Le piante: impariamo a conoscerle
Di Augusto Gallo il 10/08/2023
Conosciamo davvero le piante che ornano i nostri terrazzi, i nostri giardini, le nostre case e quelle di cui ci nutriamo?
Conosciamo davvero le piante che ornano i nostri terrazzi, i nostri giardini, le nostre case e quelle di cui ci nutriamo? Iniziamo il discorso dicendo che le piante, tutte, si dividono in erbacee, arbustive e arboree. Alla vista sono molto diverse tra loro ma tutte hanno le radici, il fusto e le foglie. Questi sono i tre elementi che caratterizzano tutte le piante che ci circondano. I fiori, i frutti e le spine sono null’altro che foglie trasformate e adattate allo scopo specifico della vita della pianta nel suo ambiente naturale; i semi sono una micro-pianta in miniatura.
Altra grande distinzione sulle piante che si può fare è quella in cui si dice che la pianta è “d’appartamento” o “selvatica”. Una qualsiasi pianta deve essere studiata in tutti i suoi più piccoli particolari e in rapporto al clima in cui essa vive. Quindi l’identificazione di una pianta deve essere fatta da un tecnico qualificato che conosce i dettagli delle piante in genere e della pianta che osserva in particolare. Colui che va “a far erbetta” deve essere sicuro di quello che raccoglie poiché le piante possono nascondono delle insidie anche pericolose: esse potrebbero essere tossiche, velenose o urticanti. Non dimentichiamoci che la reazione avversa può avvenire a seguito di un contatto fisico, fiutando il suo odore o per ingestione. Una qualsiasi pianta è un piccolo laboratorio chimico dove gli elementi si mischiano fra di loro e soltanto una persona qualificata può garantire la non tossicità di essa, infatti ci troviamo davanti a un laboratorio chimico naturale che deve essere conosciuto, studiato e rispettato.
In caso di avvelenamento da sostanza vegetale i Centri Antiveleno possono fare ben poco poiché antidoti a tali sostanze non ne esistono e quindi la struttura ospedaliere si limita a mantenere le funzioni vitali del paziente ma nulla può contro la sostanza tossica con cui il paziente è venuto a contatto.
I principi metabolici che tutti i vegetali hanno sono i seguenti: Lipidi, Carboidrati, Proteine, Alcaloidi, Glicosidi e Olii essenziali. Questo “laboratorio chimico” potrebbe indurre non tanto una intossicazione cronica ma acuta. Abitualmente le piante le conosciamo per i loro effetti benefici/piacevoli, per esempio la tisana a base di camomilla o il sospirato caffè della mattina. Ma non tutte le piante hanno gli stessi effetti sull’uomo, alcune arrivano ad essere velenose e la loro pericolosità non è sempre semplice da determinare, la stessa pianta potrebbe risultare velenosa o non velenosa in rapporto al terreno in cui è cresciuta, o allo stato di crescita in cui è stata raccolta o come è stata trattata durante l’essicazione o altro tipo di manipolazione da parte dell’uomo. Una casistica certa non è mai stata stilata e molti dati vengono riportati osservando la reazione degli animali che se ne sono cibati. Si potrebbe arrivare addirittura a risultati diametralmente opposti leggendo diverse fonti di studio.
Tutti possono avere “problemi” legati a una certa pianta, i bambini poiché tendono a portare alla bocca tutto ciò che è alla portata delle loro mani, i pet domestici che potrebbero essere attratti dall’odore che la pianta emana o – gli adulti – che sentendosi troppo bravi nel campo del riconoscimento delle piante si preparano il rimedio al loro male raccogliendo nei campi/prati le erbette senza avere veramente coscienza di quello che stanno ispirando/mangiando/ bevendo. La tossicità delle piante potrebbe manifestarsi con una azione locale o con una azione sistemica. La prima vede la tossicità della pianta manifestarsi solo a livello locale; casomai con grande fastidio per il malcapitato, ma non sussiste pericolo per la vita in un soggetto che è esente da patologie pregresse. Invece l’azione sistemica della tossina contenuta nella pianta pericolosa va a colpire un organo provocandogli danni spesso irreversibili. Le regole di prevenzione restano sempre le stesse: prudenza e non autonominarsi esperto di piante e suoi derivati. Cosa fare in caso di un contatto non gradito con una pianta: naturalmente si tratta di un primo soccorso che consiste nel lavaggio abbondante della parte colpita con acqua o avendola con soluzione fisiologica.
Mai applicare colliri, pomate e/o creme di alcun genere, non sollecitare il vomito nel caso di ingestione. Solo il medico in pronto soccorso può decidere quale terapia seguire con i tempi e i modi prestabiliti da protocolli di sicurezza. Nel caso in cui il paziente perda conoscenza è importante per il soccorritore mantenere il sangue freddo e far sì che l’infortunato raggiunga il prima possibile una struttura sanitaria per raccontare al medico soccorritore esattamente come sono andati i fatti e, importantissimo, i tempi. Inoltre al medico è sempre opportuno far presente la situazione sanitaria dell’infortunato ed eventuali patologie di cui soffre in modo cronico.