Il Consiglio dei Ministri sta discutendo in questi minuti il contenuto dello Schema di Decreto Legge Sviluppo predisposto dal Ministro per l’Economia e le Finanze On.le Giulio Tremonti. Il Decreto contiene, al suo articolo 3 “Coste, Reti d’Impresa, Zone a Burocrazia Zero, Distretti turistici- alberghieri, nautica da diporto”, una grandissima novità per il comparto turistico balneare italiano:  l’introduzione di un diritto di superficie a 90 anni sulle coste e i litorali occupati da edificazioni esistenti. “Si tratta - dichiara Renato Papagni, Presidente di Assobalneari Roma - di una novità “non proprio tanto nuova”. Non solo perché lo stesso Tremonti aveva esternato già qualche anno fa tale ipotesi, bensì anche perché la stessa Assobalneari ne aveva rappresentato la validità, quale soluzione alla procedura d’infrazione comunitaria n.2008/4908 tuttora pendente sulle aziende espressione del comparto.”
“Le nostre valutazioni, pertanto, - continua Papagni- non possono che essere positive dal momento che l’introduzione di tale manovra: € da una parte, concede alle imprese balneari un lunghissimo periodo concessorio, tale da poter dare concretamente avvio a quel processo di valorizzazione della costa così spesso rilanciato dalla stessa Assobalneari nelle sedi istituzionali e intergovernative; € dall’altra, va a mettere la parola “fine” alla procedura d’infrazione comunitaria n.2008/4908, risolvendo totalmente la questione relativa a “se” e “come” il comparto balneare debba essere soggetto alla Direttiva Servizi Bolkestein. Non solo. L’introduzione del diritto di superficie appare propedeutica all’istituzione di quei “distretti turistici balneari”, di cui lo stesso Ministro Tremonti ha parlato nei giorni scorsi, laddove tali distretti facilmente potrebbero assumere la forma di grandi “contenitori”, dei quali faranno parte tutti coloro che hanno acquisito il diritto di superficie, e che troveranno proprio nel distretto l’elemento di congiunzione con il Comune costiero di riferimento amministrativo. Va da sé- conclude Papagni- che non si possa parlare di dare a 90 anni il diritto di superficie dell’intero fronte mare (oltre 7.500 km di costa). La Regione, d’intesa con i Comuni costieri, dovrà andare a definire in maniera programmatica quali aree sottoporre a diritto di superficie, quali no. E’ facile immaginare, in tal senso, come le grandi aree costiere sottoposte a vincolo paesaggistico e a salvaguardia ambientale saranno lasciate alla libera fruizione. Mentre, sull’altro versante, saranno le realtà strutturate, quelle caratterizzate dalla presenza attualmente di pertinenze di proprietà dello Stato, che, sulla base della pianificazione urbanistica, ambientale e di valorizzazione turistica dettata dai relativi Piani della Costa, potranno essere oggetto di diritto di superficie, quindi elementi di grande e profonda valorizzazione di tutto il sistema turistico balneare. Sempre ferma restando, anche per queste aree, l’accessibilità, libera e gratuita, alla spiaggia.”
Roma, 5 maggio 2011