L’ANALISI - “Io sto con Totti: ecco il perché”
Come "ripicca", mister Spalletti (con cui, nell'anno di Calciopoli, aveva vinto Scarpa d'Oro e Coppa Italia) s'è rimangiato la promessa di schierarlo titolare nella gara di Domenica. Per la cronaca, la Roma ha strapazzato un Palermo ancora in zona retrocessione rifilandogli la "manita", con le doppiette di Dzeko e M. Salah ed il primo goal in campionato di S.Keita. L'allenatore toscano ha detto al numero 10 di tornarsene a casa "in virtù del bene della squadra". Come ragionamento non è sbagliato, ma si può applicare se hai di fronte un giocatore "normale", come può essere un Saponara, per capirci (senza alcunché togliere al trequartista ex Milan).
Francesco Totti NON è un giocatore normale, ma una delle ultime due bandiere rimaste nel calcio moderno (l'altra è Daniele De Rossi, il giocatore più pagato dell'intera Serie A Tim). Ancora minorenne, l'ex Pupone avrebbe potuto andare a giocare a Milano, sponda rossonera. La società del Presidente Silvio Berlusconi gli avrebbe pagato gli studi, visto che Francesco, all'epoca, aveva 16 anni. Per la verità, tre anni prima lo chiamò la Lazio, ma alla domanda di sua madre Fiorella, la quale gli chiese "Bello di mamma, dove vuoi andare?", lui rispose "Alla Lazio, mai".
Questo perché Totti ha sempre voluto giocare e diventare il capitano della squadra per cui tifava da bambino, come Agostino Di Bartolomei. A conferma della sua volontà, ecco alcune dichiarazioni rilasciate in passato "Non riuscirei ad indossare quella maglia. Già non posso immaginarmi con addosso una casacca diversa da quella della Roma, figuriamoci con quella della Lazio." Proprio in virtù di queste frasi, nel 2004 (anno degli Europei in Portogallo, passati alla storia per lo sputo al futuro juventino Poulsen), rifiutò anche i Galacticos, dove la maglia n. 10 con il suo nome era pronta. Lui stesso ha ammesso che avrebbe vinto Champions e Palloni d'Oro, ma non è pentito, perché l'amore di Roma ha preferito.
Allo stesso tempo sa di non avere più 20 anni e che il tempo passa per tutti, ma non pretende di giocare, come 9 stagioni fa, 90 minuti: gliene basterebbero 20, 25 al massimo. Basta ricordare la partita contro il Frosinone, dove lanciò Pjanic per permettergli d'andare a segnare il 3 1, che chiuse il discorso e consegnò la vittoria alla formazione capitolina nel derby regionale. Nei giorni scorsi, anche il brasiliano Ronaldo (2 volte Pallone d'Oro e Campione del Mondo con il Brasile), ha detto di capire lo stato d'animo del Capitano, essendoci passato in prima persona. Come se non bastasse, Gigi Simoni (allenatore dell'Inter che vinse l'allora Coppa Uefa battendo, guarda caso, la Roma, nel 1990-1991) e Gianni Rivera, il "Golden Boy" rossonero, sono schierati dalla parte di Totti. Dispiacerebbe molto se anche a Roma accadesse ciò che successe il 24 Maggio 2009, giorno dell'ultima partita della leggenda milanista Paolo Maldini, salutato da tutti i tifosi presenti.
Comparvero, però, due striscioni polemici "Grazie capitano, sul campo campione infinito ma hai mancato di rispetto a chi ti ha arricchito" e "Per i tuoi 25 anni di carriera sentiti ringraziamenti da chi hai definito mercenari e pezzenti". Questa fu la vendetta dei tifosi per alcune dichiarazioni del difensore "Sono arrabbiato, come i miei compagni. Dopo tutto quello che abbiamo dato, fatto e vinto, meritiamo un trattamento diverso. Comunque non è solo la curva a non sostenerci: anche i tifosi degli altri settori se ne stanno zitti. Ormai noi giochiamo in trasferta o in campo neutro: mai davvero in casa. Se i motivi per andare allo stadio sono economici o i giochi di potere, non so più che cosa pensare." Come dimenticare, poi, il lunghissimo giro di campo di "Pinturicchio" Alessandro Del Piero, nel corso del secondo tempo della festa scudetto bianconera, durante la partita contro l'Atalanta, nella annata calcistica 2011-2012.
Quell'anno, Del Piero firmò il contratto in bianco con la società di Vinovo, ben consapevole che sarebbe stata la sua ultima "tornata" con la maglia da lui tanto amata. Per vendicarsi, riuscì a avere le telecamere puntate su di sé per tutto il tempo, facendo passare in secondo piano quanto stava accadendo sul terreno di gioco. Tornando a Totti, la stra-grandissima maggioranza dei tifosi è con lui, ed anch'io rientro in questa categoria. NON si tratta così uno come lui, sia perché calciatori di questo calibro ne nascono due al secolo, sia perché ha sempre dimostrato amore per una maglia, e non i soldi, come quasi tutti fanno. Caro Spalletti, la Curva Sud non ha dimenticato l'allor record di successi in fila (11, di cui l'ultimo ottenuto con Totti sulle stampelle a guardare la stracittadina con accanto Bruno Conti) e le 2 Coppe Italia. Ma con questa tua scelta, te la stai inimicando. Il sottoscritto sa che non sei sordo, e ti chiede: i fischi a te indirizzati durante la lettura delle formazioni di Roma Palermo che effetto t'hanno fatto? Se non ti sono piaciuti, sai come farti perdonare.
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