Malagrotta, spente le fiamme alla discarica dopo una notte di lavoro. Gli esperti: “Allarme diossina”
Di Maria Grazia Stella il 25/12/2023
I vigili del fuoco hanno domato il vasto rogo all’impianto di trattamento dei rifiuti e adesso sono impegnati per il raffreddamento delle aree coinvolte. Il sindaco di Roma ha firmato un’ordinanza nella quale si vieta lo sport entro 6 chilometri dal luogo del rogo. Nel frattempo la Sima - Società Italiana di Medicina Ambientale invita alla massima prudenza: attenzione all’esposizione non solo aerea ma anche alimentare perché dal rogo sarebbe possibile la diffusione di metalli pesanti e furani
Roma - Spento l'incendio a Malagrotta. Le operazioni di spegnimento del vasto rogo scoppiato alle 15.30 di ieri, 24 dicembre, all'impianto di trattamento dei rifiuti Tmb1 sono proseguite per tutta la notte fino alla completa estinzione delle fiamme, avvenuta questa mattina.
Il personale dei vigili del fuoco, impegnato con 40 operatori e 13 mezzi, adesso è al lavoro per il raffreddamento e lo smassamento delle aree coinvolte mentre si attendono gli esiti del monitoraggio sulla qualità dell’aria effettuati dai tecnici dell’Arpa – Agenzia regionale per la protezione ambientale del Lazio che hanno installato due centraline poste a 500 e 100 metri dal luogo interessato.
Sul posto sono state inviate squadre e mezzi dei vigili del fuoco dalle regioni limitrofe tra cui Campania, Abruzzo, Umbria, Molise, Puglia e Toscana.
Già nella serata di ieri il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha firmato un’ordinanza nella quale vieta la pratica di attività sportive all’aperto, il pascolo degli animali da cortile, la raccolta di alimenti di origine vegetale e invita a tenere le finestre chiuse in caso di cattivi odori “per un periodo non superiore a 48 ore, in virtù del principio di precauzione, per un raggio di 6 km dal luogo dell’incendio e comunque limitatamente al territorio di Roma Capitale”.
Nel frattempo la Sima - Società Italiana di Medicina Ambientale invita alla massima prudenza: attenzione all’esposizione non solo aerea ma anche alimentare perché dal rogo sarebbe possibile la diffusione di metalli pesanti e furani. Una eventuale diffusione di diossina nell’aria causata dall’incendio determinerebbe enormi rischi per la salute umana, essendo noti gli effetti cancerogeni e neurotossici di tale sostanza sul corpo umano lanciando così l’allarme su potenziali conseguenze per la popolazione.
“La diossina è un inquinante organico persistente classificato dalla IARC come cancerogeno certo per l'uomo, oltre ad avere effetti neurotossici ed essere un distruttore endocrino – spiega il presidente Sima, Alessandro Miani - Il rischio aereo della diossina è limitato all'area interessata dai fumi del rogo e, in caso di nube tossica, a tutto il territorio colpito dalla ricaduta a terra dei fumi. Nel 90% dei casi l'esposizione umana alla diossina avviene per via alimentare attraverso il ciclo alimentare completo: frutta e verdura, foraggio di animali, allevamenti di animali, erbivori, carnivori di cui l'uomo si ciba. La diossina si bio-accumula soprattutto nei tessuti grassi dell'uomo e la sua emivita è piuttosto lunga: dai 5,8 anni ai 11,3 anni a seconda del metabolismo e dell'abbondanza di massa grassa. Studi effettuati nella terra dei fuochi hanno evidenziato presenza di diossina anche nel latte materno ed in quantità maggiori nelle donne più adulte che per più anni hanno assorbito ed accumulato l'inquinante tossico”.
“La via aerea di esposizione è invece limitata alla zona dell'incendio in quanto la diossina è una sostanza chimicamente pesante che tende a precipitare entro brevi distanze dal luogo di emissione in atmosfera – spiega ancora Miani - Oltre alla diossina anche altre sostanze tossiche e cancerogene come metalli pesanti e furani possono liberarsi da un rogo di rifiuti e su questo le autorità dovranno monitorare aria, suolo e acque per comprendere quali e quanti inquinanti hanno interessato l'incendio”.
La Società Italiana di Medicina Ambientale consiglia quindi di evitare, in attesa di analisi e dati certi, di mangiare prodotti agricoli coltivati nelle zone adiacenti la discarica di Malagrotta e carni di animali allevati nelle stesse aree. Bene evitare contatto diretto con i fumi tossici che possono contenere anche altre sostanze irritanti per le vie respiratorie e le mucose esposte.