Ostia – E’ stata rinviata di alcune udienze la sentenza del processo d’appello che vede imputate diciotto persone, tra cui Carmine Fasciani, a capo dell’omonimo clan di Ostia, i fratelli Vito e Vincenzo Triassi e altre 15 persone accusate di aver gestito per anni, con modalità mafiose, gli ‘affari’ sul litorale romano.

I GIUDICI - Dopo una camera di consiglio protrattasi per oltre tre ore, i giudici di secondo grado della Corte d’appello hanno emesso una ordinanza con la richiesta di acquisizione di ulteriori documenti utili al processo. Si tratterebbe, secondo quanto si apprende, dei verbali con le dichiarazioni spontanee fornite da Carmine Fasciani e dalla moglie Silvia Bartoli, oltre a verbali d'interrogatorio di una serie di persone ascoltate nell'ambito di un altro procedimento, di trascrizione d'intercettazioni e degli atti relativi ad alcuni attentati avvenuti a Ostia. In una delle precedenti udienze il pg Giancarlo Amato aveva chiesto 15 condanne per oltre 200 anni di carcere. Per Carmine Fasciani era stata chiesta la pena a 27 anni e 9 mesi di reclusione.