Mafia Capitale: Alfano 'salva' Marino ma scioglie il municipio di Ostia
Ostia – “Ho proposto, tenuto conto degli elementi di valutazione della relazione del prefetto, lo scioglimento del X municipio che il Consiglio dei ministri ha accolto”, ha dichiarato il ministro Angelino Alfano al termine della riunione di governo sulle misure da prendere dopo l’inchiesta ‘Mafia Capitale’.
Nessun commissariamento del comune di Roma ma il prefetto di Roma Franco Gabrielli “si limiterà a raccordare il sindaco Marino con le diverse realtà in questione”. “Il prefetto”, spiega il ministro Alfano, “curerà il risanamento di settori dell’amministrazione risultati più compromessi”. E prevede anche “la revoca in autotutela degli affidamenti senza regolari procedure concorsuali”. Dal canto suo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, dopo il Cdm sull’eventuale provvedimento di commissariamento per la Capitale , ha detto che "non c'è nessun commissariamento di Roma ma un ruolo di raccordo del prefetto di Roma analogo a quello esercitato da quello di Milano con riferimento all'Expo”.
Dura la reazione di Davide Bordoni, coordinatore romano e capogruppo in Assemblea Capitolina di Forza Italia: “Alfano si vende ancora una volta al Partito democratico e salva Ignazio Marino. Le istituzioni sono state umiliate come mai era successo in passato, nessun senso dello Stato, solo ansia di mantenere posizioni di potere. Una vergogna a cui ci auguravamo di non dovere assistere. È incredibile come si getti la polvere sotto il tappeto su un'amministrazione pesantemente compromessa dagli scandali, che viene tenuta in piedi da sordidi interessi di parte e si getti invece fango su un Municipio, come quello di Ostia, sacrificato all'altare del Pd, pur non avendo personalità giuridica ed essendo parte integrante di Roma Capitale. Una decisione già annunciata, è stata infatti cristallina fin dall'inizio la volontà di spostare l'attenzione su Ostia per salvare la poltrona di Marino. Alzeremo il livello dello scontro politico dopo questo ennesimo graffio alla dignità politica della Capitale”.
“Questo sindaco non ha dignità né personale né istituzionale, non rappresenta la città, è incapace e per di più neanche sa cosa vuol dire il sacrificio di chi è il primo cittadino della Capitale”, scrive su Facebook il consigliere della Regione Lazio Fabrizio Santori: “Viene messo sotto tutela in vista del Giubileo e proprio oggi che il Consiglio dei Ministri ha deciso sui fatti di Mafia Capitale, continua con il suo fastidioso menefreghismo che sta disgustando i romani. Resti in ferie ai Caraibi fin quando vuole, tanto nessuno sente la sua mancanza. Se poi ha uno scatto di dignità invii le sue dimissioni, anche via fax, saranno senz'altro accettate dai romani, dal Governo e anche dal Pd e da Sel, che si toglierebbero dall'imbarazzo colpevole in cui da troppo tempo si trovano".
“E' evidente che la decisione di attribuire poteri straordinari al prefetto Gabrielli con l'obiettivo di rimuovere le tracce di malavita e corruzione dall'istituzione comunale rappresenta una scomunica ufficiale per il sindaco Ignazio Marino, attraverso un commissariamento velato, in deroga alle stesse disposizioni previste dal Testo Unico Enti Locali”, dichiara il M5S del X municipio. “A pagare invece il prezzo più alto è il X municipio di Roma, l’unico municipio ad essere sciolto ufficialmente per infiltrazioni mafiose, con decreto del Presidente della Repubblica”, proseguono gli esponenti pentastellati: “Risultati più che scontati, visto il sodalizio politico/affaristico Ncd – Pd, che vede un Angelino Alfano sempre più prono al governo Renzi, con l'intento di salvare la propria poltrona e quella dei suoi accoliti. Scelte che ricordano le tenaci regole degli schematismi di partito, tattiche di sopravvivenza in virtù di un calo del consensi di un partito, quello del Pd che ad Ostia, come a Roma è stato per anni punto di riferimento del malaffare e dei clan criminali”.
“D'altronde”, continua la nota M5S, “l'arresto e il rinvio a giudizio al maxi processo per mafia che si terrà nell'aula bunker del carcere di Rebibbia del loro mini-sindaco Andrea Tassone, coperto politicamente e mediaticamente fino all'ultimo giorno da Matteo Orfini, ne è l'epilogo più evidente. Di fatto, qui nel X Municipio stiamo vivendo un vuoto democratico sul confronto politico e sulla gestione amministrativa del territorio, che sta portando l'amministrazione verso una pericolosa deriva istituzionale. Sciogliere Ostia per infiltrazioni mafiose è stata solo una scusa, un’operazione di facciata, una misera strategia utile al Pd per rimandare nuove elezioni. Ricorreremo al Tar perché siamo convinti che questa subdola operazione nasconda illeciti amministrativi, che interpretano erroneamente le regole del Tuel in barba alla legalità finora pubblicizzata da vari esponenti del Pd romano come Esposito, Orfini e Sabella”.
"Alfano e Gabrielli si inventano un commissariamento fuori dalla legge pur di salvare il Pd e non andare a elezioni". Così Carlotta Chiaraluce, segretario provinciale romano di Sovranità, commenta lo scioglimento per mafia del X Municipio decisa dal Cdm. "Oggi è accaduto quello che da mesi oramai ci aspettavamo - sottolinea Chiaraluce - Il municipio di Ostia viene sciolto ufficialmente per mafia mentre il Comune di Roma, che ha avuto più di 3 rimpasti di giunta e una marea di arrestati e indagati tra gli amministratori PD, si salva e grazie alla relazione di Gabrielli che diventa di fatto il badante di Marino". "Il governo ha anteposto alla legalità gli interessi economici del Giubileo alle porte decidendo - prosegue Chiaraluce – di salvare Marino e di sacrificare il territorio di Ostia attraverso una forzatura inaccettabile del testo unico sugli enti locali, che non contempla lo scioglimento dei municipi per mafia né la sostituzione da parte dei prefetti dei politici che hanno fallito. Con l’escamotage del commissariamento del X Municipio ha scongiurato le prossime elezioni per Ostia, che stando così le cose non avverranno prima del 2017".
Il sindaco Marino ha così commentato le decisioni del governo: “Non posso che dirmi soddisfatto per le decisioni importanti, attese e positive che arrivano oggi dal Governo. Per prima cosa si è tolta dal tavolo l’ipotesi dello scioglimento del Campidoglio e si è chiarito che le infiltrazioni mafiose che hanno inquinato l’amministrazione durante la consiliatura di Alemanno (portando agli arresti di diversi suoi collaboratori e alle accuse per mafia per l’ex sindaco) hanno incontrato un muro di discontinuità con la mia giunta. Abbiamo avviato il risanamento e lo proseguiremo fino in fondo, in stretta collaborazione col prefetto Franco Gabrielli, una collaborazione seria e leale, già in atto da mesi e allacciata fin dall’inizio del suo mandato”.
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