Ostia – Kevin Di Napoli, giovanissimo pugile di Ostia, alla conquista della Cina. L’atleta lidense, categoria 81 kg, mediomassimi, Youth, che comprende boxeur di età compresa tra i 16 e i 18 anni, rientrato da poco da un ritiro nella caserma della polizia di Spoleto, ha appena avuto il tempo di disfare le valigie che dal 25 febbraio al 6 marzo volerà a Qian'an. Nella metropoli cinese sono stati chiamati gli atleti di molte Nazionali Youth impegnate nella preparazione sia dei Mondiali maschili, che si disputeranno ad aprile in Bulgaria, che delle Olimpiadi Giovanili di Nanchino in programma ad agosto. Per Kevin, ‘una grande esperienza e soprattutto una soddisfazione’.Mi sento carico e motivato: voglio dare il massimo per conquistare una medaglia e qualificarmi alle Olimpiadi”, dichiara ad Ostiatv: “ho voglia di dimostrare quello che sono in grado di fare. E ho fame di vincere!. Uno dei suoi obiettivi è entrare nelle Fiamme oro, il gruppo sportivo della polizia di stato. Per il momento, oltre a Spoleto, si allena anche ad Assisi.

 

Conosciamo meglio questo ragazzone dal fisico atletico e dall’espressione fiera e decisa. Kevin Di Napoli, che il prossimo 19 marzo compirà 18 anni, è nato a Roma ma vive a Ostia. Fin da bambino familiarizza con il ring: i guantoni, per lui, non sono un mistero. Non a caso il papà, per lui un punto di riferimento, anzi, un vero e proprio mito, è stato un campione della ‘nobile arte’. Insomma, per il giovane pugile lidense la voglia di mettersi in gioco arriva presto. Nel 2011, dopo aver vinto diversi tornei regionali, grazie ad una ferrea disciplina, ad allenamenti duri, quotidiani e ad un innato talento, diventa Campione d'Italia Juniores nei 70 kg. “Nel 2012 cedo in finale strettissima prendendo la medaglia d'argento ai Campionati italiani Juniores”, racconta. “L’anno scorso, nel 2013”, prosegue, “dopo aver vinto diversi tornei regionali ed essere passato alla ‘Boxe Academy Il Gladiatore’ di Acilia mi sono qualificato ai Campionati italiani Youth dopo essere arrivato in semifinale con un avversario di rispetto, nonché campione italiano uscente”. “Forse ho disputato il miglior match della mia carriera, pur perdendo sul filo di lana solamente per due punti. Dopo essere stato colpito alla prima ripresa da un ‘colpo irregolare’, a freddo, e aver conosciuto il tappeto, il tempo di recuperare qualche secondo ed è uscito il mio carattere, che ho  ripreso tutto dal mio mito, mio padre, ai tempi d'oro di quando era protagonista sul ring”, continua il nostro giovane campione.


Dopo qualche settimana è stato convocato dalla Nazionale italiana Youth per un dual match Italia-Croazia. E dopo tre riprese di fuoco con il croato ha vinto 3-0.  Dopo l’incontro è stato convocato in diversi ritiri, ‘duri’, anche con la vicinanza di campioni come ‘Tatanka’ Clemente Russo e Roberto Cammarelle.  Ha battuto il pugliese Albert Budani per un test-match indicato dai tecnici nazionali. E adesso è in prospettiva per i prossimi Campionati del mondo Youth di aprile  valevoli come qualificazioni per le Olimpiadi giovanili di agosto.

 

D: Quanto ore ti alleni, Kevin?

 

R: Mi alleno tanto. Forse troppo, ma non mi pesa: amo quello che faccio. In media, per rispondere alla tua domanda, circa un’ora la mattina e due la sera tutti i giorni.

 

D: Che cosa rappresenta la boxe, per te?

 

R: Questo sport e il più duro e solitario del mondo. Ti forma il carattere: sul ring sei solo, maledettamente solo. Tirare fuori il carattere in certi momenti è quasi impossibile non farlo! Non so chi ce la farebbe a stare lontano per giorni da casa, senza mangiare, continuando ad allenarti quando i muscoli fanno male, rialzandosi dopo una sconfitta. E non uscire con gli amici vicino hai un match. Ecco, questo è il carattere. E se pensi di non farcela e meglio che cambi sport.

 

D: Come affronti la sconfitta?

 

Penso che una delusione faccia più male di un cazzotto. La delusione rimane mentre il dolore per un cazzotto è momentaneo. Arrivare preparato alla fine di un match che sei sicuro di avere vinto, ma poi vedere alzare il braccio del tuo avversario non è una cosa che ti fa bene, ma sei hai carattere superi anche questo.  Ma non mi riferisco soltanto alle delusioni sul ring, parlo soprattutto di quelle che la vita ci riserva. Penso, ad esempio, a mio padre che di delusioni ne ha avute molte ma mi ha sempre insegnato che ci si rialza sempre dopo ogni caduta. Mai mollare. Mai!

 

D: La boxe rappresenta uno strumento per affermarti?


R: Sì, adesso punto tutto sulla boxe. Per me rappresenta l'unica salvezza, è l'unica ‘cosa’ che mi riesce bene. Non so fare altro che a cazzotti! Questo sport ti consola dei dolori, ti leva dalla brutta strada che puoi intraprendere in un quartiere come il mio, Ostia, che non offre nulla ai giovani. Ringrazio mio padre che mi hatto fatto avvicinare all'età di sei anni a questo sport durante i suoi allenamenti. Confesso: se non ci fossero stati mio padre e la boxe non saprei che persona sarei stata oggi, soprattutto con il mio carattere e con il mio modo di fare.


Kevin, neanche diciotto anni, è già un campione plurimedagliato nella sua impegnativa disciplina, un’arte nota e praticata da millenni. Ma è soprattutto un campione per la lucidità, la maturità, l’umiltà e la consapevolezza che, nonostante la giovanissima età, dimostra. Auguri, Kevin, per la tua carriera e per la tua vita, che sia bella e ricca di soddisfazioni! Dalla Cina tornerai sicuramente vincitore, comunque vada.