Roma - Sabato 30 maggio ore 15 manifestazione delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo in piazza San Giovanni in Laterano per esprimere tutto il disagio, la preoccupazione ed i gravissimi problemi che pesano su questa categoria di lavoratori, messi in ginocchio dalle conseguenze che l’emergenza Covid-19 ha determinato in questo settore.

Si tratta di una mobilitazione a livello nazionale che avrà luogo in dodici diversi capoluoghi di provincia mentre è stata proclamato uno stato di agitazione permanente.

Ad organizzarla i lavoratori, che si firmano ‘Autorganizzati dello Spettacolo Roma’ e che non si sentono tutelati e pertanto intendono “portare le proprie rivendicazioni, per dire ancora una volta che gli interlocutori siamo noi, le lavoratrici e i lavoratori!”.

Tra le richieste più urgenti “un nuovo e unico CCNL, nuove norme previdenziali, il blocco dei licenziamenti e la conferma degli stagionali per 2 anni, un reddito di emergenza che ci porti fuori da questa crisi”. I lavoratori – migliaia di artisti, tecnici, maschere, sarti, attori, cantanti, truccatori, operatori – hanno diffuso un comunicato nel quale denunciano i problemi che stanno vivendo e che al momento – salvo un intervento dello Stato – rischiano di peggiorare nel prossimo futuro.

Questo il testo diffuso:

LA RIAPERTURA? UNA TRUFFA!

Le luci si accenderanno in pochi grandi teatri, su qualche set e torneranno anche quest’anno a illuminare le notti dell’estate romana, fatta di poche riaperture spettacolarizzate mediaticamente. I riflettori si spegneranno invece sui problemi reali di migliaia di lavoratori e lavoratrici che continueranno a restare a casa vedendosi revocare, nei prossimi mesi, anche quei pochi ammortizzatori sociali, già di per sé insufficienti, messi in campo dal governo. I protocolli di sicurezza che ci stanno proponendo sono inadeguati alle mansioni della maggior parte di noi, dal facchino all’artista, perché sono stati discussi e decisi senza interpellarci, senza tenere conto delle specificità delle diverse mansioni che si intersecano durante la produzione di uno spettacolo, sul palco o dietro di esso.

I concerti dal vivo subiranno uno stop che sarà ancora lunghissimo. Per alcune figure professionali, la biglietteria ad esempio, si prospetta la progressiva sostituzione con le macchine, mentre per altre come il personale di sala un aumento di carichi di lavoro e responsabilità. Lo spettacolo stesso sembra infine finire in secondo piano, stretto tra regole che ne limitano enormemente le possibilità espressive, o che ne impediscono di fatto la messa in scena. La grande maggioranza di noi resterà fuori dal mercato del lavoro: stagionali, intermittenti, contratti a termine che non saranno rinnovati, la parte più debole del nostro settore sarà la più colpita, così come i più colpiti dagli oneri della riapertura (riduzione capienza, costi sicurezza) saranno le piccole compagnie teatrali e le realtà territoriali che con passione promuovevano forme diverse di cultura e socialità rispetto a quelle propinate dall’industria dell’intrattenimento.


LA SOLIDARIETÀ, LA NOSTRA ARMA!

E’ il momento di riconoscerci come lavoratori, come un soggetto sociale unito dalla necessità di soddisfare gli stessi bisogni attraverso la rivendicazione degli strumenti necessari alla nostra sussistenza (reddito di emergenza e nuovo contratto) e di sviluppare una rete di solidarietà attiva con cui tutelarci, evitando una guerra tra poveri che andrà soltanto a vantaggio delle grandi produzioni. Chiediamo ai lavoratori più garantiti, che presto saranno chiamati a tornare a lavoro, di sostenere le mobilitazioni di chi resterà tagliato fuori da questa falsa riapertura. Chiediamo di non accettare il ricatto di proposte lavorative al ribasso e di affrontare collettivamente la crisi che si è aperta nel nostro settore. Per questo scenderemo uniti in piazza di San Giovanni in Laterano il 30 maggio 2020 alle ore 15.00 portando le nostre rivendicazioni per dire ancora una volta che gli interlocutori siamo noi, le lavoratrici e i lavoratori!”.