Lorenzin: “Droga, proibire è necessario, ma non sufficiente: bisogna educare”
“Significa ancora una volta strumentalizzare un tema rilevantissimo per tutti noi, per il futuro della nostra società, riducendolo ad elemento di una lotta politica che usa questo come uno dei tanti argomenti per fare titoli polemici che durano lo spazio di una giornata. Come dico oramai da anni ritengo molto giusto e opportuno un dibattito aperto e profondo nel paese sulla droga e sulle dipendenze, alcol, fumo, gioco d'azzardo etc. Non c'è infatti nell'opinione pubblica la consapevolezza di come sia profondamente cambiato il modo di assumere sostanze, le motivazioni, le dinamiche di massa che coinvolgono gli adolescenti e di come si sia abbassata l'età della prima assunzione facendo dei bambini di 10, 11, 12 anni il nuovo mercato”, prosegue il ministro.
“Sugli aspetti che riguardano la lotta alla criminalità e al terrorismo sarò sempre a favore di tutte le iniziative utili a combattere e reprimere il fenomeno ma lascio questo aspetto a magistrati esperti di cui ho letto tutte le posizioni, anche profondamente diverse, con estremo e sincero interesse ma sul merito della proposta di legge sono contraria alla legalizzazione della cannabis. Questa proposta ha peró avuto il merito di riportare il tema all'attenzione di tutti, dopo molti anni in cui si sono chiusi gli occhi davanti ad un fenomeno crescente illudendosi che poiché non c'erano intorno a noi gli zombie dell'eroina il problema droga fosse archiviato”, continua.
“Si è abbassata la guardia della prevenzione e abbiamo una nuova generazione di tossicodipendenti che non sa neanche di esserlo. Non perdiamo quindi l'occasione di fare un dibattito serio, partendo dal presupposto che sicuramente tutte le posizioni sono in buona fede e tentano di trovare una soluzione al problema, ma ricordiamo qual è l'interesse prevalente su quelli in gioco e cioè la salute e la vita delle persone. Sono molto d'accordo sul fatto che le politiche proibizioniste non sono l'unica soluzione, ma non sappiamo quali sarebbero stati gli effetti di politiche liberalizzatrici, anzi lo sappiamo, basta vedere cos’è accaduto in pochi anni con il gioco d'azzardo e osservare il consumo in Uruguay”, sottolinea Beatrice Lorenzin.
“Il punto è che proibire è necessario, ma non sufficiente. Bisogna educare giovani e famiglie. Combattere culturalmente il grande business miliardario della "sostanza" per ogni momento della nostra vita, sia essa legale o non: la sostanza per dimagrire, per la palestra, per dormire, per studiare, per lavorare, per essere vincenti, per essere sicuri, per rilassarsi, per essere felice, per ballare, per socializzare, per non pensare, per non essere. Dare messaggi chiari ai nostri giovani, strumenti per decidere, scegliere, proteggerli dal pericolo più grande, la confusione di noi adulti alle prese con la velocità del cambiamento che noi stessi abbiamo creato e non sappiamo come gestire”, conclude.
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