Roma – Milioni di litri di carburante per una frode da 7 milioni e nuovi arresti nell’ambito dell’operazione ‘Mondo di mezzo’ che il 2 dicembre scorso ha portato all’arresto di 37 persone e di oltre cento indagati e alla scoperta di un colossale e ramificato sistema di appalti e corruzione che vedeva coinvolti politici, amministratori, cooperative e criminali. Questa mattina le Fiamme gialle del comando provinciale di Roma e i carabinieri del Ros – Raggruppamento operativo speciale, sono stati impegnati nell'operazione ‘Ghost ship’ avviata dopo alcuni ‘elementi’ emersi nei confronti di M.P., detto "M. il romanista". In questa circostanza si sono rivelati numerosi i contatti M.P. con R.L., anche presso il distributore di corso Francia riconducibile a M.C.. In tutto sono sei le ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma, delle quali tre nei confronti di ufficiali e sottufficiali della Marina Militare.



L’attività di oggi, effettuata dai militari del Nucleo di polizia tributaria di Roma e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha permesso di scoprire un’organizzazione criminale specializzata nelle frodi nelle forniture pubbliche, che aveva organizzato, solo cartolarmente però, la consegna di milioni di litri di petrolio presso il deposito della Marina militare di Augusta, in provincia di Siracusa, in Sicilia. Lo stratagemma utilizzato, grazie anche alla complicità di appartenenti alla stessa Marina militare, consisteva nell'attestare falsamente il rifornimento di questi depositi per mezzo attraverso la nave cisterna "Victory I". Peccato per i malviventi che le indagini delle Fiamme Gialle avessero permesso di accertare come in realtà la nave fosse naufragata nel settembre 2013 nell'oceano Atlantico e che alcuni componenti dell'equipaggio risultano ancora oggi formalmente dispersi. Grazie ai falsi carichi della fantomatica "Victory I", mai attraccata nel porto di Augusta, è stata – tanto clamorosamente quanto falsamente - certificata la fornitura di oltre 11 milioni di litri di gasolio navale, per un valore complessivo di oltre 7 milioni di euro, pari al danno subito per le casse dell'Erario.



Il carburante veniva fornito documentalmente da una ditta danese, riconducibile a L.P.B., raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare, titolare di un appalto con l'amministrazione della difesa, che si avvaleva della collaborazione di due società italiane quali broker, la G.C.B. S.r.l. di M.P. e la A.P. di A.D., entrambi complici di L.P.B., anche loro arrestati. L.M. e D.S., il primo capitano di corvetta della Marina militare, capo deposito della Direzione di Commissariato Militare Marittimo di Augusta, ed il secondo, 1° Maresciallo della Marina Militare, Capo reparto combustibili della stessa Direzione, erano invece i punti di contatto della banda al porto siciliano, fungendo da trait d'union con la pubblica amministrazione militare. Erano loro, per i quali è stata disposta la detenzione in carcere, che disponevano tutta la falsa documentazione necessaria alla realizzazione delle false forniture. L'organizzazione poteva poi contare sulla solerte collaborazione di altri appartenenti alla Marina Miliare, i marescialli D.S. e M.S., quest'ultimo destinatario di custodia cautelare in carcere, che, a vario titolo, attestavano – naturalmente falsamente - l'avvenuta consegna del carburante e la sua certificazione, nonché del tecnico chimico F.I., che invece certificava la qualità e le caratteristiche del prodotto mai consegnato. Nel complesso, sono finiti in manette L.P.B., M.P., A.D., M.L., S.D. e S.M. e condotte perquisizioni locali e domiciliari nei confronti di tutti i dieci indagati. Il Tribunale di Roma, Sezione gip, ha inoltre disposto il sequestro preventivo per equivalente, fino alla concorrenza del danno per l'Erario di 7.401.248,36 di euro, del denaro e dei beni delle persone e delle società coinvolte.