che come si è ribadito durante la conferenza stampa resta prerogativa esclusiva della Magistratura, la sua, si tiene a sottolineare, resta una funzione di stimolo.
 

“Non sono una mitomane come mi ha accusato la famiglia di Angela, che non hanno voluto sapere nulla della ragazza, che non mi hanno mai chiesto niente delle mie ricerche e di quanto avevo riscontrato.  In televisione hanno commentato che alla vista delle foto che avevo scattato alla ragazza: “….non è scattato niente, non hanno provato le giuste vibrazioni”. Una risposta - sostiene la Trentinella -  che non voglio commentare. Mi sarei aspettata, invece,  che una volta nota la mia identità la famiglia avesse voluto approfondire la scoperta, invece mi veniva rimproverato di non essermi rivolta prima a loro invece che al magistrato. Da quando è stata resa pubblica la mia identità e quello che avevo fatto mi sono piovute addosso minacce di ogni tipo, tanto che ho paura per la mia vita. Sappiate che non ho nessuna intenzione di uccidermi. Ripeto non ce l’ho con la famiglia, il mio unico intento è la verità”.
 

Vincenza Trentinella, 37 anni, una famiglia normale, direttore di una onlus, denuncia con forza la presenza di un’organizzazione criminale che opera in Italia per il rapimento dei bambini. “I bambini vengono scelti tramite fotografie. – spiega la Trentinella – Ci sono delle richieste specifiche per: età, tipologia in base a dove devono essere portati per confondersi con persone del luogo od almeno in parte assomigliare vagamente ai nuovi genitori. Un’organizzazione che usa questi bambini anche per la vendita di organi più che per prostituzione, in quanto sono troppo piccoli, diversa la situazione se scompaiono ragazzi o ragazze di 13-14 anni. Di solito, vengono condotti in paesi che non fanno parte della Comunità Europea. I mezzi che utilizzano per farli uscire dall’Italia sono i pescherecci, non certo linee controllate. Il ricorso a voli privati è più raro, ma necessita, comunque, il ricorso a finte famiglie e finti documenti. Per il caso di Angela che ha organizzato il rapimento aveva studiato tutto da tempo. Conosceva bene la situazione della bimba, sia famigliare che non…”
 

Il racconto della Trentinella ha spinto i magistrati ad aprire un’indagine e ad inviare i Ros in Turchia. “Ai carabinieri la polizia locale ha mostrato un’altra persona, diversa da quella con la quale avevo parlato e che mi era stata segnalata. – afferma la Trentinella – Secondo la polizia turca quest’uomo vivrebbe in una roulotte mentre invece, sono stata nella sua casa ed abbiamo parlato a lungo. E’ un tentativo di depistaggio. La ragazza che ho visto io era identica alla sorella Rosa ed aveva gli occhi come la mamma. L’ho fotografata e filmata. Nel pomeriggio ho avuto un incontro con il detentore della ragazza, incontrandolo nello stesso edificio da dove avevo visto uscire la ragazza, acquisendo la prova che la giovane viveva in quella casa”. 
 

“Su Vincenza Trentinella vogliono far calare il silenzio. – denuncia Pierpaolo Zaccai, presidente di Italia Garantista – La sparizione di bambini è un argomento taciuto in Italia, sulla base di una strategia del silenzio imposta ai media ed a tutti coloro che vogliono operare per spezzare questo cerchio che soffoca la verità. In Italia scompaiono ogni anno in media circa mille bambini. Sono dati allarmanti, i minori scomparsi dal ‘74 ad oggi sono più di 9 mila, di cui, oltre due terzi sono minori stranieri non accompagnati. Un traffico nato per alimentare il mercato delle adozioni illegali, quanto quello di espianto di organi e della prostituzione minorile. La verità di Vincenza è da tenere in massima considerazione e bisogna fare luce sulla verità, tutelandone l’incolumità da possibili azioni di rappresaglia da parte della malavita”.
 

“Il modus operandi denunciato da Vincenza Trentinella circa la sue affermazioni – afferma il magistrato (attualmente sospeso) Paolo Ferraro – è lo stesso che viene applicato anche in altri settori, per nascondere la verità e depistare gli investigatori, dietro a tutto questo non c’è solo la malavita, ma molto altro….”.
 

Infine, a supportare l'ipotesi del ritrovamento, la donna ha fornito prove fotografiche di una ragazza che somiglia in maniera impressionante ai familiari naturali della piccola Angela.