Ostia – Riceviamo e pubblichiamo da Marco Possanzini, coordinatore Sinistra ecologia e libertà del X municipio:



"Non c'è spazio per fantasiose ricostruzioni, il quadro è semplice quanto drammaticamente inquietante: Roma è da tempo teatro di un sodalizio mafioso che, trasversalmente, mette insieme pezzi corrotti delle istituzioni e della politica, uomini d'onore e imprenditori. La Magistratura ha fatto e sta facendo la sua parte contro il sistema di Mafia Capitale ma sta alle istituzioni, alla politica, fare la propria. In un quadro inquietante come quello di Mafia Capitale, è inaccettabile che una certa carta stampata, il Messaggero nello specifico, si diletti in ricostruzioni che poco o nulla hanno a che vedere con l'ordinanza che ha portato agli arresti e ai provvedimenti cautelari. Nell'ordinanza si legge chiaramente, pag. 67, che l'unico che "poteva dare fastidio" ai loschi affari della banda di Carminati e Buzzi, era Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Consiglio Comunale. Non si capisce perchè, da diversi giorni, questo giornale cerchi sistematicamente e goffamente di accostare il nome di Gianluca Peciola a quello della banda di Carminati e Buzzi, senza per altro circostanziare nulla. L'editore de Il Messaggero e i giornalisti che si occupano dell'inchiesta, farebbero bene a leggersi l'ordinanza evitando accostamenti che nulla hanno a che fare con la realtà dei fatti. L'informazione dovrebbe essere libera da pregiudizi così come da conflitti di interesse, probabilmente per il Messaggero non vale questa regola".