L'allarme dell'RSU:"CPO al collasso, servono subito infermieri e fisioterapisti" (VIDEO)
Ostia - "L’assemblea indetta dalla R.S.U., presso il presidio sanitario del C.P.O. di Ostia, ha fatto emergere, ancora una volta, la difficile situazione nella quale si trovano le strutture socio sanitarie del Territorio a causa della grave carenza di personale.
Il C.P.O., dopo gli impegni presi dalla Regione e, soprattutto, dopo le tante promesse elettoralistiche rischia un lento, ma progressivo depuramento della sua funzione e del suo ruolo, sino al rischio di una chiusura e/o trasformazione proprio perché, a queste, non hanno fatto seguito quei provvedimenti ( dotazione organiche) i soli in grado di garantire la piena e completa funzionalità della struttura.
La grave carenza del personale, oltre a non dare piena attuazione al Decreto n° 90/2010 della Regione Lazio, nella quale il C.P.O. viene definito come “ Centro Spinale” dedicato al trattamento delle mielolesioni, rende difficoltoso assicurare anche quei minimi livelli assistenziali sino ad oggi garantiti, proprio perché alle già preesistenti carenze di figure professionali se ne sono aggiunte altre negli ultimi tempi ( tra settembre a oggi 4 unità infermieristiche in meno ).
In questa situazione le lavoratrici ed i lavoratori sono costretti, per coprire i turni di lavoro, a svolgere lavoro straordinario ( 900 ore al mese circa le straordinario effettuato al C.P.O. ) con rischi enormi per la loro stessa salute.
La Regione Lazio e la Direzione dell’Asl Rm/D sino ad oggi non hanno adottato, pur nel quadro delle difficoltà economico/finanziarie dettate dal piano di rientro, alcun provvedimento ( recupero personale sospeso a vario titolo, sostituzione maternità, ecc. ecc.. ) capace di far fronte alla grave condizione nella quale versano i servizi ed i presidi socio sanitari del Territorio, venendo meno in questo modo, tra l’altro, alle stesse direttive di riordino ed organizzazione del servizio socio sanitario ancor più necessario oggi attraverso l’individuazione e a la definizione dei livelli qualitativi/quantitativi assistenziali da assicurare al cittadino/utente in rapporto alle risorse umane e professionali realmente presenti.
La Direzione della Asl Rm/D non può pensare di “ risolvere” le criticità e le problematiche presenti nei vari servizi Socio – Sanitari del territorio adottando provvedimenti con argomenti pretestuosi pervenendo, ad un lento e progressivo depotenziamento dei servizi per poi, una volta realizzato, creare le condizioni per la loro chiusura ( v. Cure Primarie di Casal Bernocchi) magari con l’intento di “spogliare un altare per rivestirne un altro “ con il rischio che la cura diventi peggiore della malattia.
Pensiamo sia in atto nel paese un tentativo di smantellamento del Servizio Socio Sanitario Pubblico per favorire processi di privatizzazione a tutto vantaggio del mercato e del profitto; a questo è necessario rispondere costruendo in ogni posto di lavoro in ogni Territorio un forte movimento in difesa del Servizio Pubblico e del Diritto alla Salute.
Come Cobas dell’Asl Rm/D confermiamo tutto il nostro impegno e la nostra volontà perché questo si realizzi". E' la nota pubblicata su facebook dai Cobas dell'Asl RmD.
Roma, 02 Novembre 2011
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