Roma – E’ un romanzo in bilico tra il mistery e il giallo esoterico ‘La serpe e il mirto (1978) -  ovvero il Tempo secondo Aguilar Mendes’, l’ultimo romanzo dello scrittore romano Stefano Valente presentato oggi, sabato 7 dicembre, e domani, domenica 8, alla fiera ‘Più Libri Più Liberi’ in corso al Palazzo dei Congressi dell’Eur, a Roma. Una vetrina di assoluto prestigio per un’opera originale che mescola sapientemente tanti ‘ingredienti’, risultando avvincente dalla prima all’ultima pagina. La vicenda che l’autore racconta ha tra i protagonisti gli ‘ospiti’ di una strana pensione romana. Epici bravacci che portano il terrore e il carnevale fin dentro il cuore del Brasile. E poi ci sono i santi-teologi in bordelli della Terra del Fuoco. Un gatto di Oporto e tre cani infernali. Antenati-Serpenti dall'altra parte del mondo? Le malinconie dolci di Lisbona... E’ il tuffo nel mistero, fino al ‘mistero dei misteri’, di Aguilar Mendes, studioso di letteratura portoghese che dall'Argentina dei militari e dei desaparecidos è scaraventato negli "oscuri" vicoli della Roma sparita, nel labirinto dei suoi enigmi, millenari e presenti. L’azione prende il via proprio nella mattina cruciale del rapimento di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. Da questo momento in poi Aguilar Mendes sarà travolto dal girotondo del tempo che da quel terribile ‘giorno di piombo’ del 16 marzo del 1978, lo condurrà avanti e indietro per i continenti, tra figure spettrali, complotti politici, segreti e amori. Ma ci fermiamo qui, lasciando al lettore il piacere di avventurarsi, pagina dopo pagina, nel viaggio emozionante che in cui l’autore lo precipita. Fino al sorprendente finale.
 

L’appuntamento con lo scrittore Stefano Valente è al Palazzo dei Congressi, allo spazio delle Edizioni Parallelo45, Piano Primo, stand A45, all’Eur, Roma. L’autore è stato recentemente insignito di un importante riconoscimento letterario.

L’autoreStefano Valente, nato a Roma nel 1963, fin da bambino respira e vive la  cultura, la vera cultura, grazie principalmente al nonno paterno, Anton Pietro, figura di spicco del panorama artistico di quegli anni. A pochi anni, si aggira per lo studio del pittore fra tele, tavolozze, schizzi, studi e pennelli. Il nonno Anton Pietro, al tempo professore ordinario all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove tiene la cattedra di Bianco e Nero, affiancato da assistenti in seguito protagonisti di rilievo come Consagra e altri, lo affascina e lo incoraggia nei primi esercizi di disegno. La passione di Stefano Valente per le arti e la cultura lo porta nell’adolescenza a studiare le lingue e la letteratura, grazie al padre Donatello, anch’egli persona poliedrica — architetto, pittore, critico e storico dell’arte, giornalista — che lo sprona a coltivare la scrittura assecondando, contemporaneamente, l’inclinazione “familiare” che il giovane ha per il figurativo e la grafica in generale. Dopo gli studi classici, si laurea in glottologia ma lo studio delle lingue è solo uno dei suoi diversi interessi ed esperienze “creative”.  Passa infatti dal giornalismo free-lance a collaborazioni e poi corrispondenze dall’Italia per conto di testate-stampa e stazioni radiofoniche estere (soprattutto in Canada e Portogallo); diventa sceneggiatore e disegnatore di fumetti, nonché illustratore e traduttore (principalmente dal portoghese e dall’inglese) per alcune case editrici. Dalla metà degli anni ’80 avverte la necessità di canalizzare il flusso creativo senza dispersioni: la scrittura diviene mezzo privilegiato.  È un cammino difficile, soprattutto per il suo carattere schivo, portato al raccoglimento, al lavoro nell’ombra. «Il suo tempo libero è tutto per la scrittura: “Non è un hobby, è un impegno serio (…), uno studio  cui dedicarsi perché la creatività si deve pur esprimere in qualche modo (…). È impegno duro e spazio liberatorio, (…) con lei soffro e son contento, senza di lei non sono niente”.» (intervista a « Il Messaggero », 20 marzo 2004).

È stato fra i vincitori dei premi letterari «Mondolibro» 1998 per le sezioni romanzo inedito (con Lo Specchio di Orfeo) e racconto inedito (con Una nazione benedetta), e ancora, nel 1999, per la sezione racconto inedito (con Girotondo di Giuda e della conchiglia). È stato ospitato con alcune novelle e composizioni poetiche su varie riviste, letterarie e non. Ha preso parte alla realizzazione della prima Carta dei Servizi del Corpo della Polizia Municipale di Roma curando dei laboratori di scrittura creativa ed editing testuale per alcune associazioni culturali e agenzie letterarie.

Nel 2004 ha pubblicato il romanzo Del Morbo — Una cronaca del 1770, edito da Serarcangeli: la storia del dilagare di un’epidemia, tra le oscurità di un remoto e nebbioso Nord e i bagliori dell’Europa illuminista, “ricostruita” da un anonimo cronista del XVIII secolo. Come sempre, Stefano Valente tenta strutture narrative e linguistiche “altre”; in una sorta di scatola cinese, di gioco di specchi che riflette il racconto di rovine e di trionfi, che moltiplica l’avventura di piccole e grandi figure umane, si muove una corte di dottori di bizzarra scienza, di mercanti, soldati; e poi ancora di girovaghi, di preti spretati, di sovrani e favorite di re… Il romanzo è « un viaggio ai limiti del mondo, fino alla linea imprecisa in cui mare e cielo si fondono l’uno nell’altro. Là dove, forse, neppure la Ragione potrà mai arrivare… » (dalla quarta di copertina). Il 19 settembre 2004 Del Morbo ha ricevuto a L’Aquila il « Premio Athanor » per la narrativa, progetto multiculturale patrocinato, fra gli altri, dalla Regione Abruzzo, dall’Università di Francavilla al mare, e da numerose associazioni internazionali di volontariato e solidarietà (infórmati sul « Progetto Athanor »). Nel 2008 è uscito il suo romanzo Lo Specchio di Orfeo, pubblicato da Liberamente (Barbera Editori): «Un viaggio mozzafiato fra il segreto della Vita e il mistero della Morte, che parte dall’Antico Egitto per arrivare, attraverso i misteri medioevali dei Templari e dei fumatori di hascisc, fino agli indicibili segreti dei grandi poteri economici contemporanei. Un thriller esoterico denso di suggestioni letterarie e mitologiche» (dalla quarta di copertina). In traduzione anche in Portogallo e Spagna. Nel 2013 nuova edizione del romanzo Del Morbo - Una cronaca del 1770, disponibile anche in formato elettronico su Lulu. 

 

Ultimo giorno oggi, domenica 8 dicembre, per la XII edizione di “Più libri più liberi”, la Fiera nazionale della piccola e media editoria. Promossa e organizzata dall'Associazione Italiana Editori, la manifestazione intende mostrare le ricchezze di un settore – quello della piccola e media editoria – che svolge un ruolo fondamentale nel panorama dell'editoria italiana e resiste al periodo di crisi trovando forza nell'indipendenza culturale ed economica e nella capacità di muoversi liberamente esplorando percorsi sconosciuti, portando alla luce inedite letterature e valorizzando giovani talenti. L'evento  è stato come di consueto preceduto fino al 4 dicembre da “Più libri più luoghi” che quest’anno ha coinvolto tre Municipi (I, II e XII), 38 editori, 50 librerie, l’Istituzione Biblioteche di Roma, il Museo Macro, la Fondazione Maxxi, Eataly, oltre a molteplici spazi cittadini connessi fra loro per formare un network di reading, aperitivi e incontri. Nei quattro giorni di fiera al Palazzo dei Congressi,“Più libri più liberi” ha ospitato 374 espositori e centinaia di ospiti per altrettanti appuntamenti, a cominciare da quelli con gli autori internazionali.