E’ stato come andare lì in più attimi. Come nella storia di Alice di Lewis Carroll, ho attraversato lo specchio e sono stato catapultato in Siria al confine con la Turchia. Sono rimasto semplicemente seduto a guardare, anche se davanti a me il paesaggio era un complicato paese delle meraviglie.

Si sbalordisce leggendo le 261 pagine del fumetto di Zerocalcare. Un universo di sensazioni, frammenti di tempo e di vite, immagini talmente nitide da poter essere veicolate con tanta sincerità. La narrazione serrata del fumetto "Kobane Calling" scorre sotto i nostri occhi e non rovina in alcun modo il grande messaggio, la grande testimonianza che porta con sé.

Tutto quello che tace a livello mediatico, tutto quello che risulta “scomodo”, è fatto emergere con grande cura e umanità. Questa graphic novel da voce a chi resiste in quella terra chiamata Rojava. Ci porta degli scampoli di vita curda, da cui possiamo esclusivamente imparare, incrinando quelle facili certezze che tengono in piedi il nostro quotidiano.

Il fumetto di Zerocalcare ci racconta la resistenza curda contro Daesh (il sedicente Stato Islamico, conosciuto anche come Isis) e della potenza rivoluzionaria della Costituzione dei Cantoni della Rojava. Chi ancora li chiama terroristi internazionali è solo tristemente disinformato. Un terrorista rischierebbe la sua vita per migliaia di civili? Gli aprirebbe corridoi di fuga per scappare dalla violenza della guerra?

Bisogna avere coscienza di tutto questo e di quanto sta accadendo. Bisogna sapere che ci sono ancora persone che resistono agli orrori della guerra, per portare avanti ciò che hanno profondamente segnato nel cuore. Bisogna conoscere le responsabilità dell'occidente e di paesi come la Turchia. Lo dobbiamo a Kobane e bisogna ringraziare Zerocalcare, perchè ci permette di conoscere questa importante storia.


Scritto a quattro mani con Franscesco Spina